Paralimpiadi Giorno 2: è ancora nuoto!
Seconda giornata di gare alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 ed è ancora spettacolo al Tokyo Aquatics Center con le medaglie di Francesco Bocciardo, Monica Boggioni, Luigi Beggiatto, Stefano Raimondi, Carlotta Gilli e la staffetta mista 4×50 stile libero 20 punti.
di Chiara Aruffo
È ancora una giornata nel segno del nuoto a Tokyo dove è andata in scena la seconda giornata delle Paralimpiadi 2020. Il primo bis è quello di Francesco Bocciardo che dopo aver sbancato ieri i 200 stile libero S5 si ripete sulla distanza più breve dei 100 m stile libero S5: è il primo multimedagliato di queste Paralimpiadi. Bocciardo ha 27 anni ed è nato a Genova. È nel giro della nazionale dal 2011 ed è alla sua terza partecipazione paralimpica dopo Londra 2012 e Rio 2016. L’atleta ligure aveva già vinto un oro paralimpico a Rio nei 400 stile S5. Bocciardo è affetto da diplegia spastica e si è avvicinato al nuoto come forma di terapia. È tesserato per la società Nuotatori Genovesi e le Fiamme Oro. Gareggia nella classe S5 che comprende atleti emiplegici fravi o paraplegici con lesione midollare T1-T8, oppure atleti affetti da nanismo più un altro elemento che ne riduce la spinta.

Monica Boggioni sale di nuovo sul terzo gradino del podio, questa volta nei 100 stile libero S5 dopo aver vinto il bronzo ieri nella distanza più lunga dei 200 m stile libero. Boggioni ha 23 anni ed è nata a Pavia. È entrata a far parte del gruppo della nazionale nel 2017 ed è all’esordio paralimpico. Ha iniziato a nuotare a due anni e a quindici è entrata nell’agonismo. Difende i colori della società Pavia Nuoto e delle Fiamme Oro. La classe di Monica Boggioni è la S5, riservata ad atleti emiplegici fravi o paraplegici con lesione midollare T1-T8, oppure atleti affetti da nanismo più un altro elemento che ne riduce la spinta.

Dopo un oro e un bronzo arriva il primo argento di giornata con Luigi Beggiato nella gara dei 100 m stile libero S4. Beggiato ha 23 anni ed è nato a Monselice, in provincia di Padova. Si è unito al gruppo della nazionale nel 2021 ed è all’esordio paralimpico. Gareggia nella classe S4, riservata ai nuotatori con debolezza minima nelle mani e che possono utilizzare il tronco e le gambe; nuotatori con amputazione ai tre arti. È infatti affetto da tetraipereflessia e deficit funzionale al braccio sinistro. Ha cominciato a nuotare a 3 anni per la riabilitazione ed è attualmente tesserato per il Circolo Sportivo Guardia di Finanza Modena. Studia Scienze della Comunicazione e vorrebbe diventare giornalista sportivo.

Stefano Raimondi conferma le attese e vince l’oro nei 100 rana SB9. Raimondi ha 23 anni, è nato a Soave, in provincia di Verona. È alla prima partecipazione ai Giochi Paralimpici, essendo in nazionale dal 201. La sua classe di sport è la SB9 che comprende atleti con limitazione articolare ad una gamba, doppia amputazione sotto il ginocchio o amputazione di una gamba sopra il ginocchio. Ha cominciato la carriera tra i normodotati arrivando fino alla Nazionale Juniores prima di subire un grave incidente nel 2013 che ha reciso tutti i nervi di sensibilità del movimento alla caviglia. Pur intraprendendo il percorso paralimpico, nel 2014, anno dopo l’incidente, ha vinto il bronzo ai Campionati Giovanili per normodotati. Difende i colori del Verona Swimming Team e delle Fiamme Oro.

