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Collective

Quando la stampa si piega alle autorità, le autorità si prendono gioco dei cittadini. Questo è sempre accaduto, anche a noi”. Catalin Tolontan, Gazeta Sporturilor, Bucarest

di Gigi Marchitelli

Pensate a una folla molto arrabbiata, inferocita, che grida slogan contro il governo. A un certo punto si mette a scandire un nome, il nome dell’eroe, che ha svelato la corruzione, ha smascherato le storture del sistema. Di chi si tratta? Di un giornalista. Di un giornalista sportivo. Di un giornalista della Gazeta Sporturilor (Gazzetta dello Sport), di Bucarest, il più diffuso giornale della Romania. Nemmeno Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo quando scrissero La Casta ottennero un onore simile (e, a dire il vero, in un Paese come il nostro, che digerisce qualunque cosa, quel libro non generò nemmeno un briciolo delle conseguenze che hanno avuto le inchieste di Catalin Tolontan e Mirela Neag in Romania).

Gli accrediti del gruppo di giornalisti della Gazeta Sporturilor per le Olimpiadi di Londra del 2012

Questa settimana non parliamo di nessuno sport in particolare, ma della stampa sportiva a partire da un film di Alexander Nanau che ha sfiorato l’Oscar (come miglior film internazionale e come miglior documentario) ed ha raccolto comunque numerosi premi. Un film potente, molto ben costruito, tanto che qualche critico lo ha paragonato a un thriller (e le morti, anche quelle misteriose, ci sono davvero). Invece è un documentario, “nessun attore è stato maltrattato per realizzare questo film“, tutte le persone che vi compaiono sono reali, riprese nel corso del loro lavoro o delle attività quotidiane.
Ma sembra finzione. Per la brutalità dei fatti e la scansione spietata degli eventi. È un film sul potere della stampa. Nella prima metà gli eroi sembrano essere i reporter Catalin Tolontan e Mirela Neag, cronisti sportivi che prima di buttarsi in questo caso di malasanità aveva già mandato in galera un paio di governanti. Ma nella seconda parte compare un nuovo eroe, il neoministro della Salute, Vlad Voiculescu, un giovane con la faccia così pulita che sembra il frutto di un lungo lavoro di casting (nota a margine: Voiculescu, economista, classe 1983, è figlio di un campione di nuoto, maestro di sci e insegnante di educazione fisica).

Dato che di un documentario effettivamente si tratta, andiamo ai fatti. Nel 2015 un incendio al Colectiv Club di Bucarest, scoppiato durante un concerto, causa 27 morti e 180 feriti alcuni dei quali arrivano negli ospedali con ustioni gravissime. Molti di loro (37: il conto finale dei morti sarà 64) muoiono nei mesi successivi, a causa di infezioni batteriche contratte in ospedale. Uccisi da infezioni batteriche in ospedali che non rispettano nessun protocollo, anche se le autorità parlano di «cure degne della Germania». I parenti delle vittime e alcuni dei sopravvissuti chiedono giustizia, vogliono che il governo, il ministero della sanità, dichiarino pubblicamente le proprie responsabilità.

È tutto vero. Triste, terribile e vero. In Romania pochi anni fa un industriale corrotto forniva a ospedali non meno corrotti disinfettanti diluiti 10 volte. Inoltre, acquistava le materie prime tramite una società cipriota che le rivendeva all’azienda romena con un prezzo moltiplicato per sette, generando evasione fiscale e fondi neri per alimentare la corruzione (vi ricorda niente? vi ricorda qualcuno?). Tolontan e il suo staff entrano in azione. Dagli ospedali arrivano soffiate e prove schiaccianti. Una delle sopravvissute, volto fiero, dita amputate, cicatrici ovunque, posa per una mostra. I governanti accumulano figure tremende. Fino a quando il neoministro con la faccia pulita, che fa sul serio, apre le porte al regista. Il nuovo governo decide di mettere la trasparenza al primo posto. Dubbi, riunioni, ostacoli, strategie. Ma anche dettagli horror, morti misteriose, rivelazioni (i servizi segreti sapevano e tacevano). Tutto viene analizzato, verificato, filmato. Emerge una rete di corruzione così vasta e ramificata da essere intoccabile. Poiché lo scandalo è immenso i corrotti contrattaccano. La sindaca populista e finta bionda di Bucarest accusa Vlad di favorire forze straniere. Finisce malissimo.

Collective è la storia di due eroi contemporanei (e un’eroina) impegnati in una battaglia impari contro un sistema iniquo: persone tranquille, dai modi civili, ma determinate a vederci chiaro e ad andare fino in fondo nei rispettivi ruoli, mettendoci la faccia ed esponendosi a gravi rischi.
Nanau, che ha fatto a lungo teatro in Germania, racconta tutto con tagliente sobrietà, senza un grammo di enfasi. Non invidiamo la Romania ma il suo cinema un po’ sì. E che tutto questo nasca nella redazione di un giornale sportivo, sì, lo ammetto, lo invidiamo tantissimo, anche se il fatto che la Gazeta Sporturilor sia stato l’unico giornale a prendersi in carico questo caso e a indagare a fondo non ci dice nulla di buono.

Collective di Alexander Nanau
Titolo originale: Colectiv
Nazione: Romania, Lussemburgo
Anno: 2019
Genere: documentario
Durata: 103′
Distribuito in Italia nei cinema e, a pagamento, sulla piattaforma  Iwonderfull

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