CalcioEditoriali

Il calcio italiano non ha mezze misure

Lo scudetto del Milan, la coppa della Roma, la salvezza miracolosa della Salernitana, i dollari canadesi di Insigne: si è conclusa una delle stagioni calcistiche più contraddittorie

di Gaetano Borrelli

Caro Salvatore,

anche quest’anno la grande fatica del campionato è finita, bene per alcuni male o malissimo per altri. E’ finita bene per il Milan, ovvio, ha vinto grazie a Ibra, almeno così dicono. Non ha giocato quasi mai ma tutti lo indicano come determinante. In verità non ho capito in cosa è stato determinante, ma questo livello di discussione è troppo alto per me! Bene per l’Inter che, come direbbe Mou ha vinto due tituli, cosa non da poco e bene per la Roma che ha vinto una nuova coppa europea dal nome Conference League, che sembra un torneo per giornalisti,  di cui quasi nessuno ha capito il senso e come ci si arriva fino alla finale. Ma sai è come la Coppa Italia: fin quando una squadra non la vince è la Coppa del Nonno, poi dopo che è stata vinta è meglio della Coppa dei Campioni. Anche quest’anno, al di là della Roma, abbiamo collezionato a livello internazionale le nostre belle figuracce ma la pochezza del nostro campionato si vede dalla bassa classifica. Fino a qualche anno fa per salvarsi ci volevano 40 punti, ora ne bastano 31, fate voi. Anche la Salernitana festeggia, poiché pur perdendo in casa 4 a 0 con l’Udinese l’ultima partita si salva miracolosamente. Anche la rimonta della Salernitana indica la pochezza del nostro campionato al di là dell’atteggiamento di tutti glia attori coinvolti che ci hanno creduto contro ogni evidenza. Veniamo agli altri co-protagonisti, o se vuoi comparse. Che dire della Juve? Anche questa volta la Coppa dalle grandi orecchie è sfuggita per il dolore dei tifosi per i quali è diventata una ossessione e per la gioia di tutti gli altri tifosi non juventini per i quali l’eliminazione della Juve ogni anno è una soddisfazione che si rinnova, Ma Salvatò della Nazionale ne vogliamo parlare? Dal trionfo europeo alla sconfitta con la Macedonia; peggio della Corea in Inghilterra! Ci chiediamo: ma come è stato possibile? Ci rispondiamo: boh! L’unica cosa certa ormai per l’Italia è che per giocare un mondiale bisogna farlo in casa, così almeno alle fasi finali ci arriviamo. Ma come non posso parlare del Napoli? Anche perché Salvatò so che te lo aspetti. Come dice il mio amico Baiano ogni inizio campionato: “Marì quest’anno non ci sfuggirà” e come dice sempre alla fine: “Marì anche quest’anno non ci è sfuggita la solita figuraccia”. Purtroppo è vero. Anche qui cause ignote ma bello lo striscione per Spalletti dopo il furto della sua Panda che in sintesi diceva “te la ricompiamo basta che te ne vai”! Ho letto reazioni indignate della stampa e solidarietà enorme a Spalletti e mi chiedo perché. In fondo è una ironica goliardata o forse è meglio Vesuvio lavali con il fuoco? A proposito: ragazzi mi hanno rubato l’auto, la ricomprate anche a me?

Ti abbraccio Salvatore

Cara Maria,

anche quest’anno, e almeno per qualche mese, hai smesso di soffrire, perché sì: nella tua lettera la sofferenza è palese e, diciamolo senza pudore, anche la tua invidia. Hai parlato di tante cose, a volte anche con buona logica, cosa rara per te quando parli di calcio. Ma di una cosa, certamente rilevante per te non ne hai palato. O forse sarebbe meglio dire non ne hai voluto parlare. Insigne. Giri di campo, baci alla maglia, dichiarazioni di amore della città, applausi dagli spalti e poi partenza per il Canada. E perché? Per cogliere l’ultima occasione ovvero una cifra spropositata che manco Maradona. Ma se restava a Napoli quanto avrebbe guadagnato nei prossimi tre anni? Solo 9 milioni di euro netti. In Canada ne guadagna molti di più è vero ma quando compiuti i 200 anni andrà in Paradiso dirà sono stato tra i più ricchi tra gli ipocriti! Potrei dirti che se la tua squadra non ha vinto quest’anno non lo vincerà più ma già ti vedo attaccata al tuo corno di corallo rosso. Vedi Maria la storia che tu racconti dimostra come quello che avviene nel calcio sia frutto di tre fattori: la causalità, vedi la papera del portiere dell’Inter contro il Bologna; la imbecillità vedi il perpetuarsi del razzismo negli stadi. E poi terzo elemento la famosa botta di fortuna che Arrigo Sacchi rese famosa con il ancora oggi citato “cul de Sac”. Il miracolo Salernitana è frutto di tutto ciò ma il terzo elemento qui diventa determinante. Hai comunque dimenticato una cosa rilevante: le calciatrici sono diventate professioniste, come chiedevano da anni. Credo sia giusto anche per rispondere a chi, presidente della Federazione all’epoca, disse che non si potevano finanziare 4 lesbiche. La domanda è se questo fatto cambierà il mondo del calcio e io credo di no. Ti abbraccio Marì.

Salvatore   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *