Luca Colnaghi aggredito in allenamento
Il ciclista lecchese vittima di un motociclista che, in due riprese, lo ha aggredito. Dieci giorni di prognosi e tanta paura. Un episodio inqualificabile e inspiegabile.

Non possiamo che esprimere la nostra solidarietà al ciclista Luca Colnaghi, professionista dal 2022, vincitore di due tappe del Giro d’Italia under-23 nel 2020, classe 1999. E certamente l’episodio di cui è stato involontariamente protagonista è di quelli da condannare senza se e senza ma, anche per la gratuità del gesto.
I fatti: mercoledì scorso, 5 marzo, Luca Colnaghi, professionista della VF Group Bardiani CSF Faizanè, stava tornando a casa dopo un allenamento come tanti, insieme al fratello, anche lui ciclista. «È stato tutto così assurdo che se non lo avessi vissuto in prima persona, penserei alla scena di un film. Invece nel primo pomeriggio di ieri quando ero tra Lierna e Varenna insieme a mio fratello Andrea purtroppo sulla nostra strada abbiamo incrociato un tipo in moto alla ricerca di rogne. Mi ha affiancato, insultato e ha messo il suo mezzo di traverso per costringermi a fermarmi. Quando me lo sono ritrovato faccia a faccia, abbiamo cercato di calmarlo, di dirgli di smetterla, che non avevamo alcuna voglia di litigare, ma mi ha spintonato e fatto cadere – racconta il 26enne lecchese, che questa mattina ha sporto denuncia presso il comando dei carabinieri. – Mi ha aggredito, prendendomi per il collo, per fortuna con mio fratello siamo riusciti a bloccarlo e a farlo andare via. Ha provato ancora ad intimidirci tornando indietro contromano come per venirci addosso in un frontale, ma sembrava finita lì». Ma questa è solo la prima parte dell’aggressione. Accortosi di aver perso nella colluttazione le cuffiette, Luca decide di tornare a cercarle e si ripresenta così solo nel luogo del diverbio. Anche il motociclista – soggetto noto alle forze dell’ordine – è tornato, questa volta con un compagno. Sentiamo ancora le dichiarazioni di Luca: «Prima mi hanno sfiorato per farmi cadere, poi quando stavo scappando, il passeggero ha preso un masso dalla strada e me l’ha lanciato sulla ruota posteriore. Non contenti mi sono venuti addosso con la moto, bloccandomi sul muretto a bordo strada, il parapetto che separa la carreggiata dal Lago di Como. Nell’impatto già mi ero fatto male, ma come se non bastasse questi due personaggi hanno lasciato la moto per prendermi di spalle e darmi dei pugni in faccia. Quando sono riuscito a liberarmi, l’allarme del contachilometri aveva già allertato mio papà, che mi ha raggiunto sul luogo del fattaccio ancora prima dei soccorsi e dei carabinieri, che nonostante la concitazione del momento avevo avuto la lucidità di chiamare».
La prognosi dell’ospedale dice che Luca dovrebbe stare a riposo 10 giorni perchè ha una spalla lussata e una microfrattura alle costole oltre ai postumi delle botte rimediate senza una ragione, ma già questo pomeriggio avrebbe un volo per il Belgio perché nel week end dovrebbe correre il Grand Prix Criquelion e il Grote Prijs Jean Pierre Monseré: impegni che il ciclista vorrebbe onorare.
Gli aggressori dovranno rispondere di reati gravi quali lesioni volontarie, aggressione, minaccia, con l’aggravante dei futili motivi e del concorso tra loro.
Ancora le parole di Luca: “Sono davvero amareggiato e mi auguro che nessuno debba vivere un’esperienza simile. Credo nella giustizia e spero che le autorità facciano il loro dovere”.
La sua squadra condanna fermamente ogni atto di violenza e, insieme all’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani (ACCPI) e ai legali, seguirà con attenzione lo sviluppo delle indagini affinché venga fatta giustizia. La sicurezza degli atleti deve essere una priorità e ci auguriamo che episodi del genere non si ripetano.