Rugby a 7: la nuova veste olimpica di uno sport centenario
di Chiara Aruffo
La storia

Le origini del rugby affondano le proprie radici nella leggenda. Nel 1823, William Webb Ellis, studente di Rugby, durante una partita di calcio avrebbe preso la palla con le mani e iniziato a correre verso la linea di fondo. Per quanto riguarda il rugby a 7 (o rugby seven), la storia più accreditata è che nel 1883 due macellai scozzesi, Ned Haig and David Sanderson, abbiano proposto un evento di rugby a 7 per la raccolta fondi del loro club di rugby locale. Il primo torneo internazionale risale al 1973, in occasione delle celebrazioni centenarie della Rugby Union Scozzese. La popolarità del rugby a 7 è piuttosto recente: la World Rugby Seven Series è stata inaugurata nel 1999 per gli uomini e nel 2012 per le donne. Il debutto olimpico del rugby a 7 è avvenuto a Rio 2016.
A livello internazionale, il rugby a 7 risponde alla World Rugby, fondata nel 1886 da Scozia, Galles e Irlanda come International Rugby Football Board (IRFB). In Italia, l’organo federale è la Federazione Italiana Rugby (FIR), creata nel 1928.

Passare la palla indietro per andare avanti
Il rugby a 7 è una variante del rugby tradizionale, giocato da 15 giocatori. Il campo è lo stesso e misura 70 x100 m, con due porte a forma di H alle due estremità. Il fatto di essere in pochi in un campo così grande implica che il gioco risulti più veloce, con i giocatori che devono avere grandi doti di corsa e resistenza. La particolarità del rugby è che si può passare la palla con le mani soltanto indietro. Una partita alle Olimpiadi dura 14 minuti (due tempi da 7 minuti). L’obiettivo è portare la palla, di forma ovale, oltre la linea di fondo del campo avversario e conquistare 5 punti segnando una meta. Inoltre, i punti possono essere segnati con un calcio drop (3 punti), ovvero calciando di rimbalzo la palla per mandarla tra i pali della porta; oppure tramite conversione (2 punti): calcio drop tra i pali dopo aver effettuato una meta; infine con un calcio di punizione (3 punti) sempre tramite calcio drop.

Giochi Olimpici

Nel programma di Parigi 1900, Londra 1908, Anversa 1920 e Parigi 1924 c’è il rugby a 15. Poi niente rugby ai Giochi, perché bisogna osservare 7 giorni di riposo tra una gara e l’altra quindi, di fatto, il rugby a 15 diventa incompatibile con il programma olimpico. Da qui la decisione di proporre il rugby a 7 che ha una durata temporale di gran lunga minore. Il rugby può così fare il ritorno olimpico a Rio 2016.
L’unica edizione finora disputata ha visto salito salire sul podio olimpico Fiji, Gran Bretagna e Sudafrica nel torneo maschile e Australia, Nuova Zelanda e Canada in quello femminile.
L’Italia non ha partecipato ai Giochi di Rio 2016 e non si è riuscita a qualificare per Tokyo.
Tokyo 2020
Alle Olimpiadi di Tokyo 2020 sono in programma 2 eventi di rugby a 7: i tornei a 12 squadre maschile e femminile. Parteciperà un totale di 288 atleti (144 uomini e 144 donne).
Le World Rugby Sevens Series 2018-2019 (maschile e femminile) hanno permesso alle prime quattro squadre classificate di qualificarsi per le Olimpiadi di Tokyo. Una serie di tornei di qualificazione continentale ha permesso di assegnare altri sei pass nel torneo maschile e cinque in quello femminile. L’ultima possibilità di qualificazione è stata il torneo finale di qualificazione olimpica in programma il 19-20 giugno 2021, per cui si sono qualificate le squadre arrivate seconde e terze nei tornei continentali. Il Giappone, in qualità di nazione ospitante, qualifica di diritto una squadra nel torneo maschile e una in quello femminile. L’Italia non è riuscita a qualificare nessuna squadra.
Eventi maschili | Eventi femminili |
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Torneo a 12 squadre | Torneo a 12 squadre |
