Lo sapevi che, all’inizio del ’900, atleti con disabilità gareggiavano in Vaticano?

Il Cortile del Belvedere diventa uno stadio. In questa edizione artecipa anche una squadra di non vedenti. Gli atleti si esibiscono davanti a Papa Pio X
di Pamela Fabiano
Tra il 1905 e il 1908, nel piccolo Stato incastonato nel centro di Roma, si svolse un “Concorso ginnastico cattolico internazionale” con gare di atletica. Anticipando di più di quarant’anni lo spirito dei Giochi Paralimpici, partecipano alle competizioni che svolgono nel Cortile del Belvedere, anche una squadra composta da atleti non vedenti dell’Istituto dei ciechi di Sant’Alessio, un atleta amputato e atleti sordi.
Non racconto nulla di originale o esclusivo, ma riprendo il tema apparso varie volte su L’Osservatore romano – organo di stampa vaticano – per proporre una curiosità sul cambio di cultura che la Chiesa cattolica ha promosso fin dai primi anni del secolo ventesimo scommettendo sulla originalità e sulla ricchezza di ogni vita umana.
In un articolo pubblicato dall’Osservatore Romano il 26 settembre del 1908 e incentrato sulla terza giornata della manifestazione sportiva di quell’anno, il giornalista del quotidiano della Santa Sede chiede ad un giovane non vedente se fosse soddisfatto degli applausi. “Sarei ancor più soddisfatto – risponde l’atleta – se potessi fare ciò che fanno i vedenti”. Una rivendicazione, forse? Piuttosto, una affermazione “rivoluzionaria” e possibile proprio perchè al giovane gli era data la facoltà di esprimersi davanti alla stampa.
E’ interessante constatare che lo sport, quando promuove contatti e relazioni con persone che provengono da culture e ambienti diversi, ci insegna e ci abitua a vivere accogliendo le differenze, a fare di esse un’occasione preziosa di reciproco arricchimento e scoperta. E ai nostri tempi, rivolgendosi al Comitato italiano paralimpico il 4 ottobre del 2014, Papa Francesco ricorda che “lo sport diventa un’occasione preziosa per riconoscersi come fratelli e sorelle in cammino, per favorire la cultura dell’inclusione e respingere la cultura dello scarto”.
Il valore dell’inclusione e il rispetto della dignità di ogni essere umano sono solo alcuni dei temi chiave dello spirito paralimpico e, a poco più di un anno dall’inizio delle paralimpiadi in Francia nel 2024, un breve riflessione sulla storia delle origini ci regala la memoria di esperienze in cui risaltano in modo mirabile la grandezza e la purezza del gesto sportivo.