Fare del mondo un posto migliore: 3 esempi di atleti per i diritti umani

di Pamela Fabiano
Esempi di correttezza, generosità, rispetto e attenzione per l’uguaglianza e la pari dignità. Sono atleti che vogliamo ricordare per le loro “prodezze” non sportive, ma umane. Ognuno di loro, infatti, ha una storia speciale che merita di essere ricordata per importanza in questo anno che ci sta velocemente portando verso le Olimpiadi di Parigi.
Vi presentiamo, dunque, 3 atleti di ieri e di oggi che si sono dedicati o si dedicano attivamente alla solidarietà e alle opere a favore della difesa dei diritti umani fondamentali per contribuire a fare del mondo un posto migliore.
Gino Bartali – “Il bene si fa ma non si dice”, diceva il campione più famoso del mondo del ciclismo italiano. Un eroe sulla bici, certo, ma sicuramente eroico anche nella vita. Durante gli anni della Resistenza, infatti, aiutò ebrei e antifascisti a nascondersi per sfuggire alla deportazione in campi di concentramento. Egli stesso, dopo moltissimi anni, raccontava di aver spesso nascosto documenti d’identità falsi nel tubo della sua bicicletta, per poter salvare oltre 800 persone.
Dopo una storia così, le altre due che vi proponiamo sembrano impallidire. Eppure, ciascuna possiede la sua dignità e il suo valore assoluto nel mondo contemporaneo che viviamo oggi.
Simone Biles – È l’atleta che ha conquistato più medaglie della storia ai Campionati del Mondo di ginnastica, grazie alle sue 30 medaglie (di cui 23 d’oro). Simone è anche la più medagliata di sempre fra Mondiali e Olimpiadi, avendo vinto un totale di 37 medaglie, più di qualsiasi uomo o donna prima di lei. Una vera campionessa che ha avuto il coraggio, nel 2018, di denunciare Larry Nassar, l’ex-medico della squadra statunitense, di aver abusato sessualmente di lei.
Nel 2012 con la sua celebre frase «I can’t do this», disse basta alle gare perchè, dichiarò, aveva perso percezione del suo corpo e la sua mente aveva bisogno di uno stop per non cadere vittima di problemi mentali più gravi a causa del peso della perfezione, certo, delle aspettative di un Paese intero ma anche la storia degli abusi da parte di Larry Nassar, condannato a 176 anni di reclusione, e le ferite che questa storia si portava dietro. Di lì a poco arriva l’annuncio ufficiale: Simone non parteciperà alle altre finali, ma si dedicherà a se stessa fino al ritorno ai Mondiali di Aversa il 30 settembre 2023. Oggi, comunque, Simone lavora instancabilmente per sensibilizzare sulle questioni legate alla salute mentale e per supportare le vittime di abusi, di ogni tipo di abuso. la sua testimonianza è credibile e aiuta i più giovani a elaborare violenze e soprusi che – purtroppo – sono sempre dietro l’angolo nel mondo dello sport quando non è a favore dell’essere umano.
Yusra Mardini – Avete visto Le nuotatrici di Sally El Hosaini su Netflix? Se non lo avete fatto, ma volete scoprire di più su questo straordinario film, Sportopolis ha pubblicato un articolo qualche tempo fa che ci racconta la vicenda di Yusra e Sarah Mardini, due sorelle adolescenti siriane fuggite da Damasco nel 2015, dalla guerra civile che si stava tragicamente avvicinando a casa loro. Mentre oggi Sarah è sotto processo in Grecia, insieme ad altri 22 attivisti impegnati tra il 2016 e il 2018 nelle operazioni di ricerca e soccorso nel Mare Egeo con Emergency Response Center International (ERCI), Yusra, che ha salvato la vita di altri rifugiati in fuga dalla guerra, continua senza sosta con il suo impegno per sostenere i rifugiati in tutto il mondo. Yusra ha continuato a gareggiare a Tokyo 2021 con la squadra olimpica dei Rifugiati e, probabilmente, parteciperà alle Olimpiadi 2024 con la Germania, avendo nel frattempo ottenuto la cittadinanza.
Gino, Simone e Yusra sono solo alcuni dei tantissimi atleti che si fanno portatori di ideali e di battaglie a favore dell’umanità e dei suoi diritti, tra i quali l’educazione, la salute, la pace, l’uguaglianza. Con le loro storie ci insegnano ad essere persone migliori.