Giochi Olimpici

La tregua olimpica: breve storia dall’Antica Grecia ad oggi

di Chiara Aruffo

In questi giorni tristi si è parlato anche di tregua olimpica, ripercorriamo insieme la storia e l’impatto nel mondo dello sport.

Ekechiria: la tregua nell’Antica Grecia

La colomba della pace che porta nel becco un ramo di ulivo (kotinos) è il simbolo della tregua olimpica. Sullo sfondo, le fiamme olimpiche colorate evocano la gioia delle celebrazioni.

La tregua olimpica ha quasi tremila anni, e un po’ come i Giochi Olimpici è stata per lungo tempo dimenticata prima di essere ristabilita in tempi recenti. La prima tregua olimpica – Ekecheiria dal nome della personificazione della cessazione delle ostilità nella mitologia greca – viene siglata nel 776 a.C. da Ifitos re dell’Elide, Cleostene re di Pisa e Licurgo di re Sparta per permettere lo svolgimento dei Giochi tra città spesso in guerra tra loro. Negli anni seguenti il trattato viene adottato da altre città: il santuario di Olimpia e la regione dell’Elide ottengono un’immunità di fatto che permette ad atleti e spettatori di raggiungere Olimpia e partecipare ai Giochi senza dover temere per la propria sicurezza. Nelle settimane precedenti i Giochi, gli Spondophoroi partono dall’Elide con una corona di olivo in testa e il caduceo (il bastone alato di Hemres) per annunciare l’inizio della tregua.

La dissoluzione dell’ex Jugoslavia e la nuova tregua olimpica

Con l’abbandono dei Giochi Olimpici antichi anche la tregua viene dimenticata e non viene immediatamente ristabilita nei Giochi Olimpici moderni. Bisognerà aspettare il 1991 perché l’idea venga riesumata: le sanzioni promulgate in seguito alla dissoluzione dell’ex Jugoslavia includono – per la prima volta – lo sport e il CIO scende in campo per negoziare con l’ONU in favore della partecipazione degli atleti ai Giochi Olimpici. L’accordo viene raggiunto e gli atleti dell’ex Jugoslavia partecipano alle Olimpiadi di Barcellona 1992 come atleti olimpici indipendenti. A farne le spese sono gli sport di squadra (al contrario ad esempio di quanto avvenuto fino ad oggi con la Russia bannata per doping di stato, ma che ha mantenuto il diritto di partecipare ad eventi di squadra e staffette con il nome di ROC – Russian Olympic Committee), con una nazionale di basket e una di pallanuoto altamente competitive che non hanno potuto prendere parte alle competizioni olimpiche.

Le risoluzioni dell’ONU

Dal 1993 ad oggi l’ONU continua a supportare il CIO e ogni due anni l’Assemblea Generale adotta la risoluzione “Building a peaceful and better world through sport and the Olympic ideal” (Costruire un mondo di pace e migliore grazie allo sport e agli ideali olimpici). Tale risoluzione (qui quella di Pechino 2022) invita gli Stati e gli individui alla tregua dai conflitti per poter permettere la partecipazione ai Giochi per un periodo che va da sette giorni prima dell’inizio dei Giochi Olimpici a sette giorni dopo la fine dei Giochi Paralimpici. È interessante però il fatto che – come riportato nel 2018 in un editoriale di David Owen per Inside the Games – la risoluzione sia adottata per “consenso” quindi per larga maggioranza e non all’unanimità, e che non abbia in realtà valore vincolante.

Le violazioni alla tregua

Non stupisce quindi che una risoluzione simbolica e non vincolante sia stata più volte disattesa. Durante i Giochi Invernali di Nagano 1998, la tensione in Iraq tra Turchia e PKK è crescente e il segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan approfitta della tregua olimpica per cercare una soluzione diplomatica. L’8 agosto 2008 giorno della Cerimonia di Apertura dei Giochi di Pechino, le truppe russe invadono la Georgia. Durante le Olimpiadi di Londra 2012, la Siria affrontava settimane durissime di guerra civile, di fatto ancora in atto e che non ha mai visto le ostilità fermarsi in vista dei Giochi. Nel 2014, con un tempismo che ricalca quello visto in questi giorni, scoppia la crisi della Crimea in Ucraina proprio nei giorni tra la fine dei Giochi Olimpici e l’inizio dei Giochi Paralimpici di Sochi 2014. Pechino 2022 sembra quasi chiudere un cerchio, con una tregua non rispettata che ha determinato l’esclusione degli atleti paralimpici russi e bielorussi a causa delle proteste veementi provenienti da tutto il mondo a seguito dell’invasione della Russia in Ucraina. E pensare che la tregua olimpica era stata reintrodotta proprio per proteggere gli atleti dalle sanzioni imposte dopo la dissoluzione dell’ex Jugoslavia. Sarà la fine della tregua olimpica per come la conosciamo oggi? Rimarrà una risoluzione simbolica pronta ad essere disattesa?  

Thomas Bach (Presidente del CIO), destra, firma il Murale della Tregua Olimpica a Pechino (Foto Wang Zhao/AFP/Pool per Xinhua).

Foto di copertina: Olympics.org

Un pensiero su “La tregua olimpica: breve storia dall’Antica Grecia ad oggi

  • Grazie oltre che per il lavoro di ricerca, per l’idea che è illuminante.

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