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Marina Militare: la cultura del mare attraverso lo sport

Continua su Sportopolis.it lo speciale sui corpi militari e sul ruolo che hanno nello sviluppo dello sport italiano. Ne abbiamo parlato con il Capo di Vascello Ruggero Battelli, Capo Ufficio Vela/Sport della Marina Militare, che ringraziamo per la disponibilità.

di Nando Aruffo

  • Quale importanza attribuisce al Gruppo sportivo della Marina nell’ambito dello sviluppo dello sport italiano?
Il Capo di Vascello Ruggero Battelli, Capo Ufficio Vela/Sport della Marina Militare (foto Marina Militare)

La Marina Militare, al pari degli altri Gruppi Sportivi Militari e dei Corpi dello Stato, si muove in stretta collaborazione con le Federazioni Sportive Nazionali con lo scopo di contribuire allo sviluppo del “patrimonio sportivo nazionale”, ed opera nell’ambito dell’”Accordo Quadro” sottoscritto fra il CONI ed il Ministero della Difesa.

Gli atleti del Gruppo Sportivo della Marina Militare ci piace considerarli al pari delle Componenti Specialistiche ed Operative della Forza Armata. Per questo la Marina Militare, attraverso il proprio Gruppo Sportivo, permette agli “atleti di interesse nazionale” di trovarsi nella condizione di potersi dedicare e concentrare alla preparazione atletica e opera costantemente per mettere a loro disposizione strutture sportive, tecnici e professionisti di supporto. Un’organizzazione strutturata e solida, che è una delle espressione del Nostro Paese e delle Istituzioni, si fa carico di garantirgli le migliori condizioni per potersi esprimere nello sport di alto livello, andando a rappresentare l’Italia nelle più importanti competizioni sportive Nazionali ed Internazionali.

  • L’abolizione della leva obbligatoria vi ha creato problemi nel reclutamento degli atleti?

La leva è stata per molto tempo un importante bacino dal quale è stato possibile attingere risorse umane per la formazione degli organici della Forza Armata e quindi anche degli atleti del Gruppo Sportivo. Nel periodo in cui esisteva la leva, molti atleti di alto livello hanno vestito la divisa della Marina Militare. Con la sua abolizione si è dovuto ricorre ad un nuovo modo di arruolamento degli atleti, che oggi vengono selezionati attraverso un concorso pubblico per titoli, a loro espressamente dedicato. Di fatto è solo diventata un po’ più articolata e lunga la procedura per la loro acquisizione degli organici.

  • Quale interazione avviene con atleti che fanno parte sia di un Gruppo militare sia di una squadra civile?

Nelle discipline sportive dove è previsto il doppio tesseramento, gli atleti possono gareggiare anche per le società civili. La stretta collaborazione fra istituzione civile e militare, è caratterizzata dalla più totale sinergia e condivisione degli obiettivi, in quanto ci stiamo riferendo ad atleti che sono “patrimonio” dello sport, che vestiranno i colori della nazionale quando chiamati a competere in ambito Internazionale.

Negli sport individuali così come in quelli di gruppo, è frequente che gli atleti conservino il loro tecnico/allenatore societario, quale elemento cui fare riferimento, che si interfaccia costantemente con il tecnico/allenatore della Forza Armata. È infatti fondamentale seguire le indicazioni ed i programmi definiti dalle Federazioni Sportive Nazionali, per far sì che gli atleti possano raggiungere i risultati necessari per entrare a far parte di quella ristretta cerchia di “professionisti” che andranno a formare il c.d. “club olimpico”.

Negli sport di gruppo, quali a titolo esemplificativo la vela ed il canottaggio, si ha la massima espressione della sinergia ed interazione di atleti e tecnici, perché si lavora su un progetto condiviso per far sì che l’equipaggio possa esprimere il massimo delle potenzialità e capacità. Quanto detto avviene nell’assoluta collaborazione e sotto la supervisione della competente Federazione Sportiva Nazionale, con cui si lavora costantemente alla ricerca del migliore abbinamento degli atleti per la formazione di un equipaggio/team vincente.

  • Come avviene la scelta dell’atleta da reclutare?

