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Davide contro Golia, la coppetta di inizio anno

di Gaetano Borrelli

Caro Salvatore,

per noi appassionati di calcio questo inizio anno 2021 è stato davvero scoppiettante. Non solo stiamo godendo del campionato, bellissimo, ma abbiamo avuto l’opportunità di fare un overdose di buon calcio e pure gratis in chiaro. Sto parlando, lo dico solo perché tu non sei persona ben informata dei fatti, della Coppa Italia, ovvero del secondo trofeo italiano. Sebbene in questa fase le partite siano un tantino sbilanciate, abbiamo assistito a ottime gare animate dalle squadre più piccole che lottano come Davide contro Golia, non avendo niente da perdere suppongo. Quindi lo spettacolo, come ha detto un ottimo telecronista, è affascinante perché quello che domina è la voglia di giocare e non la tattica che spesso rende noiose molte importanti partite dove il risultato è considerato maggiormente in bilico.

Vero è che poi alla fine, a differenza di altri Paesi, le grandi si qualificano sempre. Le vittorie di piccole squadre in Coppa Italia risalgono alla notte dei tempi e pensa che solo una volta, mi sembra il 1962, una squadra che militava in serie B vinse la Coppa contro una di Serie A, se non sbaglio la Spal. Ma sai, Salvatore, tutto ciò ha poco importanza di fronte alla abbuffata di gol che mi sono goduta in questi giorni, più gol che in una partita di campionato o di Champions. Pensa pure alla opportunità che la Coppa Italia dà ai giovani di mettersi in mostra e sperare di conquistare magari un posto in prima squadra. Ti voglio però fare partecipe di quello che dice Wikipedia rispetto a quella impresa di Coppa Italia 1961 – 1962: “Nel tabellone principale fu sorprendente il cammino dei cadetti del Napoli che, negli ottavi prima e nei quarti di finale poi, sbancarono i campi di Torino e Roma, giungendo in finale contro la SPAL. La “provinciale” ferrarese arrivò a sua volta inaspettatamente all’atto conclusivo dopo aver eliminato in semifinale la più blasonata Juventus, quest’ultima sconfitta anche dal Mantova nella finale di consolazione per il terzo posto”. E allora dimmi come si fa a credere che quello che accadde tanti anni fa non si possa ripetere per la gioia di tifosi che non hanno grandi occasioni? Quindi checché tu ne pensi anche la Coppa Italia ha un suo fascino, sei d’accordo?

Ti abbraccio

Maria

Cara Maria,

mi devo ripetere: non fai altro che cercare in qualsiasi avvenimento del calcio, qualcosa che giustifichi la tua insana passione, fosse anche il primo calcio al pallone del figlio di un giocatore famoso che niente ha a che vedere con il calcio. La verità è un’altra e molto semplice: la Coppa Italia, detta anche la Coppa del Nonno, la Coppetta o altro, non fa gola a nessuno fin quanto non si arriva alle ultime due partite per cui, specie se una delle squadre non ha vinto altro diventa interessante. E’ stato sempre così. Tu certamente sai che a un certo punto non si chiamava nemmeno più Coppa Italia ma Coppa Tim, si proprio quelli del telefono, forse perché, come si dice, i tiri delle partite erano telefonati. Poi dovresti dirmi un solo nome di calciatore diventato famoso che sia emerso dalla Coppa Italia. Da quando poi eliminarono a livello europea la Coppa delle Coppe la manifestazione ha perso ancora di più interesse e per fargliene recuperare un poco si sono inventati che chi vince la Coppa Italia fa una partita dove può vincere  una specie di super coppa del nonno che si gioca contro chi ha vinto lo scudetto. Altra occasione per fare qualche soldo con il pubblico pagante, oggi però non è così, e con la televisione e qualche sponsor, che poi è sempre quello che però sponsorizza anche il campionato. Lo spettacolo meraviglioso di cui tu parli non esiste. Il grande evento che tu citi, peraltro unico, oltre a una vittoria del Vicenza contro il Napoli ancora in finale, non si è ripetuto e credo che lo ricordi per la semplice ragione che l’ha vinta il Napoli contro la Spal. Ma vuoi vedere che sei pure un tantino faziosa? Ma certo! Ma poi come la metti con il grande maestro Gianni Brera che disse che la partita perfetta finisce 0 a 0 perché vuol dire che i difensori non hanno fatto errori? Queste partite finiscono con tanti gol non perché si gioca meglio ma in generale o giocano le schiappe o non gliene frega di perdere o, ancora, perché i giocatori magari pensano che non vale la pena nemmeno tentare un recupero. Quindi, Maria, rassegnati: la Coppa Italia è un premio di consolazione che ti fa arrivare primo ma per il quale manca il premio reale, a parte che non la vinci con il campionato.

A presto Maria

Salvatore

Un pensiero su “Davide contro Golia, la coppetta di inizio anno

  • Simone Arioli

    la Coppa Italia è sempre stata sinonimo di “che palle ci tocca giocare al freddo”. La maggior parte delle squadre non ha assolutamente voglia di scendere in campo, e in genere schiera le riserve.
    Questo, già da prima che l’abnorme numero di partite delle Coppe (anzi, Leagues) europee comprimesse i calendari nazionali.
    E, diciamola tutta, le telecronache RAI non aiutano per nulla nemmeno l’interesse dei telespettatori.
    La FIGC da qualche anno ha inventato questa formuna che (stra)favorisce le cosidette “grandi” (che però ogni tanto toppano lo stesso).
    la F.A. Cup inglese è tutt’altra cosa.

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