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Lo sport per la pace e la fratellanza dei popoli. 160 anni dalla nascita di De Coubertin

Vite, vittorie e medaglie
In questa rubrica, presento brevi storie di atleti olimpici che hanno vinto la loro gara con la vita; persone e volti che raccontano quanto i valori dello sport siano intersecati con i grandi ideali a cui ognuno di noi aspira. Attraverso le biografie di olimpionici di ieri e di oggi, vi invito a percorrere un cammino verso le Olimpiadi del 2024, tirando fuori il meglio da ogni atleta per provare a imitarlo: perché no? 

Pierre de Coubertin, fondatore dei Giochi olimpici moderni. Foto: www.olympics.com

di Pamela Fabiano

Il 1 gennaio del 1863, in un nobile palazzo parigino, nasce Pierre de Frédy, barone di Coubertin, noto come Pierre de Coubertin.

A pochi giorni dai 160 anni dalla sua nascita, vogliamo celebrare la storia della sua vita che si ricorda per la sua intuizione più importante: aver riproposto, in chiave moderna, i cosiddetti Giochi Olimpici. Chi era Pierre de Coubertin? La chiave per comprendere il suo interesse e impegno a favore della nascita dei Giochi olimpici moderni è la sua formazione come pedagogista. Infatti, sin dalle sue prime attività in ambito educativo è sempre stato sostenitori di una disciplina sportiva che fosse corretta e giusta, proponendo di inserirla all’interno di qualsivoglia programma pedagogico. Un pensiero quantomeno innovativo per l’epoca.

“The important thing in the Olympic Games is not so much the winning but taking part, for the essential thing in life is not conquering but fighting well

Al suo nome è legata la famosissima frase “L’importante non è vincere ma partecipare”. La citazione è in realtà: “The important thing in the Olympic Games is not so much the winning but taking part, for the essential thing in life is not conquering but fighting well“ (la cosa più importante dei Giochi Olimpici non è tanto vincere ma partecipare, in quanto l’importante nella vita non è conquistare qualcosa, ma saper lottare bene”). Fu pronunciata dal barone a conclusione del banchetto di commiato tenutosi alla fine del programma atletico dei Giochi di Londra, il 24 luglio 1908, citando un’omelia per gli atleti, scritta per la V Conferenza Pan-anglicana che si era svolta a Londra, l’estate della terza Olimpiade. De Coubertin, quindi, citò quanto detto dal vescovo anglicano Ethelbert Talbot, il quale a sua volta pare abbia preso la frase, riadattandola, da un filosofo greco, il quale disse: “L’importante non è vincere, ma partecipare con spirito vincente”. Un po’ complicato, no? Possiamo, però, interpretare nel modo corretto la frase di De Coubertin, dicendo che l’importante è partecipare perché solo partecipando si avrà la possibilità di vincere! Quanto è vera questa frase se facciamo esperienza del provare a “partecipare” nella vita, provare a non restare in tribuna o al margine, ma osare “giocare” una partita, non restare a guardare passivamente ciò che ci accade, ma diventare protagonisti della nostra vita e condividere le gioie delle nostre vittorie con gli altri.

I primi Giochi Olimpici nel 1896 e l’impegno pedagocico

Dopo un’infanzia agiata e felice, Pierre studia legge a Parigi e, dal 1883 fino al 1890, si dedica ad attività legate ai problemi sociali della Francia, portando avanti riflessioni su una vera riforma dell’educazione in chiave pedagogica moderna.
La data che segna la svolta è il 23 giugno del 1894, quando, alla Sorbona di Parigi, annuncia per la prima volta l’idea di recuperare gli antichi Giochi Olimpici. De Coubertin organizza un vero e proprio convegno durante il quale si fonda il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), del quale assume il segretariato generale. Come Presidente, invece, come segno simbolico che legasse i nascenti giochi a quelli che furono propri del periodo ellenico antico, viene nominato il greco Demetrius Vikelas. D’altronde, una delle decisioni assunte durante il congresso è che la prima Olimpiade moderna si sarebbe svolta in Grecia, ad Atene.
I primi Giochi Olimpici, così, si tengono nel 1896.

I Giochi del 1924 a Parigi e il cuore ad Olimpia

La storia successiva a questa data, nella vita di Pierre, è indissolubilmente legata ai Giochi Olimpici. Si sposa, certo, e ha anche dei figli, ma è tutto rivolto alla crescita dei Giochi con l’idea di riproporli ogni quattro anni. Purtroppo però, i suoi progetti non decollano e dovrà aspettare solo il 1906 per vedere
con le Olimpiadi estive, un vero e grande interesse verso i Giochi Olimpici. Da questo momento e fino al 1912, il nobile francese si batte in tutto il mondo per diffondere idee sportive moderne, come quella di associazioni atletiche per lavoratori. Inoltre aggiunge ai Giochi particolari molto importanti dal punto di vista simbolico, come i famosi 5 cerchi e il giuramento olimpico prima dell’inizio delle attività sportive vere e proprie.
Nel 1915, il Comitato Olimpico si trasferisce a Losanna e de Coubertin ne mantiene la presidenza fino ai Giochi del 1924 di Parigi, che si rivelano un successo senza precedenti, nulla a che vedere con i precedenti datati 1900. Un successo così grande e potente che quest’anno – come sappiamo! – ne celebriamo il centenario sempre a Parigi.
Dal 1926 al 1927, ritiratosi dalla Presidenza attiva del CIO, trova concretizzazione un altro interesse della sua poliedrica vita: la storia. Pubblica, così, la sua opera di storia universale, concentrata in quattro volumi.
Ritiratosi a vita privata in Svizzera, dedica tutte le sue ultime energie, anche economiche, per diffondere le proprie idee sportive e pedagogiche.
Durante una passeggiata, Pierre de Coubertin viene colto da un infarto e muore a Ginevra, il 2 settembre del 1937. Sepolto a Losanna, il suo cuore viene sepolto a parte, in un monumento vicino alle rovine dell’antica Olimpia, in Grecia.

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