Il prerequisito che deve possedere uno sportivo per poter partecipare la concorso pubblico per titoli riservato agli atleti, è la certificazione rilasciata dalla Federazione Sportiva Nazionale di “atleta di interesse Nazionale”. Il secondo elemento che entra in gioco sono i titoli, ovvero i risultati conseguiti nelle competizioni sportive Nazionali ed Internazionali, che si traducono in un punteggio che viene riconosciuto al candidato. Il limite numerico degli atleti (e quindi dell’arruolamento), è strettamente legato ai posti disponibili nell’organico della Forza Armata.

Infine, ma non per importanza, è necessario precisare che gli atleti che vengono arruolati nel Gruppo Sportivo devono essere tesserati in quelle Federazioni Sportive Nazionali dove la Marina Militare ha interesse per tradizione, ragioni storiche o per scelte a suo tempo operate, e sono 13 differenti discipline: Vela (classe Olimpica e Altura), Canottaggio, Canoa (slalom e velocità), Tuffi, Nuoto (in vasca, acque libere, per salvamento e sincronizzato), Tiro (a Volo, a segno e arco).

  • Avete atleti minorenni come altri gruppi sportivi dei corpi dello stato o militari?

La Marina Militare arruola nel Gruppo Sportivo esclusivamente atleti maggiorenni. Tuttavia, come accade per le altre Forze Armate e Corpi dello Stato, ha nelle fila delle giovanili atleti minorenni, allo scopo di consentire l’utilizzo delle proprie strutture sportive, nell’ottica di favorire la più ampia diffusione della pratica sportiva nel settore giovanile e dilettantistico. Tale attività in favore dei giovani si pone anche l’obiettivo di diffondere la cultura ed il rispetto del mare, dei valori e delle tradizioni che ci legano a questo preziosa e fondamentale risorsa del Nostro Paese.

  • Garantite agli atleti un futuro nel vostro corpo al termine della carriera?

Gli atleti al termine della loro “carriera” sportiva vengono valutati da un’apposita commissione che li valuta anche dal punto di vista del profilo militare. Gli scenari che si possono aprire sono vari.

Coloro che hanno mostrato particolari attitudini e che manifestano l’intenzione di continuare la loro “carriera” nello sport iniziano, sotto la supervisione e la guida dei tecnici, un percorso che li porterà ad essere, dapprima allenatori e tecnici dei settori giovanili, per poi diventare allenatori e tecnici degli atleti senior. L’obiettivo è quello di capitalizzare e non disperdere l’investimento fatto sui ragazzi, non soltanto dal punto di vista economico.

Coloro che non risultassero in possesso di tali requisiti possono trovare utile reimpiego nel contesto delle Sezioni Sportive della Forza Armata, dove vengono curate le attività volte al mantenimento dell’efficienza fisica del personale, negli Istituti di Formazione, dove vengono preparati e formati i futuri ufficiali e sottufficiali della Marina Militare, o in altro incarico, secondo le esigenze definite dall’impiego.

Penso comunque che la risposta più chiara alla domanda si possa sintetizzare in questa semplice frase “LA MARINA NON ABBANDONA MAI I SUOI UOMINI”.

  • Oltre agli sport marinareschi avete anche 5 atleti di tiro a volo (Antonino Barillà è un atleta ai vertici mondiali), una di tiro con l’arco, una di tiro a segno: come mai la scelta di questi sport?

Un’eccellenza della Marina Militare è da sempre il reparto operativo di Comsubin (Comando raggruppamento subacquei e incursori) dove è nato il primo embrione del tiro a segno del Gruppo Sportivo. Possiamo quindi affermare che la disciplina sportiva del tiro ha un profondo legame “storico” con la Forza Armata, e per questa ragione ci si è allargati ad altre discipline dello stesso ambito, proprio perché mettono in luce alcune delle doti che devono possedere i militari di una componente Operativa così di nicchia, quali la freddezza, la disciplina, la concentrazione ed in ultimo, ma non per importanza, l’abilità con le armi da tiro. Per ragioni di opportunità, nel passato recente gli atleti del tiro sono stati trasferiti da La Spezia al Centro Sportivo Agonistico di Tor di Quinto, dove adesso sono attestati i tre differenti settori del tiro (volo, segno, arco).

Antonino Barillà è ancora un attivo testimone ed il Capo Settore del Tiro a Volo, vantando una prestigiosa partecipazione alle Olimpiadi di Rio nonché numerose medaglie vinte a livello mondiale.

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Antonino Barillà, atleta di tiro a volo in forza alla Marina Militare (foto FITAV)
  • Dai campioni allo sport amatoriale, ai giovani: qual è attività sul territorio?

La Marina Militare ha sempre sostenuto l’importanza del ruolo della forma fisica e della connessa crescita personale attraverso gli insegnamenti che derivano dal praticare gli sport. Per questa ragione le discipline sportive sono materia di insegnamento nei nostri Istituti di Formazione di Livorno, Taranto, la Maddalena e Venezia.

Gli atleti della Marina vengono spesso inviati a presenziare, in qualità di testimonial o per attività di sensibilizzazione ed iniziative di promozione sociale promosse dalla stessa Forza Armata o dagli Organi di vertice Sportivo Nazionale o da Istituzioni Nazionali/Territoriali. Ne è un esempio l’attività svolta recentemente dagli atleti nel corso dell’emergenza Covid, anche attraverso la consegna porta a porta dei beni di prima necessità alle famiglie bisognose, in concorso le istituzioni locali. Inoltre in concorso con il CONI, i nostri atleti partecipano a manifestazioni nelle scuole per promuovere lo sport attraverso racconti di esperienze vissute.

Per quanto attiene alle attività volte a promuovere la cultura marinaresca, merita annoverare l’organizzazione dei “Corsi Velici Estivi” in concorso con la Presidenza del Consiglio dei Ministri che si svolgono l’estate presso l’Accademia Navale di Livorno, Mariscuola La Maddalena e Maristudi Venezia, in favore dei giovani delle scuole medie superiori.

  • Giochi Olimpici di Tokyo: lei è favorevole al rinvio?

E’ stata una scelta inevitabile e comprensibile di fronte al preminente interesse di tutela della salute pubblica. Sotto il profilo puramente sportivo e della preparazione degli atleti per la massima competizione sportiva internazionale, è innegabile che l’emergenza covid-19 ha comportato la rimodulazione dei programmi di preparazione e di allenamento, nella difficoltà di conciliare il loro programma federale con la tutela della salute. E’ ipotizzabile e prevedibile che tale slittamento temporale di un anno avrà riverberazioni anche sull’attività di preparazione per il successivo appuntamento di Parigi 2024.

  • Quali risultati si aspetta dai suoi atleti di vertice per i prossimi appuntamenti Europei, Mondiali e Giochi Olimpici?

Mai come ora, con l’emergenza che si sta vivendo sia a livello nazionale che internazionale assume un grande significato ed una grande importanza il senso di appartenenza e d’identità ad un’istituzione del Paese. Essere un atleta della Marina Militare significa avere l’onere e l’onore di portare avanti grandi valori, tradizioni ed un’immagine che da sempre contraddistingue il Nostro Paese. Al di là di quelli che potranno essere i risultati sportivi e le medaglie, ritengo che il loro maggiore onere sarà quello di rappresentare e far vedere che, nonostante le oggettive difficoltà in cui stiamo vivendo, gli Italiani, così come sempre hanno fatto nella nostra storia, sono un popolo forte e che non ha alcun timore e non è secondo a nessuno, nell’affrontare sfide importanti, risollevandosi e camminando a testa alte, uniti e forti sotto il nostro tricolore.

Oltre a questo mi aspetto che i nostri atleti gareggino nel pieno rispetto dei valori e delle regole dello sport. A prescindere dai risultati, ho piena conoscenza del sacrificio che hanno fatto per arrivare preparati agli appuntamenti sportivi che culmineranno nei Giochi Olimpici di Tokio, e questo mi è più che sufficiente per dire di essere orgoglioso di rappresentarli quale Presidente del Gruppo Sportivo della Marina Militare.

Mi sia consentito di spendere anche alcune parole di ringraziamento e di lode per tutto il personale che dietro le quinte, molto spesso nell’ombra, lavora affinché i nostri ragazzi siano in grado di esprimersi, al meglio, nei loro “gesti atletici”; persone senza le quali non esisterebbe il Gruppo Sportivo della Marina Militare.

  • Qual è la maggiore soddisfazione (anche non legata al risultato sportivo) che le ha regalato un suo atleta?

