ParaTriathlon: tre volte campioni
di Chiara Aruffo
La storia

Il paratriathlon è la variante per atleti con disabilità del triathlon, uno sport che combina nuoto, ciclismo e corsa a piedi. Il paratriathlon si è sviluppato all’interno dell’International Triathlon Union (ITU) negli ultimi venti anni. Si ha notizia di partecipazioni isolate nel 1983 e 1984 negli Stati Uniti, che potrebbero essere considerate come le prime apparizioni ufficiali del paratriathlon. L’evoluzione del movimento fa sì che il paratriathlon acquisisca sempre più indipendenza fino all’organizzazione dei primi Campionati del Mondo a Cleveland (USA) nel 1996. Il termine Paratriathlon viene coniato ufficialmente nel 2005. Le gare di paratriathlon vengono disputate sulla distanza olimpica fino al 2009, anno in cui si decide di adottare la distanza Sprint (750 m a nuoto, 20 km in bici/tandem/handbike, 5 km di corsa a piedi/in sedia a rotelle). L’esordio paralimpico avviene in occasione di Rio 2016.
L’International Triathlon Union (ITU) viene fondata nel 1989 ad Avignone (Francia), anno in cui si svolgono anche i primi Campionati Mondiali di Triathlon. Proprio recentemente, il 1° ottobre 2020, la federazione internazionale ha cambiato nome in World Triathlon. In Italia, l’Associazione Italiana Triathlon viene fondata ufficialmente nel 1985, e adotterà il nome attuale, Federazione Italiana Triathlon (FITRI) nel 1989. Nel 2016, la FITRI viene riconosciuta come Federazione Sportiva Paralimpica dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP).

Uno sport, tre discipline
Una gara di paratriathlon comprende tre frazioni di discipline diverse: nuoto, ciclismo su strada (in bici/tandem/handbike) e corsa (a piedi/in sedia a rotelle) senza nessuna pausa tra uno e l’altro. Gli atleti sono suddivisi in nove classi di sport a seconda del tipo di disabilità; ai Giochi di Tokyo ci saranno eventi solo per quattro classi. PTWC: in carrozzina, include atleti paraplegici, quadriplegici, polio gravi o amputati a entrambe le gambe. Nella frazione in bici usano l’handbike e nella frazione podistica utilizzano una carrozzina da corsa. PTS2: atleti con amputazione a una gamba sopra il ginocchio e con due arti affetti da amputazioni, paresi o gravi limitazioni. PTS3: atleti con uno o due arti affetti da amputazioni, paresi o gravi limitazioni. PTS4: atleti con un arto affetto da amputazioni, paresi o limitazioni medie. PTS5: atleti con un arto affetto da amputazioni, paresi o limitazioni lievi. Nelle categorie PTS le bici possono essere modificate per adattarsi alle necessità degli atleti, per esempio cambiando la forma dei pedali o le leve dei cambi. PTVI: atleti affetti da disabilità visiva assoluta (1) o parziale (2/3). Utilizzano il tandem nella frazione ciclistica e gareggiano accompagnati da un atleta guida in tutte le frazioni.
Le gare di paratriathlon possono si svolgono sulla distanza detta Sprint: 750 m a nuoto, 20 km in bici/tandem/handbike e 5 km di corsa a piedi/in sedia a rotelle. La gara inizia direttamente nell’acqua quindi non c’è il tuffo iniziale. Non esistono batterie e l’evento si svolge quindi come singola gara.

Giochi Paralimpici

Il paratriathlon fa il suo esordio ai Giochi Olimpici di Rio 2016 dove vengono disputati sei eventi.
Il medagliere paralimpico vede in prima posizione gli Stati Uniti (4 medaglie di cui 2 d’oro), seguiti da Gran Bretagna e Olanda. L’Italia è riuscita a conquistare un argento e un bronzo con Giovanni Achenza e Michele Ferrarin.
Tokyo 2020
A Tokyo 2020 sono in programma otto eventi di triathlon: quattro eventi maschili (PTWC, PTS4 – include anche PTS2 e PTS3, PTS5, PTVI) e quattro femminili (PTWC, PTS2, PTS5 – include anche PTS3 e PTS4, PTVI). Parteciperà un totale di 80 atleti (36 uomini, 36 donne più 8 atleti decisi dalla Commissione Bipartita).
I posti a disposizione saranno assegnati in base al ranking mondiale che sarà pubblicato in data 15 luglio 2021, e qualificheranno 72 atleti a livello individuale (9 per ciascun evento). Gli 8 restanti posti saranno assegnati invito della Commissione Bipartita senza limitazioni di numero per genere. Ogni nazione può qualificare un massimo di 16 atleti (due per ogni evento), da sottolineare inoltre che i pass vengono assegnati alla nazione e non al singolo atleta. L’Italia sarà rappresentata a Tokyo da 5 atleti: Giovanni Achenza, Anna Barbaro, Alberto Buccoliero, Rita Cuccuru e Veronica Yoko Plebani.
Eventi maschili | Eventi femminili |
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PTWC | PTWC |
PTS4 (include PTS2 e PTS3) | PTS2 |
PTS5 | PTS5 (include PTS3 e PTS4) |
PTVI | PTVI |
