Pa-Pa-Pré: scambi e baratti con il traguardo plusvalenze

Analisi e considerazioni sulle operazioni del recente calciomercato della Serie A: è sempre attuale il ruolo di Padre Padrone Presidente (Pa-Pa-Pré).

di Nando Aruffo

de laurentiis agnelli
Aurelio De Laurentiis e Andrea Agnelli (foto calcionapoli1926.it)

ATALANTA: Maehle e Kovalenko erano nei piani e sono arrivati. Così come l’uscita del “Papu” Gomez, del tutto indolore visto il rientro di Ilicic, il vero “nuovo acquisto” di questa stagione. Signorile l’uscita di scena del capitano passato al Siviglia dopo sette anni in nerazzurro: parole appropriate nel video di saluti.

BENEVENTO: Solo movimenti secondari. Il mercato non offriva molto per fare il salto di qualità necessario, specie nel reparto offensivo dove forse i campani avevano bisogno di crescere. L’allenatore, Filippo Inzaghi, è stato centravanti di valore: evidentemente sa come far rendere al meglio gli uomini che ha. L’acredine della critica gonfiata bolognese è ormai alle spalle: Pippo non lo dirà mai ma si sta prendendo una bella rivincita

BOLOGNA: Poca voglia di cambiare, molto lavoro all’estero per il direttore sportivo Walter Sabatini, il quale ha un piede in Italia e l’altro in Canada dal momento che riveste lo stesso incarico nel Club de Foot Montréal, società che appartiene a Joey Saputo, presidente rossoblù e proprietario della società canadese. C’è curiosa attesa per il difensore ventenne bulgaro Valentin Antov, del quale – Lele Adani dixit – si parla molto bene. Attendiamo la verifica del campo: il giovin virgulto sappia fin d’ora che il calcio italiano è molto più esigente di quello della sua terra e anche il palato sotto le Due Torri è più sopraffino. (Pippo Inzaghi, poco sopra, docet).

CAGLIARI: Applausi – stavolta e speriamo non una sola – al presidente Tommaso Edoardo Giulini: con la squadra in crisi (sei sconfitte consecutive) non imita il suo omologo granata Urbano Cairo e non getta a mare l’allenatore ma gli prolunga il contratto: segnale chiaro e forte ai calciatori abituati spesso a scaricare loro, per primi, i tecnici scomodi. La squadra mancava di qualità e di spessore, considerando il progetto di crescita affidato a mister Eusebio Di Francesco. Nainggolan è l’acquisto di punta, ma di peso sono anche Asamoah e Rugani. In Sardegna, nel girone di ritorno, dovrebbe sentirsi una “musica” diversa.

CROTONE: Di Carmine ed Ounas per restare aggrappati alla Serie A. Sembra un po’ pochino, ma questo passa il convento: Cu non poti mangiari ‘ carni si mbivi u brudu (Chi non può mangiare la carne è costretto ad accontentarsi del brodo), dicono in Calabria.

FIORENTINA: Più in uscita che in entrata. Segnale che a Claudio (da calciatore) Cesare (da allenatore) Prandelli va bene così com’è.

GENOA: Rileva l’arrivo di Strootman a fare da “faro” a centrocampo. Poi, con un occhio al bilancio, tenta qualche investimento per il futuro e ritarda l’uscita di Nicolò Rovella per dare liquidità. Il giovane centrocampista, 20 anni, è stato ceduto alla Juventus per 18 milioni di euro più bonus (fino ad un massimo di 20 milioni di euro) e rimarrà in prestito al Genoa fino alla fine del campionato 2021-2022. Un bel colpo per il direttore sportivo Francesco Marroccu.

HELLAS VERONA: In casa veronese un principio: vietato alterare gli equilibri. Gli acquisti di Kevin Lasagna (prestito biennale con obbligo di riscatto fissato a 6,5 milioni di euro, bel sacrificio), Stefano Sturaro (anche lui in prestito ma con diritto di acquisizione definitiva) e poco più vanno inquadrati in questo contesto. Forse la società gialloblù ha gettato le basi per un mercato estivo all’insegna delle plusvalenze.

INTER: Ingessata dalle vicende legate alla gestione finanziaria del colosso Suning: pagamenti degli stipendi a singhiozzo, liquidità di cassa azzerata o quasi dai mancati incassi di botteghino e diritti tv insieme con la difficoltà a far rispettare gli accordi commerciali in Cina. Prova il “colpo” Dzeko ma la Roma non ci sta. Forse il colpo di mercato può essere Christian Eriksen, rimasto in rosa per mancanza di… denaro in casa e alternative tecniche plausibili. Anche Antonio Conte si è dovuto arrendere alla realtà.

JUVENTUS: Solito colpo in prospettiva (Rovella), scientifica attenzione alla voce “plusvalenza”, l’uscita di Kedira, eppoi solo “voci” (Gianluca Scamacca, di proprietà del Sassuolo e in prestito al Genoa valutato più di 20 milioni euro: ma si può?). Società alla finestra in questa fase, ma il ringiovanimento della rosa già iniziato resterà un focus per i prossimi mesi. Forse nella stanza dei bottoni della Exor N.V. Gustav Mahlerplein 25, 1082 MS Amsterdam, holding (in italiano: società finanziaria che detiene il controllo di un gruppo di aziende) proprietaria della Juventus al 63,77% dovrebbero valutare meglio le capacità dei dirigenti bianconeri: Alex Sandro, Bentancur, Bernardeschi, Cuadrado e Rabiot non sono da Juventus. Poiché “dopo” son bravi tutti a parlare, un consiglio gratis e in anticipo: valutare Kulusevski a fine stagione e puntare a Barella, Scamacca e Zaniolo con il ritorno di Spinazzola.

