Diritto e rovescio, storie di tennis
Massimo Grilli, tutta una carriera giornalistica spesa per il Corriere dello Sport-Stadio, offre ai lettori di Sportopolis.it un altro saggio della sua competenza, commentando la nuova classifica mondiale del tennis.
La scalata di Alcaraz nel giorno più triste di Nadal

di Massimo Grilli
È il segno di un evidente (quanto atteso) passaggio di consegne tra due campioni del tennis mondiale, non solo spagnolo, una coincidenza quasi romanzesca. Carlos Alcaraz si riprende il primo posto nella classifica mondiale nel giorno della malinconica uscita di Nadal (risvegliatosi oggi in 13ª posizione) dalla Top Ten del ranking Atp, la soglia dell’eccellenza tennistica. Vi era entrato, il diciottenne Rafa, il 25 aprile del 2005, dopo la vittoria di Barcellona (conquistata in finale su Juan Carlos Ferrero, ora allenatore di Alcaraz, tanto per riparlare di coincidenze…) a cui fecero seguito i trionfi a Roma e al Roland Garros, il primo dei 22 Slam conquistati dal mancino spagnolo. Da allora, malgrado una lunghissima sequela di infortuni e malanni vari – l’ultimo alla gamba sinistra, che lo ha costretto all’inattività dopo gli Open d’Australia – non era mai uscito dai primi dieci della classifica, per un totale record di 912 settimane consecutive, sperando così di allontanare l’ombra di un ritiro probabilmente ormai prossimo. Carlos, invece, è tornato sul podio del primo giocatore al mondo che aveva perso – dopo 20 settimane – il 30 gennaio scorso, a seguito della vittoria in Australia di Djokovic, che come è noto ha dovuto saltare il Masters 1000 di Indian Wells (e la stessa cosa succederà per il torneo di Miami) per il suo rifiuto di vaccinarsi, che lo rende per ora inabile a entrare in terra statunitense. Da parte sua Alcaraz aveva dovuto rinunciare, per infortuni all’addome prima e alla gamba destra poi, alle Finals Atp di novembre a Torino, poi a quelle di Coppa Davis e infine anche allo Slam australiano. È tornato a giocare a febbraio, inanellando subito tre finali, vincendo a Buenos Aires e Indian Wells, per un bottino nel 2023 di 14 vittorie e una sconfitta, contro Norrie a Rio de Janeiro. A Indian Wells ha dimostrato di essere già in grandissima forma, potente nei colpi e capace di variare spesso il suo gioco, dominando tutti i suoi avversari (dodici set vinti e zero persi). Se il nostro Sinner è stato il rivale che gli ha dato più fastidio, in una finale di 71 minuti Medvedev – che pure arrivava da tre tornei e 19 partite vinte di fila – è stato letteralmente travolto, dalla prima all’ultima palla. Alcaraz, 20 anni il 5 maggio, è un predestinato che sta confermando tutte le aspettative che lo circondano: ha chiuso da numero 1 il 2022, ha vinto gli Us Open ed è appena diventato il più giovane a conquistare i tornei del Double Sunshine, Miami e Indian Wells. Questa settimana sarà ancora di scena, spostandosi dal cemento californiano a quello della Florida. A Miami però è campione uscente, ha quindi 1000 punti da difendere e se non ripeterà l’impresa del 2022, quando battè in finale Ruud, lascerà di nuovo il primo posto del ranking a Djokovic. Per rivedere in campo il trentaseienne Nadal, invece, dovremo aspettare il torneo amico di Monte Carlo (dove ha vinto 11 volte, l’ultima però nel 2018) in programma dal 10 al 16 aprile. Ci saranno naturalmente anche Alcaraz e Djokovic, per un primo e già attesissimo regolamento di conti.