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Sitting volley: l’esordio delle ragazze azzurre

di Nando Aruffo

La storia

Pittogramma sitting volley Tokyo 2020
Pittogramma del sitting volley creato per Tokyo 2020 (Copyright Olympics)

Come la maggior parte degli sport paralimpici, anche la pallavolo da seduti (o pallavolo seduta) nasce come terapia riabilitativa per i feriti e gli amputati a causa della Seconda Guerra Mondiale. Risalgono al 1943 prove di persone che giocano a pallavolo sedute per terra ma la decisione di far giocare a pallavolo persone disabili viene attribuito al dottor Ludwig Guttmann, neurochirurgo e direttore del National Spinal Injuries Centre dello Stoke Mandeville Hospital di Aylesbury nei pressi di Londra. Nel 1944 cominciano gli studi del Dottor Guttmann e quattro anni dopo, 1948, ecco i primi Giochi Internazionali di Stoke Mandeville, che vengono considerati antesignani delle future Paralimpiadi. Presto si comincia a pensare di portare la disciplina in un ambito sportivo e i primi effetti si vedono già negli Anni ’50. Nel 1956 in Olanda Tammo Van der Scheer e Anton Albers introducono il Sitting Volleyball, uno sport che riunisce le caratteristiche del Sitzball tedesco nato due anni prima con quelle della pallavolo tradizionale. Nello stesso periodo in Inghilterra si era sviluppa lo Standing Volleyball, gioco praticato stando in piedi da atleti prevalentemente amputati. Oggi lo sport della pallavolo seduta viene giocato in 75 Paesi da più di 10.000 atleti.

L’ente internazionale che governa il sitting volleyball è il World ParaVolley, fondato nel 1981 col nome di World Organization Volleyball for Disabled (WOVD). In Italia a livello agonistico, è gestito dal 2013 dalla  Federazione Italiana Pallavolo (FIPAV).

Storia sitting volley

Due classi, stesso spirito

Il sitting volley si gioca al coperto. Le regole sono basate sulle regole FIVB per la pallavolo normodotata, con alcune piccole modifiche. Il campo è più piccolo (10 mx 6 m), la rete è appoggiata a terra e ha altezze differenti (1,15 m per gli uomini, 1,05 m per le donne). Si gioca 3 contro 3 ma una squadra si compone di un massimo di 12 giocatori, inclusi due (al massimo) classificati come “disabili minimali”. In campo va soltanto un “disabile minimale” anche quando c’è il libero. Regola importante è che i giocatori debbano essere tutti seduti e il loro busto – tra i glutei e le spalle – deve mantenere il contatto con il pavimento quando gioca la palla. Unica eccezione: il “sollevamento” dal pavimento è consentito se la palla viene giocata in un’azione difensiva al di sotto dell’altezza della rete e soltanto al momento del contatto con la palla. Gli atleti si muovono sul campo in scivolamento con la forza delle braccia, senza lasciare la posizione seduta. Ad ogni squadra sono concessi tre tocchi di palla (più un blocco legale) prima del lancio della palla oltre la rete. Essenza del gioco è che la palla tocchi terra non nel proprio campo ma in quello avversario. Una partita ha un massimo di cinque set, ogni set viene vinto dalla squadra che per prima raggiunge 25 e abbia 2 punti in più degli avversari. Si vince l’incontro al meglio dei tre set e nel quinto, l’ultimo, vige la regola del tie-break: si vince a 15.

Il sitting volley comprende due classi di sport: VS1 VS2. Gli atleti della classe VS1 hanno disabilità fisica più compromessa: ad esempio, amputazione di un arto inferiore o di entrambi gli arti inferiori, casi gravi di arti mancanti o accorciati dalla nascita, ginocchio rigido a causa di adesione anormale e rigidità delle ossa dell’articolazione, tensione muscolare, movimenti scoordinati e movimenti involontari. Gli atleti in VS2 hanno disabilità fisica meno compromessa. Esempi: amputazione di uno o di entrambi i piedi, caviglia rigida, amputazione di quattro dita sulla stessa mano, tensione muscolare meno grave, movimenti scoordinati e movimenti involontari come nella classe VS1.

sitting volley nazionale italia femminile
Una partita di sitting volley della Nazionale Italiana femminile (Foto FIPAV).

Giochi Paralimpici

Schema riassuntivo sitting volley Paralimpiadi Tokyo 2020

Sitting Volley e Standing Volley vengono inseriti come sport dimostrativi, sotto l’egida dell’ISOD (Organizzazione Internazionale dello Sport per Disabili fondata a Parigi nel 1961) per i soli tornei maschili nel programma paralimpico di Toronto 1976 ed entrano come discipline ufficiali da Arnhem 1980. Fino ai Giochi di Sydney 2000, i due sport hanno uno sviluppo parallelo. Nel 2004 lo Standing Volley viene escluso dalle Paralimpiadi per concedere spazio al torneo femminile di Sitting Volley.

Il medagliere paralimpico (incluso anche lo Standing Volley) vede in testa l’Iran con 8 medaglie, seguito da Germania e Olanda.

L’Italia non ha mai partecipato alle Paralimpiadi.

Tokyo 2020

Alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 sono in programma 2 eventi di Sitting Volley: il torneo a 8 squadre maschile e quello femminile. Parteciperà un totale di 192 atleti (96 uomini e 96 donne).

Le prime squadre a qualificarsi sono state le finaliste dei Mondiali 2018. I restanti pass paralimpici sono stati assegnati tramite una serie di tornei di qualificazione continentale 2019, con uno slot che resta da assegnare al torneo finale di qualificazione paralimpica. Il Giappone, in qualità di nazione ospitante, ha qualificato una squadra per ciascun torneo. Sarà la prima volta per la Nazionale italiana femminile grazie al secondo posto nel Campionato Europeo. A Budapest, nel 2019, le azzurre sono state battute in finale per 3-0 dalla Russia campione del mondo ma la medaglia d’argento ha portato con sé il viaggio olimpico. La squadra azzurra affronterà: Russia, Stati Uniti, Cina, Brasile, Ruanda, Canada e Giappone. Niente da fare per la squadra maschile.

La compagine azzurra sarà composta da: Giulia Aringhieri, Raffaella Battaglia, Flavia Barigelli, Giulia Bellandi, Silvia Biasi, Francesca Bosio, Eva Ceccatelli, Sara Cirelli, Sara Desini, Francesca Fossato, Roberta Pedrelli e Alessandra Vitale.

Eventi maschiliEventi femminili
Torneo a 8 squadreTorneo a 8 squadre
Statistiche sitting volley Tokyo 2020

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