CalcioEditoriali

Il valzer degli allenatori

di Gaetano Borrelli

Da sinistra: Inzaghi, Allegri, Sarri, Pioli, De Zerbi, Zidane, Gasperini, Italiano, Gattuso (fonte: eurosport.it)

Caro Salvatore,

tu che sei un saggio aiutami a capire. Ho seguito il calciomercato delle ultime settimane e devo dire che sono rimasta meravigliata assai. Non si parlava tanto di calciatori che sono alla fine, o dovrebbero essere, determinanti per il gioco, ma di allenatori. A memoria mia non ricordavo tante notizie sui coach, come si dice oggi. Ma vediamo i movimenti e cerchiamo di capire se c’è una logica. Partiamo dal caso più noto: Conte. Squadra che vince non si cambia, evidentemente vale anche per squadra senza allenatore. Capire Conte è impresa troppo ardua per me. Se ne andò dalla Juve dopo svariati successi e nonostante la lunga militanza da calciatore e poi da allenatore ha mostrato il medio a un Agnelli, gesto poco elegante. Ma perché Conte se ne va? Secondo me non è lui che vuole andare via, lo cacciano perché non lo sopportano, tant’è che l’Inter alla fine gli ha dato anche dei soldi pur di toglierselo di torno. Veniamo ad Allegri. Qui invece non si capisce perché la Juve lo abbia mandato via. Allegri è un perfetto aziendalista da Juve. Spocchioso, non molto sportivo, fedele ad una logica di clan interno, contrario a ogni tipo di bel gioco, uno che guarda solo al risultato. E allora perché la Juve per due anni si è perso questo perfetto allenatore tentando l’avventura prima con Sarri, pagato un anno per non fare niente e poi con Pirlo che pagherà un altro anno per non fare niente? Gattuso allenava una squadra che ha scalato posizioni su posizioni senza poi raggiungere l’obiettivo: come si dice a Napoli ha fatto la corsa del ciuccio. Sembra quasi un dispetto al suo Presidente aver fallito in maniera miserrima l’ultima partita. Forse le vittorie del Napoli erano dovute al silenzio stampa e quindi aveva ragione De Laurentis, ma non si spiega nemmeno con gli infortuni. Non essere arrivato tra i primi 4 è comunque un insuccesso. Alla fine a Napoli è arrivato una vecchia volpe, Spalletti, reduce dagli insuccessi di Milano e dai casini di Roma, chiedere a Totti e a De Rossi. Riuscirà ad andare d’accordo con Insigne? Non si sa. Veniamo al colpaccio José Mourinho. A Roma credono, evidentemente, nelle sue qualità taumaturgiche: se la squadra è quella cosa può fare? Riuscirà a fare di Pastore un giocatore? Farà ringiovanire Edin Džeko? Una stretta di mano vale più di un contratto. Vero ma se la stretta di mano è di Simone Inzaghi ci devi mettere l’assegno dentro altrimenti vale la mano dei cinesi dell’Inter. Sono curiosa di vedere l’accoglienza che avrà a Roma quando incontrerà la Lazio. Qualcuno in altri tempi avrebbe detto il fatidico “Che figura di merda” oppure il più signorile “di fronte al denaro l’amore mi passa”. Ma davvero Roberto De Zerbi, definito il miglior giovane allenatore italiano, è andato in Ucraina allo Šachtar? Ma come: prima lo associano a Napoli, Juve, Milan, Torino, dove comunque non ci vuole andare nessuno, e poi lo mandiamo nel lontano est? E Vincenzo Italiano, accostato a molte big, che rimane allo Spezia? Vuoi vedere che magari è uno dei pochi signori di questo calcio, da cose da pazzi. Fatto sta che nell’ultimo campionato sono saltati in corsa 7 allenatori e 5 non hanno nemmeno cominciato. Ma va bene così: che la giostra riparti comunque!

A presto,

Maria

Cara Maria,

ho sempre avuto dubbi sull’effettivo valore degli allenatori. José Mourinho, Guus Hiddink, Claudio Lippi, Carlo Ancelotti, Claudio Ranieri, Louis Van Gaal, Antonio Conte, Massimiliano Allegri, Luciano Spalletti, Maurizio Sarri, sono stati tutti esonerati almeno una volta in vita loro. I loro insuccessi erano dovuti tutti alla composizione della squadra che avevano oppure non erano adatti a quella squadra o a quell’ambiente? Non si sa e non è dato sapere. Quello che possiamo dire che alcuni allenatori come Sacchi, Prandelli, Giampaolo, hanno buttato la spugna volontariamente sopraffatti dallo stress, dicono loro. Certo posso dirti che se un allenatore trova un Presidente che gli compra tutto il meglio che c’è e magari anche gli arbitri alla fine se non vince è un pirla davvero. Certo che in Italia non esiste la figura dell’allenatore manager che resta lì per oltre 20 anni. Guarda Maria. Questi sono i 10 allenatori che sono stati alla stessa squadra per più tempo. Di Italiani c’è solo Pozzo che però allenava la nazionale.

Alex Fergusson (Manchester United 1986 – 2012)

Guy Roux (Auxerre 1961–2005)

Willie Maley (Celtic 1897–1940)

Ronnie McFall (Portadown 1986–2016)

Ignacio Quereda (Spagna femminile, 1988–2015)

Arsene Wenger (Arsenal 1996-2018)

Juan Santisteban (Spagna giovanile, 1988–2008)

Valeriy Lobanovskiy (Dynamo Kyiv 1974–1982, 1984–1990, 1997–2002)

Francky Dury (Zultse VV 1990–1993, 1994–2001, SV Zulte Waregem 2001–2010 – 2021)

Vittorio Pozzo (Italia, 1929–48)

Mickey Evans (Caersws 1983–2007)

Quindi Maria che vuoi che ti dica. Vale anche in questo caso il vecchio adagio che dice “Spesso chi lascia la strada vecchia per quella nuova, sa quello che lascia ma non sa quello che trova”.

Ti abbraccio Maria, a presto

Salvatore

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