Bikejoring: mai superare il cane
di Emanuele Di Casola
Intervista ad Angelo Mariani: atleta, appassionato ed esperto di una particolarissima disciplina

Originario di Roma, Angelo Mariani si è spostato ai Castelli Romani, dove ha più spazio per i suoi sei cani. Lo abbiamo ascoltato per sapere di più sul Bikejoring, uno sport che sta riscuotendo un discreto successo.
Di fatto, il Bikejoring nasce come disciplina da neve, che è il contesto a cui pensiamo subito se sentiamo l’espressione “cane da traino”. Tuttavia, esiste anche la versione su terra: si pratica con l’ausilio di una bicicletta o di un dog scooter, che è simile a un grande monopattino trainato dal cane. Come ricorda lo stesso Angelo, una delle regole è: “Non superare il cane. Non puoi andare più veloce del cane, di conseguenza è lui a dettare il ritmo della gara”. Ovvero: se superi il cane vieni squalificato.
Ma come è iniziata la passione per una disciplina così particolare?
“Abbiamo un cane – Andy, un collie – che è tutt’altra razza da quelli usati per il bikejoring. In un’esposizione abbiamo scoperto una delle razze usate per questo sport: gli Alaskan Malamute. Dopo dieci giorni avevamo accolto il nostro primo Alaskan. Un evento che ha dato inizio ad un percorso di conoscenza della razza e della sua natura «stakanovista»”.
Dopo poco, Angelo ha accolto Aria, Driscoll, Royal, Boheme, Prince, Linda e Denver. Da qui la scoperta della disciplina del Bikejoring, che fa capo all’IFSS (International Federation of Sleddog Sports), riconosciuta anche dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale).
Uno sport di squadra
Deve essere presente, dunque, una raffinata sintonia tra cane e umano, il non plus ultra sarebbe allineare la velocità del cane a quella della bicicletta?
“La capacità dell’atleta deve essere quella di allenare al meglio il cane, parallelamente a una preparazione atletica personale. Bisogna far sì che il cane senta di trainare l’atleta, perché se così non fosse il cane stesso si sentirebbe inutile. Allo stesso tempo bisogna evitare di rendere troppo pesante il carico sul cane, per far sì che quest’ultimo sia veloce e prestante”.
Un equilibrio sottile: tenere la corda sempre in tensione ma mai eccessivamente, per raggiungere la massima efficienza dello sforzo di tutto il team. Questo sport è, di fatto, uno sport di squadra. Una buona gara non dipende esclusivamente dalla prestazione dell’atleta “umano”, che può decidere di mettercela tutta, ma “È a tutti gli effetti un percorso che va fatto tra cani ed esseri umani”.
Al centro di tutto, un amore incondizionato per questi animali, che per rendere al meglio necessitano di una condizione psicologica adeguata. Proprio in relazione a questo, non è pensabile uno “sfruttamento” del cane come puro animale da traino: “Questo tipo di cani, specialmente quelli nordici, stanno bene se corrono e trainano: il movimento è parte della loro indole”.
Bikejoring: Una disciplina agonistica
E le gare?
“Prima della pandemia, siamo arrivati terzi con il dog scooter ai Mondiali in Inghilterra; Quest’anno ci saranno due Mondiali: uno in Germania organizzato dalla IFSS (International Federation of Sleddog Sports) e uno in Belgio organizzato dalla WSA (World Sleddog Association).”
Altro punto importante di questo tipo di sport è – quando si hanno a disposizione più cani/atleti – la scelta di quello più pronto in vista della gara; una scelta che dipende dal tipo di terreno e dalla condizione del cane: “Ci sono percorsi specifici per ogni specialità: il Bikejoring, ad esempio, prevede un diverso tipo di percorso rispetto al dog scooter: che ne prevede uno simile ma con variazioni. Sta all’atleta valutare se nel giorno o nella settimana della competizione il cane sta bene, ha voglia di gareggiare o ha particolari problemi. Sono dettagli che si riescono a capire stando a contatto con il cane”.
Nel caso di un cane non in forma o con particolari problemi fisici, il regolamento prevede, per ogni competizione, la presenza di un team di veterinari di federazione che deve dare l’ok alla partecipazione alla gara. “Per le gare molto lunghe, viene anche considerato il fatto che tu debba avere dei cani di riserva, pronti a subentrare”.










“È uno sport che si vive in sintonia con la natura”
Il Bikejoring è fatto di equilibri e rette parallele: quella tra cane e uomo, e quella tra indole e addestramento.

“Si utilizza la capacità genetica di queste razze, ma dai sei mesi di vita in su si inizia a introdurre il cane all’attività, attraverso esercizi che non richiedono uno sforzo fisico importante. Il cane, infatti, non può essere attaccato alla fune di traino prima dei 12/14 mesi. Già da prima, tuttavia, si inizia con una preparazione libera, ad esempio andando in bici accompagnati dal cane, libero, che segue l’atleta lungo il percorso. L’inizio prevede di evitare di caricare di peso e particolari condizionamenti il cane, ma rendendolo partecipe del proprio modo di andare in bicicletta e facendo sì che la muscolatura si inizi a formare. Per evitare infortuni e danni all’animale, il regolamento proibisce la partecipazione alle gare prima dei 15 mesi per quanto riguarda la neve e 18 per la terra”.
Su Alessandro Proni, ex ciclista su strada e attuale preparatore atletico di Angelo Mariani, lo stesso Angelo racconta com’è arrivato ad essere seguito da un professionista come Proni. “ Alessandro è un preparatore molto presente. Mi è stato presentato da un amico. Ho avuto un contatto con lui, che inizialmente non voleva collaborare, ma dopo un po’ di pressioni (ride, n.d.r.) ha accettato.
Il lavoro con Alessandro consiste nella preparazione dell’atleta umano; dei cani si occupa chi gareggia con loro: di fatto la mattina (per 3/4 volte a settimana) mi occupo di allenare i cani e il pomeriggio di allenare me stesso”.
“Oltre alle attività della nostra società sportiva Snowstars, ci occupiamo di far fare allenamenti e di far avvicinare persone a questa disciplina. Abbiamo tanti percorsi da fare, il parco dei castelli Romani è uno dei più belli in Europa per ciò che riguarda il trail. In questo momento stiamo organizzando per il 23 ottobre a Cerveteri una gara di qualifica per alcune competizioni internazionali, tra cui il campionato Mondiale IFSS”.