Carlotta Gilli è la prima delle umane nella gara dei 100 m dorso S13 e conquista l’argento in una gara dominata dalla statunitense Gia Pergolini che ferma il cronometro a un sensazionale 1’04”64, nuovo record paralimpico. La Gilli aveva vinto ieri la gara dei 100 m farfalla S13. Carlotta Gilli ha 20 anni, è nata a Torino ed è alla prima partecipazione paralimpica. Studia psicologia, è tesserata per la Rari Nantes Torino e per il gruppo portivo Fiamme Oro. Fin da bambina gareggia con i normodotati e nel 2017 comincia a gareggiare per FIN (Federazione Italiana Nuoto) e FINP (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico) in regime di doppio tesseramento. Ha partecipato anche a gare di salvamento e in acque libere. È affetta dalla Malattia di Stargardt che le ha causato un abbassamento della vista fino a 1/10. Gareggia nella classe S13, ovvero atleti con vista da 2/60 a 6/60 e/o campo visivo fino da 5 a un massimo di 20 gradi (le valutazioni vengono effettuate sull’occhio migliore).

In chiusura di giornata arriva l’ultima medaglia: è l’argento nella staffetta mista 4×50 stile libero 20 punti. I 20 punti si riferiscono al fatto che le squadre possono schierare quattro atleti che insieme non superino un punteggio massimo prestabilito (in questo caso appunto 20 punti), calcolato in base alla classe di appartenenza. Ad esempio, la classe S6 equivale a 6 punti. Il quartetto azzurro composto da Giulia Terzi (S7), Arjola Trimi (S3), Luigi Beggiato (S4) e Antonio Fantin (S6) ha chiuso al secondo posto dietro una straordinaria Cina che ha vinto la gara con il record paralimpico.
Di Luigi Beggiato abbiato parlato sopra in occasione della medaglia individuale, scopriamo adesso gli altri tre atleti azzurri. Giulia Terzi ha 26 anni, è nata a Melzo, in provincia di Milano ed è alla prima partecipazione ai Giochi Paralimpici. È in Nazionale dal 2019 ed è tesserata per la Polha Varese e le Fiamme Azzurre. La sua classe di sport è la S7, riservata ad atleti con doppia amputazione o paralisi di braccio e gamba sullo stesso lato; nuotatori con il pieno controllo delle braccia e del tronco e con funzione parziale residua alle gambe; atleti con paraplegia (livello di lesione midollare L2 – L3). Giulia Terzi è infatti affetta da scoliosi congenita. Le sue prime avventure in piscina sono da neonata a cinque mesi, ha poi ricominciato da adulta su consiglio dei medici. È laureata in Scienze Politiche e studia Giurisprudenza.
Arjola Trimi ha 34 anni, è nata a Tirana, in Albania. È in nazionale dal 2013 ed è alla seconda partecipazione ai Giochi Paralimpici dopo Rio 2016 dove aveva vinto l’argento nei 50 stile libero. Appartiene alla classe S3 che comprende nuotatori con amputazione di tutti e quattro gli arti (monconi corti) che riescono ad avere una bracciata ragionevole, ma non hanno l’uso delle gambe o il controllo del tronco; atleti con problemi di coordinazione di tutti e quattro gli arti. È affetta da tetraplegia. Nuota fin da bambina ed ha praticato anche basket in carrozzina, calcio e atletica. La sua società è la Polha Varese.
Antonio Fantin ha 20 anni ed è nato a Latisana, in provincia di Udine. È alla prima esperienza ai Giochi ed è in Nazionale dal 201. Gareggia nella classe di sport S6, riservata ad atleti con nanismo (donne max 137 cm – uomini max 145 cm); amputazioni di entrambe le braccia sopra il gomito; amputazione sopra il gomito e sopra il ginocchio stesso lato o moderati problemi di coordinazione su un lato del corpo; atleti con paraplegia (livello di lesione midollare T9 – L1). Antonio Fantin è affetto da paralisi agli arti inferiori, conseguenza di una MAV (fistola artero-venosa) che ha causato una compressione midollare. Ha cominciato a nuotare da bambino per la riabilitazione post-operatoria ed è tesserato per la SS Lazio Nuoto e le Fiamme Oro.

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Le medaglie delle Paralimpiadi giorno per giorno: