L’impatto dello sport sulla condizione sociale dei giovani
di Gigi Marchitelli – Una ricerca di Openpolis
Al di là delle parole, i numeri. La Fondazione Openpolis (openpolis.it) raccoglie dati per fornire informazioni utili e di qualità. Per questo sintetizziamo qui la sua recente ricerca (28 maggio) che parla di sport e giovani, uno dei nostri temi preferiti. Lo sport non incide solo sulla salute, ma anche su aspetti educativi e sociali fondamentali per i minori. Oggi l’offerta di impianti dove praticarlo è fortemente squilibrata, sia nel confronto Italia-Ue che all’interno del paese. Qui la ricerca completa.
- I minori fanno sport soprattutto in contesti strutturati, all’interno di impianti sportivi:l’offerta e la condizione di queste strutture è quindi cruciale.
- 131,1 impianti sportivi ogni 100.000 abitanti in Italia nel 2022: meno degli altri paesi europei.
- 106,9 nel mezzogiorno, dove l’offerta è anche più carente in termini qualitativi.
- Lo sport può avere un impatto sociale, anche rispetto all’inattività giovanile e nel contrasto di fenomeni come quello dei neet (Not in Education, Employment or Training: i giovani che non fanno nulla).
- 9 su 10 i capoluoghi con più neet che si trovano nel mezzogiorno. Di questi, 7 si trovano in Sicilia.
Lo sport è un collante sociale fondamentale e rappresenta un fattore di benessere psicofisico sia individuale che collettivo. Soprattutto per i più giovani.
La pratica sportiva infatti influisce su numerosi aspetti dello sviluppo di bambini e ragazzi, da quello fisico alla crescita, anche educativa. È infatti in un contesto di gioco che può essere facilitata la trasmissione di valori come il rispetto delle regole e degli avversari, la dedizione personale, la lealtà verso i compagni e la squadra.
L’attività sportiva può essere il veicolo attraverso cui apprendere questi insegnamenti e migliorare la consapevolezza di sé e del proprio corpo. Per questo incide sulle relazioni sociali con coetanei e adulti e sulla salute personale, in particolare rispetto al rischio di sedentarietà. Rischio che – come abbiamo avuto modo di raccontare – non è affatto trascurabile tra i più giovani, in particolare dopo l’emergenza Covid.
1 su 5 i minori sopra i 6 anni che non praticano sport nel tempo libero.

Più frequentemente della media infatti i minori fanno sport in modo organizzato e al chiuso, spesso nell’ambito di impianti sportivi. Ovvero proprio il genere di contesto che ha risentito delle restrizioni necessarie al contenimento della pandemia.
Ma ora che l’emergenza è alle spalle, qual è la situazione degli impianti sportivi in Italia? E in che modo la disponibilità di spazi e occasioni dove fare sport può incidere sulla condizione attuale di bambini e ragazzi?
La necessità di impianti per fare sport sul territorio
È giusto del mese scorso l’annuncio che sarà avviato un nuovo censimento degli impianti sportivi nel paese. I dati provenienti da quello più recente svolto, relativo al 2022, hanno mostrato una situazione non rosea. Sia in termini di disponibilità di impianti rispetto ai paesi Ue, che per i divari territoriali interni al paese.
Sul primo aspetto, il nostro paese è agli ultimi posti in Ue per spese complessive e pro capite dedicate allo sport. Di conseguenza, anche l’offerta di strutture è molto inferiore rispetto alla media europea.
(…) con la presenza sul territorio nazionale di 131,1 impianti sportivi ogni 100.000 abitanti nel 2022, l’Italia si posiziona come ultimo Paese tra i peers dell’Unione Europea per dotazione infrastrutturale nel settore dello sport: 1,9 volte in meno rispetto alla media di Francia, Spagna e Germania e, in particolare, 2,4 volte in meno della Francia. Il divario con la Finlandia invece, il paese con il miglior livello di popolazione attiva in Europa, sale a 4,6 volte in meno“. – Osservatorio Valore Sport, Rapporto 2023
In termini di diffusione territoriale degli impianti dove fare sport, abbiamo già avuto modo di analizzare i divari nord-sud rispetto alla dotazione palestre nelle scuole. Una tendenza che però riguarda anche l’impiantistica extra-scolastica.
Sono 77mila gli impianti e le infrastrutture dedicate allo sport in Italia. A fronte di una media nazionale di 131,1 impianti ogni 100mila abitanti, la dotazione maggiore si raggiunge nel centro e nel nord, con circa 140 strutture ogni 100mila residenti.
Molto indietro invece sud e isole, con meno di 107 impianti ogni 100mila abitanti.
“L’offerta di impianti sportivi pubblici sembrerebbe maggiormente carente in Sicilia, dove la quasi totalità del campione (il 90%) ha dichiarato di praticare sport in strutture a gestione privata, seguita da Campania, Calabria e Puglia dove la pratica sportiva negli impianti pubblici riguarda circa il 30% dei rispondenti o meno“.– Svimez – Uisp – Sport e Salute, L’offerta di impianti e servizi sportivi nelle regioni italiane. Fabbisogni della pratica sportiva (2023)

L’impatto della carenza di impianti sportivi sulla condizione dei giovani
Un’offerta così diseguale, distante dalla dotazione infrastrutturale presente nei principali paesi Ue, è un problema da vari punti di vista per la condizione giovanile. Come premesso, i minori svolgono attività fisica più spesso della media all’interno di impianti, quindi una carenza di tali strutture rende più difficile l’accesso alla pratica sportiva.
Nella letteratura sono state individuate anche altre tendenze rilevanti. Analisi recenti, come quella sul costo sociale e sanitario della sedentarietà, promossa da Svimez, Uisp e Sport e Salute, hanno sottolineato la correlazione tra il tasso di sedentarietà regionale e le presenze medie mensili in impianti della regione.
Altri studi, come il rapporto 2023 dell’Istituto per il credito sportivo insieme a Sport e salute, hanno segnalato un ritorno positivo anche in termini sociali dell’offerta di luoghi dove fare sport. La creazione di luoghi e occasioni dove fare sport può ad esempio offrire un contributo nel contrasto all’inattività tra i più giovani. Potenzialmente, anche rispetto al fenomeno dei neet, giovani che non studiano non lavorano e non sono in formazione.
Potenzialità da approfondire
Questi dati chiaramente risentono di un forte limite, legato all’anno di aggiornamento, l’ultimo prima dell’emergenza Covid, perciò andranno necessariamente monitorati con i prossimi rilasci. Tuttavia la frattura territoriale, sebbene verificabile solo per i comuni di almeno cinquemila abitanti, appare evidente. Una spaccatura su cui l’elemento centrale è l’offerta di opportunità lavorative e di istruzione.
In questo quadro, il complesso di servizi e occasioni educative e formative, anche al di fuori delle mura scolastiche, potrebbe avere un ruolo da non trascurare, oggi spesso sottovalutato.
Un aspetto rilevato (…) è rappresentato dalla percentuale di Neet (Not engaged in education, employment or training), ossia coloro che non lavorano, non studiano e non stanno cercando un’occupazione: grazie ai progetti del Fondo hanno avuto modo di formarsi per svolgere una professione in ambito sportivo oppure di inserirsi in contesti scolastici o educativi stimolanti, emancipandosi da questa condizione di inattività. – Istituto per il credito sportivo, Rapporto Sport 2023 – L’impatto sociale dei finanziamenti allo sport e il suo contributo allo sviluppo sostenibile (2024)