Il disastro ambientale di Albertville 1992 e l’esempio virtuoso di Lillehammer 1994

di Chiara Aruffo

Il concetto di sostenibilità ha assunto un’importanza sempre più rilevante negli anni, anche in ambito sportivo. Non è sempre stato così e non sono mancate le critiche riguardanti l’organizzazione di grandi eventi sportivi. Nelle prossime settimane, analizzeremo come dall’immobilismo si è arrivati all’inclusione della sostenibilità come uno dei pilastri fondamentali dell’Olympic Agenda 2020, ratificata nel 2014.

Michel Barnier (a sinistra) durante i Giochi di Albertville. Foto Getty Images.

Per iniziare a parlare di sostenibilità in relazione ai Giochi Olimpici, è necessario innanzitutto fare un salto indietro nel tempo. Più precisamente al 1992, quando ad Albertville (Francia) vanno in scena i Giochi Olimpici invernali. Nonostante il CIO li definisca a più riprese “i Giochi perfetti senza nessun errore”, numerose critiche vengono mosse a livello ambientale, ad esempio per quanto riguarda la deforestazione messa in atto per fare spazio al trampolino di salto con gli sci e l’utilizzo di ammoniaca per refrigerare la pista da bob. A onore di cronaca, il comitato organizzatore nella persona di Michel Barnier (l’attuale negoziatore della Brexit!) aveva suggerito di introdurre una valutazione di impatto ambientale obbligatoria prima dei Giochi, proposta non recepita dal CIO all’epoca. Barnier decide quindi di procedere con tale valutazione in maniera indipendente. Curiosamente, nello stesso anno (1992), i delegati del CIO alla conferenza Earth Summit di Rio de Janeiro presentano le linee guida ambientali per la selezione delle città ospitanti e dichiarano che l’ambiente sarà uno dei temi affrontati nel Congresso Olimpico in programma due anni dopo a Parigi.

La pista di bob di La Plagne, costruita per i Giochi Invernali di Albertville 1992. Foto lenouvelliste.ch

I Giochi Olimpici di Lillehammer (Norvegia) vengono però programmati prima del congresso, ed è di nuovo il comitato organizzatore locale a dover garantire il rispetto ambientale. Il governo norvegese, guidato dal primo ministro Brundtland (a capo della Commissione Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo), dà – in maniera abbastanza drastica – un grosso aiuto in questo senso. Promette agli organizzatori il supporto della candidatura solo a fronte di un progetto di livello tale da poter essere considerato un esempio di rispetto ambientale nell’organizzazione di megaeventi. Le grandi aspettative sono rispettate: si utilizzano soprattutto materiali naturali e le installazioni vengono costruite in armonia con l’ambiente. I Giochi Olimpici di Lillehammer sono considerati un successo dal punto di vista ambientale, al punto tale che le Nazioni Unite premiano il comitato organizzatore con l’UNEP Global 500 Award. Il merito della riuscita va ricercato negli sforzi del comitato organizzatore locale piuttosto che a un intervento del CIO, che ancora una volta non ha alcun ruolo attivo.

Il trampolino del salto con gli sci realizzato per i Giochi di Lillehammer 1994. Foto Stepniak, Shuttershock.

Bisogna attendere il 12° Congresso Olimpico tenutosi a Parigi nel 1994 dopo i Giochi Invernali per avere i primi segnali dal CIO. L’ambiente è uno dei temi principali insieme a sport e cultura, come promesso all’Earth Summit del 1992. Vengono stilate le prime linee guida per le candidature delle città ospitanti i Giochi e viene proposto di istituire all’interno del CIO una Commissione Ambientale per vigilare sulle norme ambientali in tutte le competizioni maggiori. Inoltre, viene proposto di introdurre la necessità del rispetto dell’ambiente tra i principi fondamentali della Carta Olimpica. Da molti, questa viene considerata la prima bozza di politica ambientale del CIO.

Nel prossimo episodio vedremo i primi concreti passi del CIO verso l’implementazione di una strategia ambientale, nel biennio 1996-1997.

Bibliografia:

IOC (2005) Sustainable development of the Olympic Games. Olympic Review.

IOC (2014) Factsheet, the environment and sustainable development.

Langenbach, B. and Krieger, J. (2017) Emergence of the environment policy of the International Olympic Committee: A historical analysis. Journal of Qualitative Research in Sports Studies, 11, 1, 15-32.

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