Rising Phoenix, un altro livello di sport
Sono ormai il terzo evento mondiale a livello sportivo, ma hanno impiegato più di sessant’anni per imporsi. Eppure, i Giochi paralimpici sono molto più che un evento sportivo: ce lo dicono, più che la storia, le storie degli atleti.

di Gigi Marchitelli
Nel 1980 i Giochi Paralimpici non si tennero a Mosca, ma ad Arnhem, nei Paesi Bassi: per i Sovietici, non esistevano disabili nel paradiso comunista. Peccato che Tatyana McFadden sia cresciuta proprio in un orfanotrofio sovietico, prima di venire adottata da una famiglia degli Stati Uniti e di diventare una campionessa paralimpica con 17 medaglie vinte nella classe T54 (atleti con nessuna funzione delle gambe).
È così, accostando le storie personali degli atleti alla storia del movimento Paralimpico, che procede “Rising Phoenix”, un documentario veramente spettacolare ed emozionante.
La “storia” è in realtà efficacemente sintetizzata. Si parte da Sir Ludwig Guttman, un medico tedesco rifugiato nel Regno Unito a causa delle leggi naziste sulla razza e che si trova a curare feriti di guerra con lesioni spinali: può lo sport fare parte della terapia riabilitativa di queste persone, o anche semplicemente migliorare la qualità della loro vita? Può, decisamente, e da questa intuizione prende vita il movimento Paralimpico, che fece le sue prime prove nel 1948, si impose ufficialmente accanto alle Olimpiadi a partire da Roma, 1960, ma non ha mai veramente “bucato il video” ed interessato il pubblico fino ai Giochi di Pechino 2008. Una sfida importante, perché in Cina fino ad allora non c’era molta considerazione per le persone disabili. Con 3,8 miliardi di spettatori, quei Giochi Paralimpici furono un grande successo e cambiarono radicalmente la percezione delle persone disabili in Cina e altrove. Centrale nel racconto storico è la vicenda dei Giochi di Rio 2016: a poche settimane dall’evento, i Giochi Paralimpici rischiamo di essere cancellati, non ci sono più soldi (nota personale: ho fatto parte dell’organizzazione della Giornata mondiale della gioventù di Rio 2013 e so bene come spariscano i soldi da quelle parti, come del resto in tante altre parti del mondo). Alla fine, gli organizzatori riescono ad ottenere nuovi fondi dal governo, organizzano i Giochi e… sorpresa, gli spettatori delle Paralimpiadi salvano il bilancio dell’intero evento, che con le sole Olimpiadi era ampiamente in deficit.
Perché tutto questo interesse? “Alle Olimpiadi nascono gli eroi. Alle Paralimpiadi scendono in campo gli eroi”, si dice a un certo punto nel film. E davvero la parte più emozionante è nelle storie degli atleti: Jean-Baptiste Alaize, Ryley Batt, Ellie Cole, Ntando Mahlangu, Tatyana McFadden, Jonnie Peacock, Matt Stutzman, Bebe Vio, Cui Zhe… storie molto diverse tra di loro, non solo di eroi ma “supereroi, perché noi tutti abbiamo vissuto una tragedia, abbiamo vissuto tutti… qualcosa che ci ha impedito di avere successo. E lì sta la nostra forza. La vita è una lotta. Cerchiamo di salvare il mondo” (Jean-Baptiste Alaize, atleta Paralimpico del salto in lungo, superstite del genocidio in Burundi). Ci troviamo di fronte a persone svantaggiate che mettono in campo coraggio e determinazione per raggiungere l’uguaglianza con gli altri (e spesso superarli) essendo in questo modo fonte di ispirazione per tutta l’umanità.
I Giochi Paralimpici hanno dato vita a un movimento globale che continua a cambiare il modo in cui ci confrontiamo con disabilità, diversità e potenziale umano. Questo film contribuisce a cambiare il modo in cui le persone vedono i disabili. Loro, gli atleti, hanno dimostrato con le loro imprese di non essere “Figli di un Dio minore”, ma i veri eroi del nostro tempo.
P.S. Il totem scout di una delle protagoniste del film, Bebe Vio, è “Fenice radiosa”. Una coincidenza?

TRAMA
Le storie di alcuni atleti, le loro vittorie o sconfitte, si intrecciano alla storia dei Giochi Paralimpici, geniale intuizione di Sir Ludwig Guttman, un medico ebreo tedesco profugo a Londra per fuggire alle persecuzioni naziste.
Rising Phoenix, la storia delle Paralimpiadi di Ian Bonhôte e Peter Ettedgui
Titolo originale: Rising Phoenix
Nazione: Regno Unito
Anno: 2020
Genere: documentario
Durata: 105′
Distribuito da Netflix, disponibili risorse didattiche per la scuola