Ancora io. Solo diversa: la mia vita per il ciclismo
di Gigi Marchitelli
Sì, lo so, non si fa. Recensire un libro pubblicato in una lingua diversa da quella utilizzata dai propri lettori non è corretto e forse un po’ inutile. Ho però dei buoni motivi per farlo lo stesso: perché si parla di ciclismo su pista al livello più alto, campionati mondiali e medaglie olimpiche inclusi; perché si parla di ripartenza – e tutti siamo in ripartenza in questo periodo; perché si parla di una campionessa come Kristina Vogel.
Kristina Vogel compirà tra pochi giorni trent’anni ed ha già vinto tutto quello che poteva vincere nella sua disciplina: due medaglie d’oro olimpiche (2012 e 2016), undici titoli mondiali – quattro nella velocità, tre nel keirin, quattro nella velocità a squadre – numerosi titoli europei e nazionali.
Nel 2009 ha dovuto affrontare la prima grave battuta d’arresto. Un autista ha preso la precedenza. Non è stato possibile evitare una collisione. Il risultato sono stati due giorni di coma, alcune ossa rotte, quattro settimane di ricovero e tre mesi di riabilitazione prima che lei potesse finalmente sedersi in sella. Kristina Vogel sapeva che il rischio di cadere fa parte dell’agenda di un ciclista professionista su pista. Ma proprio da lì è ripartita con una volontà di ferro, lottando per la partecipazione ai campionati del mondo di ciclismo su pista solo nove mesi dopo. Da quel momento in poi Kristina Vogel si è imposta come la migliore ciclista al mondo di tutti i tempi.
Ma, sulla strada per la sua terza Olimpiade, Kristina ha dovuto fermarsi nel 2018. Un incidente in allenamento, diverse fratture e ferite. Il risultato: paraplegia. Una vita su una sedia a rotelle.
La sua energia però non si è spenta, il suo coraggio e la sua voglia di vivere non sono affatto diminuiti: continua a lavorare nell’UCI (Unione Ciclistica Internazionale) ed è membro della Confederazione olimpica tedesca: ha saputo trovare, in una vita diversa, nuove opportunità.
Tutto questo nella sua biografia Immer noch ich. Nur anders: Mein Leben für den Radsport, pp. 256, edizioni Malik Verlag, Berlino.
P.S. Io il libro non l’ho letto, ci ha pensato una mia cugina di Francoforte, ma lo leggerei volentieri se qualche editore ne pubblicasse la traduzione…
