I tuffi: un affare di famiglia
di Chiara Aruffo
La storia

I tuffi, nella forma acrobatica a cui siamo abituati, nascono alla fine del diciannovesimo secolo in Europa come passatempo per i ginnasti e sono velocemente diventati uno sport competitivo. In Germania viene pubblicato nel 1843 il primo libro sui tuffi e nel 1882 un club berlinese “Der Berliner Schwimmverein von 1878” organizza la prima gara internazionale. Nel 1901 viene fondata la Amateur Diving Association e nel 1904 avviene l’esordio olimpico ai Giochi di Saint Louis. La prima partecipazione delle donne alle Olimpiadi avviene a Stoccolma 1912, mentre i tuffi sincronizzati entrano a far parte del programma olimpico a partire da Sydney 2000.
A livello internazionale, l’organo federale è la Fédération Internationale de Natation (FINA) fondata nel 1908 durante le Olimpiadi di Londra. In Italia, i tuffi sono governati dalla Federazione Italiana Nuoto (FIN), fondata nel 1899 come Federazione Rari Nantes e entrata nel CONI come FIN nel 1928.

Trampolino e piattaforma
Le discipline olimpiche sono due: il trampolino da 3 m e la piattaforma da 10 m, entrambi sia singoli che sincronizzati. A livello internazionale, si gareggia anche dal trampolino da 1 m, specialità non inclusa nel programma olimpico. Il trampolino è flessibile e permette al tuffatore di effettuare una spinta verso l’altro, mentre la piattaforma è una base solida da cui partire. I tuffi vengono raggruppati in cinque gruppi (da 1 a 5) a seconda della direzione di partenza e della direzione dei salti e degli avvitamenti, più un sesto gruppo (6) per i tuffi con partenza dalla verticale (solo nella piattaforma). Le posizioni di rotazione sono quattro e vengono identificate con le lettere dalla A alla D. Ogni tuffo viene identificato da un codice composto da 3 o 4 numeri e una lettera Il primo numero indica il gruppo del tuffo. Il secondo numero indica la posizione di volo (solo per i gruppi da 1 a 4): 0 se è regolare, 1 se viene eseguita una variazione in volo; per il gruppo 5 indica il sottogruppo da 1 a 4. Il terzo numero indica il numero di mezze rotazioni, mentre il quarto numero (per i gruppi 5 e 6) indica il numero di mezzi avvitamenti. Infine, la lettera indica la posizione di rotazione. I tuffi vengono giudicati da un pannello di giudici in base alla posizione di partenza, all’approccio al tuffo e allo stacco, alla fase di volo e all’entrata in acqua.

Nelle gare individuali il pannello è formato da 7 giudici, mentre per i tuffi sincronizzati sono presenti 11 giudici. Di questi: cinque giudicano il sincronismo tra i due atleti e i restanti sei giudicano l’esecuzione tecnica (tre per ciascun atleta). I voti vanno da 0 a 10, ma nelle gare individuali i due voti più alti e più bassi vengono scartati, mentre in quelle sincronizzate non vengono presi in considerazione il voto più alto e più basso di ciascun sottogruppo. Ai Giochi Olimpici le competizioni individuali si svolgono in tre fasi: preliminari, semifinali e finale. Le gare sincronizzate hanno invece soltanto preliminari e finale. Gli uomini hanno a disposizione sei tuffi, mentre le donne cinque. In entrambi i casi, i tuffi devono essere di gruppi di classificazione differenti.
Giochi Olimpici

L’esordio olimpico dei tuffi avviene nel 1904 ai Giochi di Saint Louis con due eventi: uno di piattaforma e uno di distanza. Nel 1908 viene introdotto il trampolino da 3 m. La prima partecipazione delle donne alle Olimpiadi avviene a Stoccolma 1912 dalla piattaforma, mentre le gare dal trampolino vengono introdotte ad Anversa 1920. I tuffi sincronizzati entrano a far parte del programma olimpico a partire da Sydney 2000.
Il medagliere olimpico vede al comando gli Stati Uniti con 138 medaglie conquistate (49 d’oro), seguita da Cina e dalla Svezia. Gli statunitensi hanno dominato soprattutto gli inizi della specialità, mentre la Cina è emersa in maniera preponderante a partire dalla fine degli anni 80.
L’Italia ha partecipato 22 volte alle competizioni olimpiche, con la prima partecipazione avvenuta ai Giochi di Londra 1908. Gli atleti italiani hanno vinto 11 medaglie olimpiche, di cui 3 d’oro. I tuffi in Italia hanno principalmente due cognomi: Dibiasi e Cagnotto. Klaus Dibiasi e Giorgio Cagnotto hanno gareggiato insieme negli anni 70, con Dibiasi che è ha vinto tre ori consecutivi nella piattaforma (Città di Messico 1968, Monaco 1972, Montreal 1976). Tania Cagnotto è invece stata protagonista negli anni recenti sia nell’individuale che nei tuffi sincronizzati insieme a Francesca Dallapé. Ma le dinastie familiari non finiscono qui: i fratelli Marconi hanno rappresentato per molti anni i colori italiani, e più recentemente Julian Verzotto ha raggiunto il fratello Maicol in nazionale.
Tokyo 2020
Alle Olimpiadi di Tokyo 2020 sono in programma 8 eventi di tuffi. Parteciperà un totale di 136 atleti (68 uomini e 68 donne).
Una parte dei pass olimpici individuali a disposizione sono stati assegnati in base ai risultati dei Mondiali 2019 (12 posti per evento). Inoltre, si sono qualificati i vincitori dei cinque tornei continentali. Ulteriori 18 posti per evento sono stati assegnati in base ai risultati della FINA Diving World Cup di Aprile 2021. Per quanto riguarda le gare sincronizzate, tre pass per evento sono stati assegnati ai Mondiali 2019 e quattro sono stati assegnati alla FINA Diving World Cup. Il Giappone, in qualità di nazione ospitante, qualifica di diritto un team per ogni gara di sincro. Ogni nazione può qualificare un massimo di 16 atleti (8 donne e 8 uomini): un team per ogni gara di sincro e massimo due atleti per evento individuale. L’Italia ha ottenuto 6 pass olimpici: Noemi Batki e Sarah Jodoin di Maria (piattaforma 10 m individuale), Elena Bertocchi e Chiara Pellacani (trampolino sincro 3 m), Lorenzo Marsaglia (trampolino individuale e sincro 3 m) e Giovanni Tocci (trampolino sincro 3 m).
Eventi maschili | Eventi femminili |
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Trampolino 3 m | Trampolino 3 m |
Piattaforma 10 m | Piattaforma 10 m |
Trampolino 3 m Sincronizzato | Trampolino 3 m Sincronizzato |
Piattaforma 10 m Sincronizzato | Piattaforma 10 m Sincronizzato |

Foto di copertina da direttanews.it