Sicuramente una grande soddisfazione arriva sempre quando si parla di sport di vertice e quindi di Olimpiadi, proprio come la medaglia di bronzo nel canottaggio vinta a Rio de Janeiro 2016 da Giovanni Abagnale nel due senza; un risultato importante per lo sport italiano prima di tutto e per la Marina Militare che viene ricompensata di tutto il lavoro di squadra svolto a sostegno dello sport nazionale. Oltre alle vittorie sportive, ritengo sia un successo anche quando un atleta al termine della carriera agonistica, decide di continuare a “vincere” puntando alla sua crescita professionale all’interno della Forza Armata, attraverso la partecipazione a concorsi interni per passaggio di grado e a corsi di qualifica sportiva. Sono dimostrazioni di maturità ed attaccamento alla Marina che li ha arruolati e sostenuti nel tempo.

Come un buon padre di famiglia, tutti gli atleti hanno pari dignità e ad ognuno di loro mi sento legato. Ciascuno, ogni volta che ho la possibilità di passare del tempo con loro, mi “regala” qualcosa; fossero anche solo quei minuti che “ruba” all’allenamento (con le occhiatacce dell’allenatore), per rimanere a finire un discorso iniziato, donandomi quindi parte del suo prezioso tempo e dandomi la possibilità di approfondire la conoscenza della persona, piuttosto che dell’atleta.

  • Lo Stato Maggior della Marina Militare Italiana ha siglato un accordo importante con la società ICCAB per lo sfruttamento commerciale degli stemmi ed emblemi della Marina Militare Italiana nel campo dell’abbigliamento: quali sono le motivazioni alla base di questa decisone, prima (e credo unica) nel mondo militare italiano?

La Marina Militare si può considerare pioniera nel settore della valorizzazione del proprio Brand, rispetto alle altre FF.AA., infatti, già  a partire dalla fine degli anni ’90, ha concesso il proprio benestare all’utilizzo dello stemma araldico ad Armata di Mare che lo ha “sfruttato” fino al 2006. Nel 2006 è stata poi avviata un’importante partnership  con la Società ICCAB di Campi Bisenzio (FI), volta alla promozione del Brand MM, inizialmente nel settore dell’abbigliamento, e, successivamente, anche in altri settori merceologici, Nel 2012, l’attività di valorizzazione economica di stemmi, emblemi, denominazioni e segni distintivi, è passata a Difesa Servizi SpA, società in house al Ministero della Difesa. ICCAB è il principale partner della M.M., ma non l’unico. La crescita della notorietà del marchio, non solo in Italia ma anche all’estero, è dovuta anche in parte a ICCAB che con i suoi numerosi punti vendita monomarca ha contribuito alla a tale crescita.

Le motivazioni che hanno portato non solo la M.M. ma anche le altre Forze Armate alla valorizzazione dei propri marchi, sono molteplici:

    – in primo luogo, la promozione della propria immagine, dei propri valori, della propria storia e tradizioni;

    – far conoscere ai giovani, attraverso la diffusione del “marchio M.M.”, la cultura marinara e la storia della Marina Militare;

    – ricercare risorse finanziarie aggiuntive, senza gravare sul bilancio dello Stato. Il settore dell’abbigliamento è uno dei tanti settori oggetto di valorizzazione economica.

  • Nel 2021 lei sarebbe contento se…

Riuscissimo a conseguire risultati sportivi maggiori del 2020 ed inferiori del 2022. Scherzi a parte mi ritengo molto soddisfatto delle persone che oggi fanno parte del Gruppo Sportivo della Marina Militare e di come la Forza Armata è particolarmente attenta nel realizzare le condizioni affinché si possa lavorare nel miglior contesto possibile.

Sicuramente quello che ogni Presidente auspica è di riuscire ad avere il massimo numero possibile di atleti vincitori negli appuntamenti sportivi Nazionali ed Internazionali, ma ritengo che la cosa più importante per me, è che rimanga inalterato e semmai più forte in tutti noi il senso di appartenenza alla Marina Militare, e che si continui ad essere un “equipaggio” coeso, forte e determinato, così come “Mamma Marina” ci ha da sempre insegnato ad essere … “equipaggio”.

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Equipaggio di vela della Marina Militare (foto Marina Militare)

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