Giornata mondiale del diabete: diffondere la cultura dello sport per prevenire e contrastare la malattia

di Pamela Fabiano
Si celebra oggi in tutto il mondo la Giornata Mondiale del Diabete e moltissime sono le iniziative e gli eventi per sensibilizzare alla cura e alla prevenzione di questa malattia cronica. Anche noi di Sportopolis.it vogliamo partecipare alla celebrazione, riflettendo con voi lettori sull’importanza di una corretta diffusione della cultura dello sport e dell’attività fisica anche per il benessere e la salute.
Fare sport fa bene, si sa. Ma quando si ha una malattia cronica come il diabete ci si domanda se non sia opportuno moderare l’attività fisica, ridurre gli sforzi e le tensioni. Ebbene, non è questo il caso di chi è affetto da diabete, anzi! La “medicina” migliore è proprio l’attività fisica. Vediamo come e perché.
– Lo stile di vita. E’ Il primo momento della terapia del diabete. Occorre sensibilizzare la popolazione diabetica ad un’alimentazione sana ed equilibrata e all’esercizio fisico come prevenzione e cura del diabete. Una persona diabetica non può essere sedentaria! Una cultura dell’attività fisica è la terapia più accessibile, economica e salutare: non è un farmaco ma risulta esserlo perché è spesso efficacissima e non ha effetti collaterali.
– La prevenzione. L’attività fisica, inoltre, è un efficace strumento di prevenzione perché ci dà la possibilità di ridurre la comparsa di questa e di altre malattie ( cardiovascolari e cardiometaboliche, in particolare). Purtroppo però, nonostante le evidenze scientifiche, i diabetologi ancora non prescrivono l’attività fisica in modo strutturato, obbligatorio. Lo specialista la prescrive troppo raramente al paziente diabetico.
– I benefici. Sono tanti, tantissimi! In generale, sappiamo bene che muoversi ad ogni età e a ogni livello di agonismo, migliora la qualità della vita, aumenta il benessere psico-fisico. In chiave medica, nello specifico, riduce la mortalità da moltissime malattie. Per quanto riguarda il diabete, migliora la sensibilità dell’insulina e il compenso glicemico e contribuisce alla prevenzione del diabete tipo 2 in maniera davvero significativa. Da ultimo, poi, contribuisce in modo altrettanto significativo a ridurre la spesa sanitaria e ad aumentare la produttività del singolo lavoratore. Cose non secondarie, ma importanti per una società.
– La tipologia di sport. Una persona con diabete può praticare qualsiasi sport. Non ci sono particolari divieti, tranne nei casi in cui si abbiano complicanze croniche come, ad esempio, cardiopatia ischemica, retinopatia diabetica, ecc. In qualsiasi caso, la prescrizione dell’attività fisica non andrebbe mai improvvisata. La persona con diabete, comunque, può svolgere le più svariate attività aerobiche in maniera indipendente e hobbistica: camminare, nuotare, correre, andare in bicicletta.
– L’agonismo. Questo è il punto che, forse, ci interessa maggiormente. E’ forse, sconsigliato svolgere attività sportiva agonistica quando si ha il diabete? Un tempo, lo era, ma ormai da anni l’agonismo non è più sconsigliato alla persona con diabete. L’importante è saper “gestire” in modo responsabile la propria condizione. Bisogna sapere come funziona il proprio metabolismo, misurarlo costantemente, ragionare sui dati che raccoglie per monitorare e gestire l’alimentazione e la terapia farmacologica in relazione all’esercizio fisico.
Gli esempi di atleti con diabete campioni nel loro sport sono numerosi. Uno tra tutti, Alexander Zverev, che ha dichiarato di avere il diabete da quando aveva 4 anni. E’ tra i primi 10 al mondo del tennis mondiale e proprio ieri ha sconfitto lo spagnolo Alcaraz agli Atp Finals di Torino.
“Voglio dimostrare che si può arrivare molto lontano e che non ci sono limiti”, ha detto Zverev a proposito della sua malattia ed è, sicuramente, un esempio per molti.