LAZIO: Nessun movimento che potesse destabilizzare una squadra che ha una precisa identità tecnica ed un suo equilibrio nel bilancio. Solo un provvidenziale intervento nel reparto difensivo, con l’arrivo low cost di Musacchio. Fa mercato in uscita per la Salernitana, società che Claudio Lotito, presidente biancoceleste, controlla insieme con il cognato Marco Mezzaroma. Una mano dà, una mano prende: e rispondono alla stessa persona. Lotito, Agnelli, De Laurentiis & Co. Sono gli esempi emblematici che il calcio in quanto gioco si evolve ma è sempre attuale la figura del Padre Padrone Presidente i quali giustificano con il portafoglio capiente le loro scelte: nel bene e nel male. E non è detto che siano sempre scelte oculate. Anzi.

MILAN: Zitto zitto, interviene bene. Forse perché non c’è un Pa-Pa-Pré? Vedremo. Intanto il girone d’andata ha fatto capire che è la squadra da battere per lo scudetto. Porta a casa un innesto di qualità come Mandzukic – da grande scarto della Juve a grande spalla di Ibrahimovic – rinforza la mediana con Meitè e non si lascia destabilizzare dall’impossibilità (per infortunio) di arrivare a Simakan, obiettivo dichiarato, rimediando con Tomori. Zitto zitto…

NAPOLI: Il presidente Aurelio De Laurentiis ha speso tanto nel 2020 ed aspetta una risposta dal campo. La partenza dell’attaccante Milik (ah, quanto sarebbe stato utile se i presidenti non volessero sostituirsi ai tecnici!) dà un po’ di respiro alla gestione economica, quella di Llorente dà meno pressione alla gestione della rosa. La squadra viene confermata e messa alla prova: anche l’allenatore Rino Gattuso che a fine campionato saluterà la compagnia azzurra. Basti pensare alle sue scelte del passato e all’attuale conflitto dialettico con il presidente.

PARMA: Un’altra società che passa in mani estere, il Krause Group che ha acquistato il 90% del Parma Calcio 1913 Srl, nonché il 99% del Progetto Stadio Parma Srl (società creata per la gestione del progetto di ristrutturazione dello Stadio Tardini). Esce di scena Nuovo Inizio, la società composta dagli imprenditori parmensi Barilla, Dallara, Del Rio, Ferrari, GandolfI, Malmesi, Pizzarotti. L’arrivo della nuova proprietà ha fatto “virare” di corsa i ducali verso una linea giovane, a cui dovrà dare una prima integrazione già in questa stagione l’allenatore D’Aversa chiamato a sostituire Liverani. Notevoli gli investimenti, dirottati soprattutto nel reparto avanzato, con l’arrivo di Man, Zirkzee e Pellè. Per una stagione di transizione (e per la salvezza) dovrebbe bastare.

ROMA: Agitato il rapporto con il tecnico e con la grana-Dzeko che sembra risolta (ha fatto bene dal punto di vista del bilancio a non scambiarlo con l’interista Sanchez), ha dimostrato idee chiare con il ri-acquisto di El Shaarawy e con la sfida vinta sulla Juve per Reynolds, nuova scommessa a stelle strisce. Occorrono un paio d’anni per puntare in alto.

SAMPDORIA: Poco attiva la società del presidente Ferrero. Torregrossa dalla B e nulla più. Evidentemente al tecnico Ranieri va bene così.

SASSUOLO: Fanno bene a non toccare nulla in una squadra che sta dimostrando di vivere una stagione di crescita intensa. In questi casi si possono fare danni. Perché rischiare?

SPEZIA: Una delle sorprese del campionato. In questa prima metà della stagione, la squadra ha mostrato una buona organizzazione e discrete individualità. Ora avrà un Saponara in più. Salvarsi non sarà facile, ma neppure impossibile.

TORINO: Il presidente Urbano Cairo vuole eccellere in tutti i campi. Nell’editoria sta riverniciando la Gazzetta dello Sport: da “rosea” a “granata” per la gioia dei tifosi bianconeri. Nel calcio dovrebbe scegliere uomini da Toro: non solo in campo ma anche dietro le scrivanie. In una squadra che ha dimostrato discontinuità nella gestione mentale delle gare e poca qualità in alcuni ruoli, dal mercato arrivano Mandragora in cabina di regia e Sanabria al fianco di Belotti. Basterà?

UDINESE: Esce Lasagna ed entra Llorente. Entrano denari freschi più centimetri e cattiveria in avanti per una squadra che, forse, aveva proprio bisogno di una torre. Il vero “acquisto” è aver trattenuto De Paul.

GRAZIE di cuore ai miei 4G, personalissimi preziosi amici consulenti: l’azzurro Gaetano, l’esperto Giuseppe, il dialettologo Giovanni, il bianconero Guido.

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