Centro Sportivo Esercito: dal 1960 fucina di talenti
Iniziamo una serie di approfondimenti sui corpi militari e sul ruolo che hanno nello sviluppo dello sport italiano. Ne abbiamo parlato con il Col. f. RN Giovanni Francesco CONSOLI, Capo Ufficio dello Sport dell’Esercito, che ringraziamo per la disponibilità.
di Nando Aruffo
- Quale importanza attribuisce al suo gruppo sportivo nell’ambito dello sviluppo dello sport italiano?

Il Centro Sportivo Esercito, inteso quale società sportiva, è stato costituito il 1 gennaio 1960. Da allora, l’impegno dell’Esercito è stato dapprima finalizzato a favorire lo sviluppo dell’attività sportiva tra tutti i militari alle armi, successivamente, con l’abolizione della leva obbligatoria, si è voluto dare risalto allo sport agonistico, riservato agli atleti militari di interesse nazionale, in grado di rappresentare l’Italia e la Forza Armata nelle competizioni nazionali, europee, mondiali e olimpiche. Quest’ultimo ambito ha consentito al Centro Sportivo Esercito di diventare un credibile e consolidato riferimento nazionale per la promozione e la diffusione, in Italia e nel mondo, dei valori dello sport italiano in generale e delle tradizioni militari peculiari.
- Quali problemi ha dovuto affrontare lo sport militare nel 2004 con l’abolizione della leva obbligatoria?
Nessun problema in particolare. L’abolizione della leva obbligatoria e l’affermarsi della figura del soldato professionista ha avuto quale conseguenza naturale il passaggio all’attività sportiva definita “di eccellenza” o “di elite”, che per l’Esercito si è concretizzato con l’arruolamento, a partire dal 2006, di atleti militari di interesse nazionale mediante apposito bando di concorso. Nel tempo, il Centro Sportivo Esercito è riuscito a crescere e ad affermarsi sempre di più nell’ambito sportivo nazionale e internazionale, anche grazie alla capacità di investire in discipline sportive emergenti, nelle quali sono stati ottenuti prestigiosi risultati.
- Quale interazione avviene con atleti che fanno parte sia di un Gruppo militare sia di una squadra civile?
Gli atleti militari godono del doppio tesseramento con i Gruppi sportivi militari e con le Società sportive di provenienza. Con queste ultime l’Esercito, di concerto con il CONI e le Federazioni Sportive Nazionali, ha da sempre istaurato un fattivo rapporto di collaborazione, che nel tempo ha consentito il raggiungimento di numerosi risultati di rilievo.
- Come avviene la scelta dell’atleta da reclutare?
Come già detto, il reclutamento degli atleti nella Forze Armate avviene tramite apposito bando di concorso per titoli sportivi che viene emanato ogni anno. A noi compete di indicare il numero dei posti e delle discipline sportive da inserire nel concorso. Per fare questo teniamo conto delle esigenze di reclutamento dell’Esercito nelle varie discipline di interesse, nella speranza di arruolare i migliori atleti.
- Avete atleti minorenni come altri gruppi sportivi dei corpi dello stato o militari?
Lo Statuto del Centro Sportivo Esercito prevede la costituzione di sezioni giovanili, formate da giovani atleti di interesse nazionale dai 16 ai 22 anni, in funzione di un eventuale futuro arruolamento quali atleti dell’Esercito.
- Garantite agli atleti un futuro nel vostro corpo al termine della carriera?
Al termine della carriera agonistica, gli atleti che decidono di continuare a prestare servizio possono essere confermati presso il Centro Sportivo in qualità di tecnici, qualora in possesso della qualifica di “tecnico” conseguita presso le Federazioni Sportive Nazionali, oppure reimpiegati presso i vari reparti dell’Esercito, quali istruttori di discipline sportive a favore del personale militare.
- Vi occupate di molti sport dall’atletica leggera ai tuffi: perché proprio questi sport e non altri?
