Curiosità del Villaggio Olimpico tra sostenibilità, famiglie e pace
Abbiamo avuto l’opportunità unica di visitare il Villaggio Olimpico in occasione dei Media Days Olimpici, qui un breve resoconto delle curiosità viste in giro.
di Chiara Aruffo
La prima centrale solare galleggiante mobile
Il Villaggio Olimpico ospita la prima centrale solare galleggiante mobile che è stata montata sulla Senna. Si estende su una superficie di 400 m² sulla Senna e produrrà l’equivalente del consumo di circa 30 appartamenti presenti nel Villaggio. Il fatto di essere mobile fa in modo che possa poi essere spostata e riutilizzata altrove a conclusione delle Olimpiadi.


L’area famiglie e bambini
L’area per le famiglie, specialmente pensata per bambini piccoli, è stata offerta dallo sponsor Pampers. Lo spazio è equipaggiato con giochi e tutto il materiale per il cambio dei bebé. L’unico appunto che personalmente mi sento di fare è che è al primo piano di un edificio senza ascensore, non proprio ideale e un aspetto sicuramente migliorabile.


Il monumento alla Tregua Olimpica
Abbiamo già parlato della tregua olimpica qui, dove ne avevamo spiegato la storia. Il monumento è stato eretto proprio accanto alla Village Plaza e lì si sono riuniti atleti di diversi paesi, insieme a Thomas Bach, presidente del CIO, in una cerimonia per la pace nel mondo. È possibile lasciare un messaggio di pace sui piloni che formano il monumento e, nonostante il Villaggio sia stato appena aperto, sono già numerosi gli atleti che hanno voluto scrivere qualcosa. Infine, è curioso notare che il monumento è costruito proprio accanto al ponte che separa la parte centrale del Villaggio dal blocco residenziale che ospita Cina, Turchia, gli atleti neutrali solo per citarne alcuni.


I giardini della biodiversità
Nei cortili dei vari edifici la natura è stata lasciata crescere in maniera spontanea (come d’altronde in tutte le aree verdi parigine) per favorire lo sviluppo della biodiversità. Nobile l’idea, ma questo rende i giardini di fatto inaccessibili e non utilizzabili – siamo molto lontani per quando mi riguarda dall’idea di “verde pubblico”.
