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Tour de France e Geologia : il blog degli accademici

di Chiara Aruffo

La geologia del Tour de France è protagonista di un blog nato dall’idea di un professore olandese appassionato di ciclismo.

Douwe van Hinsbergen, David de Vleeschouwer, Daniel Pastor Galán, Kasia K. Śliwińska, Marco Maffione: non sono i nomi di una delle squadre che lottano in questi giorni per la maglia gialla ma sono solo alcuni degli accademici che curano il blog GeoTdF ovvero la Geologia del Tour de France.

Il prof. Douwe van Hinsbergen, responsabile della cattedra di Tettonica Globale e Paleogeografia all’università di Utrecht, ha riunito un gruppo di 28 colleghi appassionati di ciclismo per dare vita al blog GeoTdF. Ogni giorno il territorio attraversato dalla tappa viene raccontato da un punto di vista geologico perché come spiegano sul sito “Ad un certo punto abbiamo realizzato che chi segue in TV le gare di ciclismo come il Tour de France, senza saperlo guarda ore ed ore di escursioni geologiche”. Un pretesto quindi perché “i geologi amano stare all’aria aperta e sono persone che non riescono a stare zitti di fronte a delle rocce, fossili, paesaggi, processi naturali, ma soprattutto vogliono parlare dei lavori di campagna a cui partecipano. Ci sono un notevole gruppo di geologi che amano il ciclismo e seguono le gare in TV, ma anche diversi ciclisti con un interesse nell’ambiente. Ecco quindi, che nasce GeoTdF.”

Per scoprirne di più sul blog, tradotto in ben 7 lingue tra cui l’italiano e visitabile qui, e questo collegamento interessante tra sport e geologia, abbiamo contattato direttamente il prof. van Hinsbergen che ha risposto gentilmente ad alcune domande:

  • Com’è nata l’idea di creare un blog per raccontare la geologia delle tappe del Tour de France?

Credo sia importante che il pubblico sia informato in modo leggero e disinvolto sul funzionamento del nostro ambiente naturale. Molte delle grandi questioni del nostro tempo riguardano le Scienze della Terra: il cambiamento climatico e la transizione energetica sono due esempi concreti che impattano molteplici aspetti delle nostre vite. A questo riguardo, tutti siamo chiamati a prendere decisioni, che siano attraverso un voto formale o semplicemente a livello di comportamento. Riteniamo quindi importante che le geoscienze diventino un argomento “normale” nei notiziari e nelle riviste, un po’ come avviene per la storia, l’arte, la cultura o la religione.

  • Il team dietro il Geo Tour de France conta ad oggi 28 esperti, come siete riusciti a coinvolgere un così grande numero di persone in questo progetto?

È stato facile! Devo ancora trovare il primo geologo che non coglie l’occasione di parlare della propria professione se gliene viene data la possibilità. Queste 28 persone sono tutti colleghi e amici con cui ho lavorato nel corso degli anni, non ho dovuto fare altro che chiedere. Tutti loro amano parlare del proprio lavoro, io ho soltanto fornito un pubblico.

  • Avete in programma di espandere il progetto ad altre gare, come ad esempio il Giro d’Italia, la Vuelta o i Campionati del Mondo?

Le copriamo già a livello informale su Twitter (@GeoTdF). Saranno coperte anche gare più esotiche, come il Giro del Camerun, il Giro dell’Artico in Norvegia, le corse in Argentina o in Arabia. La geologia è ovunque! Per alcune di queste gare sto invitando degli “ospiti-twitter”. Per la Vuelta faremo una serie di articoli sulla geologia recente dei Paesi Bassi che ospiteranno le tappe iniziali quest’anno. Per la copertura totale ci limiteremo al Tour, visto che richiede un bel po’ di tempo…

Tappa 9: Aigle/Chatel Les Portes du Soleil (foto A.S.O / Charly Lopez)

Foto di copertina: Tappa 12, Briançon-Alpe d’Huez (foto A.S.O/Pauline Ballet)

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