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F.C.I. = Federazione delle Contraddizioni e delle Improvvisazioni

Le Norme per Operatori Media della Federazione Ciclistica Italiana (FCI) varate a fine 2024 e parzialmente ritrattate (in attesa della revoca totale), interviene l’USSI.

di Nando Aruffo

ROMA – Alzare la manina in alto come nella pallacanestro e dire: scusate! Ci voleva tanto? No, ci vuole solo buon senso.

Qui però non si tratta di una partitella tra amiche, tra amici o anche a squadre miste. Qui scriviamo di una federazione, una delle federazioni sportive italiane più importanti con 70996 tesserati e 2745 società (come da sito federale). Una federazione non può commettere passi falsi esponendosi anche a critiche internazionali.

Tutto nasce con l’ultimo Consiglio Federale del 2024 che stabilisce delle condizioni per gli “Operatori Media (OPM)”. Si resta nel vago ma sorge spontanea una domanda: i giornalisti sono Operatori Media? Evidentemente sì. Ovviamente sì, anche se della parola “giornalisti” non c’è traccia.

Viene richiesta la partecipazione dell’Operatore Media (quindi pure del giornalista) a un “Corso di formazione online di tre ore con esame scritto” e c’è subito il primo campanello d’allarme al punto che l’Associazione internazionale dei giornalisti di ciclismo (AIJC) chiede all’UCI (Unione Ciclistica Internazionale) se sappia qualcosa e l’UCI, ignara, chiede conto alla Federciclismo. Non conosciamo la risposta della Federciclismo, se c’è stata e che, se volesse, potrebbe informare anche Sportopolis.it.

Al presidente della Federciclismo si è rivolto subito anche il presidente dell’USSI (Unione Stampa Sportiva Italiana) Gianfranco Coppola che presto incontrerà il segretario generale della federazione ciclistica Gavino Marcello Tolu.

Ci auguriamo che Coppola faccia valere il principio dell’indipendenza e di libertà di opinione del giornalista e ci chiediamo se la Federazione li voglia includere negli OPM che si intendono parte del sistema organizzativo e pertanto possibilmente condizionati. Se necessario, Coppola citi anche l’Art. 21 della Costituzione Italiana.

Il giornalista professionista sostiene già un esame scritto e orale e non c’è motivo che ne sostenga un altro. L’Ordine dei Giornalisti ha tre elenchi: professionisti, pubblicisti e speciale. L’elenco speciale è riservato a coloro che, pur non esercitando l’attività di giornalista, assumono la qualifica di direttore responsabile di periodici o riviste a carattere tecnico, professionale o scientifico, esclusi quelli sportivi e cinematografici. Tutti, indistindamente, sono chiamati a rispondere soltanto allo stesso Ordine.

E allora ecco la domanda: perché io giornalista devo sottopormi a un corso di una federazione sportiva che, per decreto legge, è natura di associazione con personalità giuridica di diritto privato? La Federciclismo questo non lo spiega: Anzi, il 18 febbraio rincara la dose: non basta il corso di formazione, bisogna anche tesserarsi per una società sportiva affiliata alla FCI.

Questa richiesta è insensata, vista l’attività formativa cui il giornalista deve sottoporsi per dovere deontologico e di iscrizione all’Ordine.

Qualche giorno fa, la Federciclismo rettifica: il tesseramento obbligatorio è sospeso soltanto per le corse internazionali. Trattasi di provvedimento tardivo e incomprensibile.

È necessario che nel prossimo incontro tra presidente USSI e segretario generale FCI emerga che quel comunicato numero 7 del 28 febbraio non vada corretto ulteriormente ma vada revocato e vadano restituiti i costi sostenuti per l’iscrizione al corso e per il tesseramento.

Se proprio si vuole parlare di sicurezza nelle corse di bicicletta sarebbe stato sufficiente che presidente e segretario generale avessero mantenuto l’impegno preso con l’allora presidente dell’AOCC (Associazione Organizzatori delle Corse Ciclistiche) Franco Costantino: un primo incontro in federazione; l’invio di una documentazione al presidente della Federazione; una seconda riunione da remoto nel corso della quale il presidente FCI ha osservato che aveva bisogno di tempo per affrontare tali argomenti.

Nel corso di quel primo incontro, tra le altre cose, si è sottolineato che per la sicurezza in corsa fosse necessario un primo approccio nelle autoscuole; una campagna informativa sul comportamento da osservare se si incontra una gara ciclistica; occuparsi delle gare giovanili che sono le più esposte; aprire tavoli di confronto con l’A.N.C.I. (Associazione Nazionale Comuni Italiani) sui servizi di assistenza alle corse e con il C.O.N.I. (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) quale interlocutore con le istituzioni.

Da quel giorno sono passati quattro anni e mezzo: questi buoni propositi sono ancora lì dimenticati da (quasi) tutti.

Per approfondire: i comunicati della FCI

Per chi ha buona volontà e/o intende infliggersi letture ecco qualche link di riferimento:

nr 21 del 2024 https://www.federciclismo.it/comunicati-a/corso-di-formazione-per-operatori-media-opm/

nr 1 del 2025 https://www.federciclismo.it/comunicati-a/2-corso-di-formazione-per-operatori-media/

nr 2 del 23 gennaio 2025  https://www.federciclismo.it/comunicati-a/2-corso-di-formazione-per-operatori-media-opm-specifiche/

nr 3 del 31 gennaio 2025 https://www.federciclismo.it/comunicati-a/3-corso-di-formazione-per-operatori-media-opm/

nr 5 del 18 febbraio 2025 https://www.federciclismo.it/comunicati-a/accrediti-operatori-media-opm/

nr 6 del 19 febbraio 2025 https://www.federciclismo.it/comunicati-a/4-corso-di-formazione-per-operatori-media-opm/

nr 7 del 28 febbraio 2025 https://www.federciclismo.it/comunicati-a/modifica-regole-operatori-media/

Lettere aperte

Di ciclismo e sicurezza, ne avevamo già parlato anche noi qui.

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