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Un maratoneta a piedi scalzi

Vite, vittorie e medaglie
In questa rubrica, presento brevi storie di atleti olimpici che hanno vinto la loro gara con la vita; persone e volti che raccontano quanto i valori dello sport siano intersecati con i grandi ideali a cui ognuno di noi aspira. Attraverso le biografie di olimpionici di ieri e di oggi, vi invito a percorrere un cammino verso le Olimpiadi del 2024, tirando fuori il meglio da ogni atleta per provare a imitarlo: perché no? 

di Pamela Fabiano

L’arrivo vittorioso di Abebe Bikila a Roma 1960

Giochi Olimpici di Roma  1960. Bikila Abebe – o, secondo la regola etiope che mette il cognome sempre prima del nome, Abebe Bikila – vince correndo scalzo la gara della maratona. È il 10 settembre e Abebe fa parte della nazionale olimpica etiope per sostituire Wami Biratu, infortunatosi poco prima della partenza. Lo sponsor aveva fornito delle scarpe che non erano comode, così Abebe, solo due ore prima della gara, decide di correre scalzo per le vie di Roma: parte con tutto il gruppo di testa dal Campidoglio, percorre via Appia Antica fino a concludere la gara all’Arco di Costantino. Una meraviglia di monumenti, arte e storia che solo Roma poteva offrire al mondo collegato in diretta. Ma chi era questo sfrontato maratoneta che aveva corso a piedi nudi per le vie della capitale?

Figlio di un pastore, Abebe Bikila era agente di polizia di scorta e guardia del corpo personale dell’imperatore Haile Selassié, professione che decide di intraprendere ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, per sostenere la famiglia.

L’Etiopia, ha sempre vinto con determinazione ed eroismo

Era un vero neofita in ambito sportivo: aveva iniziato a praticare l’atletica agonistica solo da quattro anni, con l’allenatore svedese Onni Niskanen. Alla vigilia della gara erano pochissimi quelli che annoveravano Abebe Bikila tra i favoriti, nonostante l’etiope avesse fatto segnare un tempo notevole nei giorni precedenti. La corsa comincia alle 17.30 nel caldo pomeriggio romano. Con indosso una maglia verde numero 11, Abebe sembra correre per raggiungere un miraggio: più tardi spiegherà che era convinto che il concorrente numero 26, il marocchino Rhadi Ben Abdesselam – che invece parte con il 185 – fosse avanti a lui, mentre era più indietro. Una gara bellissima, perché Rhadi lo raggiunge e per un po’ gli rimane attaccato. Abebe, però, vola e arriva all’Arco di Costantino fermando il cronometro su 2h15’16” e 2 decimi. Dopo la gara, quando qualcuno gli chiede il motivo della sua decisione di correre scalzo, dirà: “Volevo che il mondo sapesse che il mio paese, l’Etiopia, ha sempre vinto con determinazione ed eroismo”. Determinazione ed eroismo. La vittoria di Abebe Bakila diventa subito il simbolo di una volontà incrollabile, una determinazione in grado di superare ogni ostacolo.

Alla XVIII Olimpiade di Tokyo, nel 1964, Abebe Bikila si ripresenta ma non è in condizioni ottimali perché è reduce da un’operazione chirurgica all’appendice e il tempo che aveva potuto dedicare al recupero era stato solo di sei settimane. Eppure, nonostante questa circostanza sfavorevole taglia per primo il traguardo e indosserà al collo la medaglia d’oro per la seconda volta. Questa volta, porta le scarpe e stabilisce il miglior tempo mondiale sulla distanza. Nella storia di questa faticosa disciplina, Abebe Bikila è il primo atleta ad aver vinto la maratona olimpica due volte di seguito. Corre, Abebe, anche ai Giochi Olimpici del 1968, che si svolgono a Città del Messico, ma per vari motivi e in generale per l’età ormai avanzata, si ritira dalla gara prima di raggiungere il traguardo.

Lo stadio nazionale di Addis Abeba porta il suo nome

Nel 1969, rimane vittima di un incidente automobilistico nei pressi di Addis Abeba: rimane paralizzato dal torace in giù. Nonostante i tentativi di cura e l’ondata emotiva internazionale che sostenne operazioni chirurgiche complesse, non riuscirà più a camminare. Impossibilitato nell’uso degli arti inferiori, Abebe non perde però quella stessa determinazione e volontà mostrate a Roma: gareggia ai Giochi paralimpici di Heidelberg nel 1972, nel tiro con l’arco, e partecipa a gare di  ping pong e perfino di corsa di slitte in Norvegia.

Si arrende solo davanti ad un’emorragia cerebrale che lo ucciderà a 41 anni, il 25 ottobre 1973. Ai suoi funerali prendono parte più di 75.000 persone, tra le quali tutta la famiglia imperiale che lo aveva visto crescere e diventare un campione mondiale. Ancora oggi, lo stadio nazionale di Addis Abeba porta il suo nome.

Abebe Bikila, Atleta etiope

NASCITA: 7 agosto 1932

LUOGO DI NASCITA: Mout, Etiopia

MORTE: 25 ottobre 1973  (a 41 anni)

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