Nell’intento di ottimizzare le risorse dedicate al settore sportivo, è indispensabile che personale, strutture e risorse finanziarie vengano concentrate sulle discipline olimpiche che per tradizione, visibilità e possibilità di affermazione offrano concrete prospettive di successo in campo nazionale e internazionale. E’ di questo che teniamo conto nella scelta degli sport di interesse dell’Esercito.

- Nel 2008 avete fondato il CSOE (Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito): perché?
In realtà il 2008 è l’anno in cui è stata cambiata la denominazione del Centro, che esisteva già da molti anni e che fino ad allora era stato denominato Centro Addestramento Ginnico Sportivo dell’Esercito (CAGSE). Il cambio di denominazione è avvenuto a seguito di una riorganizzazione del comparto sportivo che ha portato ad investire tutte le risorse nello sport di eccellenza e a dare il via, nel 2006, all’arruolamento di atleti militari.
- Dai campioni allo sport amatoriale: qual è attività sul territorio?
L’Esercito promuove lo sport amatoriale attraverso l’attività delle Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) costituite presso i propri reparti allo scopo di elevare l’efficienza psico-fisica del personale in servizio, rinsaldare lo spirito di corpo e il senso di appartenenza all’Esercito e favorire l’osmosi tra istituzione militare e società civile.
- Giochi Olimpici di Tokyo: lei è favorevole al rinvio?
Purtroppo il rinvio dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020 è stata una scelta obbligata. Naturalmente la salute delle persone viene prima di tutto. Credo che non si potesse fare altrimenti.
- Quali risultati si aspetta dai suoi atleti di vertice per i prossimi appuntamenti Europei, Mondiali e Giochi Olimpici?
Tutte le componenti del Centro Sportivo Esercito lavorano tutti i giorni con impegno e abnegazione per cercare di tramutare in realtà il sogno di vincere una medaglia europea, mondiale o olimpica. Al momento siamo tutti proiettati verso i Giochi Olimpici di Tokyo. Ancora non sappiamo quanti atleti dell’Esercito parteciperanno alla prossima competizione olimpica, tenuto conto che, a causa dell’emergenza COVID-19, molte gare di qualificazione sono state rinviate. Naturalmente le maggiori speranze sono riposte in coloro che sono ai vertici dello sport internazionale e già medagliati olimpici come Diana Bacosi nel tiro a volo (oro olimpico nel 2016), Gabriele Detti nel nuoto, Frank Chamizo nella lotta o Odette Giuffrida nel Judo. Ma puntiamo anche su qualche atleta “outsider”, che nelle recenti gare internazionali ha dimostrato di avere potenzialità per ben figurare. Ripetere il bottino di 8 medaglie conquistate ai Giochi di Rio de Janeiro nel 2016 non sarebbe male, ma non mettiamo limiti alla provvidenza.
- Qual è la maggiore soddisfazione (anche non legata al risultato sportivo) che le ha regalato un suo atleta?
Sono Capo Ufficio Sport dello Stato Maggiore dell’Esercito e Presidente del Centro Sportivo Esercito dal 2016. In questi quattro anni sono tali e tante le soddisfazioni regalatemi da quelli che io definisco i “miei” atleti, che risulterebbe davvero difficile indicarne una. Soddisfazioni che non derivano solamente dai risultati sportivi, ma anche, se non soprattutto, dal rapporto umano e affettivo creatosi nel tempo con molti di loro.
- Nel 2021 lei sarebbe contento se…
Nel pensare al futuro non posso non considerare la difficoltà dei tempi che viviamo, dovuta in particolare alla battaglia che il mondo intero sta combattendo contro il COVID-19. Come sappiamo, la vita di tutti è stata fortemente penalizzata da questa emergenza. Pertanto, visto che parliamo di sport, il mio auspicio e augurio è che si possa tornare quanto prima alla normalità e alla possibilità di svolgere l’attività sportiva in piena libertà. Il che significherebbe aver sconfitto il virus. Lo spero davvero per tutti.
