Federciclismo, la trappola per una trasmissione tv senza certezze
Una circolare mette le società – già impegnate a fronteggiare gli aumenti dei costi di gestione – di fronte a un aumento di spese
di Nando Aruffo
ROMA – Le società sportive affiliate alla Federazione Ciclistica Italiana hanno ricevuto la seguente circolare che, prima di ogni considerazione, vale la pena leggere. Non ci vuole molto: tempo di lettura (come scrivono i giornali importanti) 128 secondi.
“Gentile organizzatore,
al fine di agevolare la diffusione del ciclismo su RAI Sport, la F.C.I. si rende disponibile ad inserire la sua gara, qualora interessato all’autoproduzione della stessa, all’interno dell’accordo generale di cessione dei diritti in via di definizione tra RAI e Federazione.
Per informazioni può inviare mail all’indirizzo comunicazione@federciclismo.it ed in copia x.xxxxxx@federciclismo.it; indicando manifestazione, tipo di produzione e service utilizzato.
La F.C.I. specifica che si tratta di un servizio a disposizione delle società organizzatrici ma non garantisce l’inserimento in palinsesto, essendo questa facoltà insindacabile di RAI Sport. La richiesta presuppone la disponibilità alla cessione dei diritti di immagine in via esclusiva alla RAI.
Cordiali saluti.”.
Allora. Letto tutto? Tutto tutto? Bene: alcune considerazioni.
- “Al fine di agevolare la diffusione del ciclismo su RAI Sport” ci sta.
- “la F.C.I. si rende disponibile”. E vorrei vedere il contrario: come da statuto (art 1 comma 3) la Federciclismo deve svolgere “attività di promozione”.
- “autoproduzione della stessa”. Ovvero: l’organizzatore della manifestazione deve individuare e pagare di tasca propria la società che realizza il servizio.
- L’organizzatore della gara deve inoltre indicare “tipo di produzione e service utilizzato”. Che significa tipo di produzione? E perché indicare il service utilizzato? Sono domande che potrebbero lasciar pensare che il “tipo di produzione” o il service debbano avere il “gradimento” o “avallo” della Federciclismo e/o della RAI.
- Tali considerazioni sono avvalorate dalle frasi successive: la FCI “non garantisce l’inserimento in palinsesto, essendo questa facoltà insindacabile di RAI Sport”. Poi la chiosa finale che è un vero capolavoro: “La richiesta presuppone la disponibilità alla cessione dei diritti di immagine in via esclusiva alla RAI”.
Capite bene che ci sia qualcosa (o più di qualcosa) che non vada. Non può andare.
Dunque: io organizzatore di una gimkana promozionale, io organizzatore di una Granfondo cicloturistica, io organizzatore di un campionato provinciale devo:
- Pagarmi il service
- Mandare il filmato alla RAI
- Cedere i diritti di immagine in via esclusiva alla RAI
E, alla fine della fiera, non sono neanche sicuro se o quando verrà messo in onda?
Gentili signori deputati alla promozione del ciclismo (Ripeto: art 1 comma 3 dello statuto) perché tutto questo? L’organizzatore locale ha interesse primario a diffondere le immagini della manifestazione sul proprio territorio.
Cedere i “diritti di immagine in via esclusiva” significa evidentemente che io, organizzatore per esempio in Abruzzo, non possa cedere il filmato a Rete 8 o a TV 6 che mi offrono – per evidenti motivi di palinsesto – tempi più lunghi di trasmissione e per conseguenza maggiore visibilità alla mia iniziativa, alle atlete e agli atleti che corrono, alle loro società, ai tecnici, ai miei sponsor e alle istituzioni locali che sono anch’essi fondamentali alla promozione dell’attività sportiva.
Nella circolare manca, per finire, quanto debba essere lungo un servizio: 1 minuto, 2 minuti, 3 minuti. E, se ci pensate bene, non è una indicazione di poco conto.