Pablito, la possibilità dell’impossibile

di Gaetano Borrelli

Paolo Rossi in maglia azzurra (foto FIGC)

Caro Salvatore,

in questo anno, ma sì diciamolo senza ipocrisia, di merda, tra gli altri è morto anche Paolo Rossi, il nostro Pablito nazionale. Non sto a dirti chi era e perché per noi appassionati di calcio ha tanto rappresentato e tanto rappresenta ancora oggi. Voglio però ricordare a te, che fai un vanto del tuo disinteresse per il calcio, perché Paolo Rossi è stato importante specie in quel 1982. Come sai Maradona i campionati del mondo li vinceva da solo anche all’interno di una squadra che senza di lui avrebbe lottato per non retrocedere. Rossi non era così.

Lui è stato il terminale di una squadra vera che giocava un calcio forse non elegante ma se vogliamo “voglioso” con un allenatore che tutto assorbiva e la cui missione principale era tenere il gruppo “fuori” da tutto quello che a suo parere niente aveva a che fare con il calcio. Il simbolo di quella squadra diventò Rossi non solo per i sei gol che ci permisero di vincere un mondiale ma semplicemente perché Rossi rappresentava l’imprevedibilità e la bellezza del calcio. Anticipo le tue obiezioni e ti spiego perché. Pablito era stato fermo due anni per squalifica per una brutta storia di scommesse per la quale si è sempre dichiarato innocente. Forse non era innocente ma forse non sapeva che stava commettendo un reato. Fatto sta che fu punito con due anni di squalifica, gli anni prima del mondiale.

Una persona che non fosse stato Bearzot avrebbe certamente scartato Rossi preferendogli magari Pruzzo, grande calciatore e capocannoniere all’epoca della serie A. Ed è qui che scatta la possibilità dell’impossibile che sembra impossibile fino alla fase a tre. Nelle eliminatorie, infatti, l’Italia si qualifica per un misero scarto di un gol e quando gli toccano Argentina, con Maradona, e Brasile, con Zico, tanto per citarne qualcuno, il Mattino, quotidiano di Napoli, dà all’Italia una percentuale di passaggio del turno del 5% specificando che si era mantenuto largo. In effetti dopo quello che si era visto era giusto così, anche perché il nostro futuro eroe Pablito era a quota 0 gol. Tutto ciò era il possibile ma con la partita con il Brasile Pablito fa tre gol e allora quello che sembrava impossibile potesse cambiare diventa possibile anche dopo il digiuno con l’Argentina.

Sei gol di fila, 3 al Brasile, 2 alla Polonia e 1 alla Germania e l’impossibile diventare Campioni del Mondo diventa possibile, anzi è possibile. Ma tu prova a pensare se Bearzot avesse ascoltato i giornalisti lasciando Rossi a casa o se dopo le prime tre partite lo avesse sostituito in maniera definitiva. Di cosa staremmo parlando oggi? Capisco la tua obiezione ”forse è stato culo, semplice culo” ma non è così. Il culo calcistico resta una prerogativa di Sacchi, come gli appassionati sanno, il famoso cul de sac. Ma lo sai perché tutti noi dovremmo essere grati a Paolo Rossi? Te le ricordi le immagini di Sandro Pertini? Senza Rossi non le avremmo mai viste e anche per questo grazie Pablito e, mi raccomando, gioca con Diego.

Ti saluto

Maria

Cara Maria,

sei davvero la tifosa più appassionata e quindi irrazionale che io riesca a immaginare. Tu in qualsiasi cosa accada nel mondo del pallone ci vedi poesia e bellezza. Ma proprio in tutto. Saresti capace di trovare sublime, ad esempio, il morso che un giocatore del Pisa, Cuoghi, dette a Cerezo, in un Sampdoria-Pisa dove Cerezo fu pure espulso perché mollò una sberla per liberarsi dai denti del pisano.

Io credo che bisogna rispettare i morti, anche la legge lo fa, infatti si dice che la morte annulla i reati, ma permettimi di dubitare del fatto che Rossi fosse stato raggirato da qualcuno a Perugia anche se all’epoca l’aria che tirava nel mondo del calcio non era propriamente respirabile. Come tu sai, anche se non lo ammetterai mai, non è che oggi i tempi siano cambiati. Di scommesse, falsi acquisti e schifezze varie il mondo del pallone è pieno. Ma come fa allora a reggersi moralmente al di là degli interessi economici? E’ quasi un mistero e in quel quasi ci sono i gol al mondiale di Paolo Rossi. Vedi perché nel calcio come nelle cose della vita avviene spesso che al massimo della sfiducia succede qualcosa che ci fa fare marcia indietro e salva baracca e burattini.

Il merito di Rossi, in questo strumento inconsapevole e involontario, fu quello di far riavvicinare al calcio gente che, a causa di quanto successo prima del mondiale, se ne era allontanata quasi definitivamente. Poi avvenne il miracolo laico che si chiama Gol, Gol, Gol, Gol, Gol, Gol, e tutto riprende come e meglio di prima. Il merito di Pablito è stato quello di aver favorito una retromarcia di un’auto che era su una china pericolosa, non altro. Mi fa un po’ sorridere poi l’elogio di Paolo Rossi che se ne fa dopo che, purtroppo, è morto. Era un bravo uomo, padre affettuoso, persona gentile ed educata, buon padre di famiglia, ovvero come, fortunatamente, la maggior parte degli italiani.

E allora a che vale ribadirlo? La verità è che, avendo Pablito fatto quei sei gol, fosse stato Dracula, sarebbe stato amato lo stesso, perché nel calcio non conta niente chi sei nella vita ma conta solo quanto fai vincere. Detto tutto ciò a me dispiace che sia morto, l’ho sempre trovato simpatico.

Ti abbraccio

Salvatore      

Un pensiero su “Pablito, la possibilità dell’impossibile

  • 18 Dicembre 2020 in 08:59
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