Rivoluzione Coventry
di Gigi Marchitelli
Nove uomini, otto europei, uno statunitense. In 131 anni di vita. Poi, di colpo, una donna africana. Questa la rivoluzione maturata in pochi minuti nel Comitato olimpico internazionale lo scorso 20 marzo quando Kirsty Conventry, Ministro della gioventù e dello sport dello Zimbabwe è stata designata per sostituire il tedesco Thomas Bach come presidente del Cio a partire dal prossimo giugno. Eletta inoltre senza problemi, 49 voti su 97 nella prima votazione, battendo nettamente personaggi come Juan Antonio Samaranch Junior, figlio di colui che guidò la barca dal 1980 al 2001, 28 voti, o il mitico mezzofondista britannico Sebastian Coe, che ha racimolato appena otto voti. Un voto compatto, insomma, che dovrebbe significare continuità. Ma la forma cambia, e parecchio.
«È un momento straordinario, mai lo avrei immaginato. Non è solo un grande onore, ma un impegno verso chi mi ha scelto a guidare il Cio con orgoglio e con i valori olimpici nel cuore», le prime parole della presidente eletta, che ha poi voluto esprimere il senso della sua elezione: «Sono particolarmente felice di essere la prima donna presidente del Cio, e anche la prima africana e spero che questo voto sia di ispirazione per molte persone. I soffitti di cristallo sono stati infranti e sono pienamente consapevole delle mie responsabilità. Lo sport ha un potere ineguagliabile di unire, ispirare e creare opportunità per tutti, e mi impegno a garantire di sfruttare al meglio questo potere. Insieme all’intera famiglia olimpica, compresi i nostri atleti, tifosi e sponsor, costruiremo il domani sulle nostre solide fondamenta, abbracceremo l’innovazione e sosterremo i valori di amicizia, eccellenza e rispetto. Il futuro del movimento olimpico è luminoso e non vedo l’ora di iniziare».

Ma chi è Kirsty Coventry? Nata ad Harare nel 1983, dal punto di vista sportivo è stata una nuotatrice, specializzata nel dorso. Ha vinto tre medaglie (una d’oro, una d’argento e una di bronzo) ai Giochi olimpici di Atene 2004 e quattro (una d’oro e tre d’argento) a quelli di Pechino 2008. Ha detenuto il primato del mondo dei 200 metri dorso in vasca lunga tra il 2008 e il 2012, migliorandolo tre volte. Durante i Mondiali in vasca corta 2008 a Manchester ha vinto quattro medaglie d’oro e una di bronzo, stabilendo tre record del mondo. È stata la portabandiera per il suo paese ai Giochi olimpici di Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016. Un curriculum sportivo di tutto rispetto.
Dopo il ritiro, la carriera nel Cio: nel 2012 è stata eletta nella commissione atleti mantenendo l’incarico per otto anni, nel 2023 è entrata nel comitato esecutivo. Oppositrice dell’autoritario presidente Robert Mugabe nel suo Paese, lo Zimbabwe, è stata nominata Ministro ne 2019 dal suo successore, Emmerson Mnangagwa, che era stato vicepresidente ma aveva poi organizzato un colpo di stato militare contro Mugabe stesso. Nel 2023 è stata riconfermata nell’incarico di Ministro per la gioventù, lo sport e la ricreazione.
I temi caldi con i quali dovrà confrontarsi: la gestione degli atleti transgender, la partecipazione della Russia (attualmente sospesa) ai prossimi appuntamenti olimpici. Putin le ha già inviato i suoi complimenti. A lei spetterà la gestione delle Olimpiadi di Los Angeles nel 2028 insieme al governo del presidente Trump. Auguri. Ma i suoi primi Giochi saranno quelli invernali di Milano-Cortina, 2026: toccherà quindi all’Italia battezzare la sua leadership.