Editoriali

Un boxeur latino

di Gigi Marchitelli

Incredibile. Inarrivabile. Insostituibile. Scusate le iperboli ma a caldo, appena sentita la notizia della scomparsa di Gianni Minà, questo mi viene. E comunque non credo che tra un mese o tra un anno sarà tanto diverso. Perché Gianni Minà era veramente una persona speciale, capace di mettere insieme tante cose, come nella foto di copertina: Gabriel Garcia Marquez, Sergio Leone, Muhammad Ali, Robert De Niro e lui, tutti insieme allegramente e spensieratamente a cena a Trastevere. A partire dallo sport – come giornalista ha iniziato nel 1959 a Tuttosport, che poi ha diretto tra il 1996 e il 1998; seguì otto mondiali di calcio e sette olimpiadi, oltre a decine di campionati mondiali di pugilato, fra cui quelli, diventati storici, dell’epoca di Muhammad Ali. Anche come documentarista si è dedicato molto allo sport, lavorando su personaggi come Nereo Rocco, Diego Maradona e Michel Platini, Ronaldo, Carlos Monzón, Nino Benvenuti, Edwin Moses, Tommie Smith, Lee Evans, Pietro Mennea e Muhammad Ali, che Minà ha seguito in tutta la sua carriera e al quale ha dedicato un lungometraggio intitolato Cassius Clay, una storia americana. Tutta gente che conosceva personalmente e con cui faceva amicizia. Come sapeva spaziare in moltissimi altri campi: musica, spettacolo, cinema, America Latina (celebri le interviste a Fidel Castro, a Rigoberta Menchú, al subcomandante Marcos), politica internazionale…

Sapeva tenere insieme tante cose, Gianni Minà: esprit de finesse e esprit de géométrie, quantità e qualità, il rigore, l’esattezza e il lato umano, umanissimo dei grandi che, per le sue qualità, appunto, sapeva raccontare dall’interno. La sua incredibile vita ha fatto in tempo a raccontarla in un libro (uno dei suoi tanti libri) pubblicato a Torino, da Minimum Fax nel 2020: Storia di un boxeur latino. Ha fatto tante cose perché ha amato molto e questa era la sua chiave di lettura del mondo.

Ha amato anche il Torino F.C., lui che a Torino ci è nato (da una famiglia siciliana) e da bambino ha conosciuto il Grande Torino di Valentino Mazzola & C.
Quindi, forza Gianni e forza Toro.

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