Ossessione
os·ses·sió·ne/ sostantivo femminile Dal lat. obsessio -onis ‘assedio, occupazione’, der. di obsessus, p. pass. di obsidēre ‘assediare’. Sintomo presente in alcune malattie psichiche, che si manifesta sotto forma di idee, parole, immagini persistenti nella mente del paziente al di fuori della sua volontà ingenerando sensazione di angoscia e l’impossibilità di azioni equilibrate. (dizionario Oxford)
di Gigi Marchitelli
Non ci possiamo girare attorno. Ha vinto i premi come miglior film, miglior regia, miglior fotografia al Tribeca Film Festival 2021 ed ha ricevuto 5 nomination agli Independent Spirit Awards per le categorie più prestigiose. Osannato dalla critica internazionale, è un’opera prima brillante e un film destinato a restare. Ho solo un dubbio: parla veramente di sport? Ma tutto avviene in una squadra universitaria di canottaggio femminile e tanto basta.
Di quale film parliamo? The Novice – La matricola, diretto da Lauren Hadaway con protagonista Isabelle Fuhrman affiancata da Amy Forsyth, Jonathan Cherry e Kate Drummond.

Fuhrman interpreta Alex Dall, una matricola universitaria e vogatrice alle prime armi ossessionata dalla perfezione. Decisa a dimostrare a se stessa e a tutti di poter esser la migliore in ogni cosa che fa, anche dove non naturalmente predisposta e dotata, scala i ranghi della squadra della sua università, dove la competizione è feroce. Alex si spinge così all’estremo della sopportazione fisica e mentale, mossa dalla ricerca per divenire la migliore. Ed è pronta a tutto pur di esserlo. È una sfida personale, per lei, quella di dimostrare di essere capace di essere la migliore con la pura applicazione e uno spirito di sacrificio che all’inizio sfiora, ma col procedere del film esplode come vera e propria ossessione.
Detta così, la trama del film sembrerebbe quella classica del film sportivo americano, tutta incentrata sulla massima del “se vuoi puoi”. Invece è l’esatto contrario.
Lauren Hadaway, la retorica del film sportivo la sminuzza in una maniera molto intelligente e sottile: da un lato ne rispetta tutte le tappe che siamo abituati a conoscere, come gli allenamenti massacranti, le levatacce prima dell’alba per andare a far pratica in solitaria sul fiume, le rinunce, l’abnegazione totale, l’adrenalina delle prime gare e via così; dall’altro sottolinea ognuna di queste tappe con un clamoroso fallimento di Alex. La prendono in squadra, ma lei scopre poco dopo che è soltanto a causa dell’assenza di un’altra ragazza; partecipa alla sua prima competizione ufficiale e combina subito un disastro, dopo aver passato le vacanze di primavera ad allenarsi da sola alle cinque del mattino e viene nuovamente sconfitta. Il film, in questo modo, frustra tutte le aspettative dello spettatore, che conosce la struttura di questo tipo di narrazioni e aspetta il trionfo dell’eroina per dare un senso a ciò che sta guardando.
The Novice è un dramma sull’ossessione, sulla dipendenza, sulla malattia del dover essere la migliore, la più brava, che alla fine porta all’isolamento e all’autodistruzione.
È un film drammatico senza che nulla di veramente drammatico accada perché è girato, montato e sonorizzato su ritmi e immagini ossessive e allucinate, ha una scansione delle inquadrature che pare fatta col metronomo o cadenzata come una sessione di allenamento al vogatore, quelle da cui la nostra Alex esce esausta e devastata.
E tuttavia, è il continuo giocare di rimando con il film sportivo, non solo da un punto di vista di snodi narrativi, ma anche di stile e di estetica, a rendere The Novice un’esperienza cinematografica unica. Prediamo, tanto per fare un esempio semplice, la tecnica del tema musicale che accompagna gli allenamenti del protagonista e spesso fa da preludio alle sue vittorie: Hadaway lo usa tanto, ci calca proprio la mano, ma non gli conferisce un ruolo enfatico. Al contrario, quando arriva la sequenza musicale che dovrebbe caricarci, sprofondiamo in un’atmosfera da incubo, tra sfocature, distorsioni dell’immagine, luci cupe e livide, che alla fine ottiene l’effetto opposto. C’è, in effetti, una tensione ogni volta che Alex si siede ai remi, perché da un certo punto in poi cominciamo a temere le sue reazioni e a chiederci anche se ne uscirà viva.
C’è un ultimo dettaglio da prendere in considerazione, ed è l’identità queer di Alex, che è puramente accidentale: non incide sulle dinamiche del racconto, non è motivo di conflitto, non è percepita come una problematica, non è il fulcro del dramma, è semplicemente ciò che è. Non ho scritto molto della trama, ma credo di aver reso l’atmosfera ed è giusto che “la storia” la scopriate da soli.
The Nocive è un dramma psicologico e sportivo feroce, che mi ha colpito per il montaggio, il suono e le immagini coinvolgenti e racconta una storia esemplare e metaforica, ma capace di rivelare le ossessioni che spesso, troppo spesso, guidano le nostre azioni e preludono ai nostri fallimenti. Anche sportivi.

The Novice – La Matricola di Lauren Hadaway
Nazione: Stati Uniti
Anno: 2021
Genere: drammatico, sportivo
Durata: 97′