CuriositàGiovaniSpeciali

Imparare il rispetto a bordocampo: quando i genitori vanno educati alla competizione

Immagine di senivpetro su Freepik

di Pamela Fabiano

Tifo esasperato contro gli avversari, insulti, recriminazioni contro l’arbitro, e molto altro ancora. Allora, la Pastorale giovanile della diocesi di Pavia ha detto basta e ha annunciato l’annullamento della 28esima edizione del Torneo degli oratori prevista per l’anno 2024. Se la situazione migliorerà, forse, si potrà riprendere nel 2025. Questa notizia, che è passata abbastanza inosservata e che riguarda una piccola realtà di provincia, colpisce particolarmente perché la diocesi di Pavia ha preso questa decisione esemplare non a causa di “episodi deprecabili” e incompatibili con il rispetto e la sportività messi in atto dai ragazzi in campo, bensì – udite, udite! – dagli adulti, dai genitori dei ragazzi in squadra, i quali a bordo campo non osservano la benché minima regola di buona educazione sportiva e si lasciano andare a pessimi atteggiamenti davanti ai loro figli.

“Da diversi anni è venuto meno lo spirito ‘oratoriano’ del torneo”, ha dichiarato Luca Gregorelli, Direttore del Servizio diocesano per la pastorale giovanile di Pavia. “È aumentata la competitività e ci siamo trovati di fronte a situazioni estreme e ad un nuovo modo di tifare che non ha nulla a che vedere con il torneo degli oratori: tifo esasperato contro gli avversari, insulti, recriminazioni contro l’arbitro, se n’è vista di ogni e siamo stufi”. La Pastorale ritiene che un anno di stop sia necessario per riflettere sulla natura del torneo e per trovare soluzioni che possano garantire il rispetto dei valori educativi che esso dovrebbe trasmettere. “Abbiamo già proposte alternative, tra cui incontri formativi sul rispetto e il fairplay negli oratori durante l’anno aperti a tutti, genitori e interessati, ma non cambiamo idea: un anno di stop ci vuole”, ha detto ancora Gregorelli.

La questione va ben al di là di Pavia e ci interroga tutti: quanto oltre stiamo andando con la competizione estrema, la mancanza di accettazione di una sconfitta, la volontà di sembrare invincibili a tutti costi? La rete è piena di video che mostrano insulti verbali, maxirisse tra genitori, aggressioni agli arbitri di partite di oratorio, appunto. Una ricerca svolta dall’associazione Scuola Genitori Sportivi, che realizza interventi pedagogici e formativi per genitori, ha rilevato che ben il 92% degli “addetti ai lavori” nel calcio giovanile e dilettantistico (allenatori, dirigenti, responsabili) ha assistito a episodi di violenza verbale nei confronti degli arbitri, spesso giovani ragazzi e ragazze alle prime armi, o quasi. E il 29,9% – quasi uno su tre – ha assistito a casi di violenza fisica nei loro confronti, con vere e proprie aggressioni. Tutto, da parte dei genitori dei giovani in campo. Il dato fa riflettere e urge mobilitare percorsi educativi e formazione ai valori dello sport nei Club dilettantistici, negli oratori, nelle associazioni.

Ci vuole un piano serio e ben progettato che aiuti i ragazzi, certo, ma anche e soprattutto i genitori, per fare la differenza anche a bordo campo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *