L’insostenibile leggerezza del pallone
Insigne e la casetta in Canadà, il Covid, gli stadi che aprono e che chiudono: riprende la corrispondenza tra Salvatore e Maria

di Gaetano Borrelli
Caro Salvatore,
è da un poco che non ci sentiamo ma sono stata molto distratta e onestamente c’è stato anche poco da dire. Ma la situazione oggi è cambiata e si rifà sotto la polemica tra i fautori del calcio “in presenza” di pubblico e quelli che vorrebbero sospendere il campionato o, al minimo, farlo giocare a porte chiuse.
Certo è che per i tifosi è una vera sofferenza, perché in questa situazione non si sa fino alla fine con quale squadra si giocherà o se si giocherà o anche di chi sarà la decisone di giocare o no. Non si capisce chi comanda e chi ha la priorità: le Asl territoriali o la Federcalcio o il Governo centrale. Qui già la storia del Covid è complessa ma per il calcio mi sembra ancora più complessa se poi entriamo nel merito economico della faccenda che non è secondaria ma, anzi, viene presentata come fondamentale dalle società che nel frattempo sono incora implicate in scandali e scandaletti.
Ho l’impressione che, per loro, non conti molto il calcio come sport. Si parla di Insigne e del suo passaggio al Toronto e non, ad esempio, che la presenza di Insigne nella squadra sia stata “insignificante”, come da cognome. I soliti noti gettonati commentatori, in genere ex calciatori, continuano a criticare i tifosi che non apprezzano i cambi di casacca per puro denaro ma se, come dicono loro, ne hanno diritto perché professionisti, io come tifoso che vede il bacia bacia della maglia ad ogni istante non ho il diritto a dire che sono dei mercenari o meglio dei 71 (nella smorfia napoletana è il numero che distingue l’uomo di m…)? Secondo loro allora Juliano (per rimanere a Napoli) era professionista, o no? E comunque Salvatò quanta amarezza!
Ti abbraccio
Maria
Maria, che vuoi che ti dica: anno nuova vita vecchia. Le regole per costoro non esistono, ma mica solo per loro. La domanda è: perché si limita il cinema e il teatro e poi si permettono stadi pieni? E perché, per chiudere un cinema si fa con un decreto e per chiudere uno stadio ci vuole la Corte Costituzionale? E perché bisogna discutere con una associazione privata per prendere qualsiasi decisione? Sono ovviamente domande alle quali non ci sarà mai una risposta. Ma quello che mi colpisce di più è lo spregio delle regole come, ad esempio, nel caso della vicenda Salernitana, ancora di proprietà di Lotito, noto galantuomo che non merita accanimento giudiziario. Ma tutto ciò è esteso anche ad atre vicende come la storia del tennista Djokovic, per il quale sono attualmente mobilitati due Stati, Serbia e Australia, non so quante corti e addirittura la Chiesa Ortodossa Serba che evidentemente non ha niente da fare di più importante. Ma tu stai tranquilla, perché io so che la tua amarezza non deriva da quello che racconti ma dalle sconfitte in serie del Napoli che hanno fatto svanire il tuo sogno. Marì non mentire, io lo so: se il Napoli riprende a te tutto passa, altrimenti che tifosa saresti?
Ti abbraccio forte, Marì!
Salvatore