Polizia di Stato, dalle Fiamme Oro alla fiamma olimpica
Continua su Sportopolis.it lo speciale sui corpi militari e sul ruolo che hanno nello sviluppo dello sport italiano. Ne abbiamo parlato con il Dirigente Superiore dott. Francesco Montini, Presidente del Gruppo Sportivo della Polizia di Stato Fiamme Oro, che ringraziamo per la disponibilità.
di Nando Aruffo
- Quale importanza attribuisce al Gruppo sportivo delle Fiamme Oro nell’ambito dello sviluppo dello sport italiano?
Fin dalla sua istituzione, nel lontano 1956, il Gruppo sportivo della Polizia di Stato sostiene il patrimonio sportivo nazionale attraverso il reclutamento e la gestione degli atleti di alto livello. Dal 2007 ad oggi, sono stati arruolati circa 50 atleti ogni anno, selezionandoli tra giovani promesse e campioni già affermati sul piano nazionale ed internazionale. Dai Giochi olimpici estivi del 2008 fino a quelli invernali della Corea del Sud 2018, passando per i Giochi di Rio 2016 e quelli di Londra del 2012, gli atleti delle Fiamme Oro hanno conquistato, complessivamente, 23 medaglie olimpiche. Nello stesso periodo, il Gruppo sportivo della Polizia di Stato si è fregiato di 152 Titoli mondiali (assoluti e di categoria) e ben 262 Titoli Europei (assoluti e di categoria).

In questi anni, le Fiamme Oro hanno sostenuto anche il progetto paralimpico, gestendo e tesserando atleti diversamente abili che sono inseriti in uno specifico settore del Gruppo sportivo, istituito nel 2018 con Decreto del Sig. Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza. Gli atleti del paralimpico – tra i quali la fortissima schermitrice Bebe Vio – hanno ottenuto, dal 2012 ad oggi, 6 medaglie ai Giochi paralimpici, 13 Titoli mondiali e 24 Titoli Europei.
Peraltro, il Gruppo sportivo della Polizia di Stato annovera tra i suoi fini istituzionali anche l’avvio di Sezioni giovanili attraverso cui promuovere i valori dello sport e del rispetto delle regole. Tali Sezioni – ubicate per lo più all’interno di impianti sportivi in uso alla Polizia di Stato ovvero in impianti pubblici comunali – sono state realizzate in zone geografiche disagiate e caratterizzate da fenomeni criminali. Ad oggi, le 29 Sezioni giovanili Fiamme Oro – dislocate dal Nord al sud d’Italia e che contano circa 3.000 giovani atleti – sono divenute un formidabile strumento di formazione dei giovani e di inclusione sociale oltreché una piccola fucina di giovani talenti sportivi. Le Fiamme Oro dedicano risorse e strutture al mondo giovanile per il quale lo sport riveste un ruolo importantissimo nell’educazione al principio di legalità ovvero al rispetto delle regole.
- Quali problemi ha dovuto affrontare lo sport militare nel 2004 con l’abolizione della leva obbligatoria?
Con il venire meno della leva obbligatoria, il reclutamento degli atleti nei Gruppi sportivi facenti parte dei Corpi civili dello Stato, tra cui le Fiamme Oro, ha subito un rallentamento. Cosa che poi è stata superata, qualche anno dopo, con l’introduzione dei concorsi speciali riservati all’ingresso degli atleti nei vari Gruppi sportivi dello Stato.
- Quale interazione avviene con atleti che fanno parte sia di un Gruppo militare sia di una squadra civile?
Normale interazione e rapporto che qualsiasi società sportiva può avere con atleti appartenenti ad altri sodalizi sportivi. Peraltro, le Fiamme Oro hanno intessuto, negli anni, proficue relazioni con le società civili al punto di consolidare i rapporti e, in alcuni casi, produrre positive sinergie anche nell’organizzazione di eventi sportivi.
- Come avviene la scelta dell’atleta da reclutare?
L’arruolamento di nuovi atleti nei Gruppi Sportivi Fiamme Oro avviene attraverso il concorso speciale per titoli sportivi disciplinato dal D.P.R. 29 DICEMBRE 2003 N. 393. La partecipazione al predetto concorso può avvenire soltanto se l’atleta è di interesse nazionale e possiede almeno un titolo sportivo previsto dal citato Decreto.
I nostri staff tecnici sono molto attenti agli atleti che potrebbero essere oggetto di reclutamento. Allo stesso modo, il Gruppo sportivo è attento anche alle indicazioni provenienti dal Coni e dalle varie Federazioni sportive, al fine di reclutare atleti di alcune discipline sportive che magari in quel momento hanno necessità di essere supportate nell’ottica di un progetto finalizzato ai Giochi olimpici.
- Avete atleti minorenni come altri gruppi sportivi dei corpi dello stato o militari?
Il concorso speciale per l’ingresso di atleti nelle Fiamme Oro, prevede un’età di accesso di 17 anni. Pertanto, ogni anno vengono arruolati diversi atleti minorenni. Per la precisione, negli ultimi concorsi speciali gli arruolamenti hanno registrato oltre il 50% di atleti che si sono collocati nella fascia d’età tra i 17 ed i 20 anni.
Poi ci sono le nostre Sezioni giovanili Fiamme Oro il cui bacino d’utenza è prevalentemente composto da minorenni che ci regalano immense soddisfazioni. Come detto, dal 2008 si è accentuata la politica di valorizzazione di tali sezioni e la crescita del vivaio giovanile considerato elemento fondamentale per il movimento sportivo nazionale. Ad oggi, sono diverse le discipline in cui possono cimentarsi i “piccoli atleti” delle Fiamme Oro tra le quali: atletica, canoa, equitazione, judo, karate, lotta, nuoto (nelle specialità tradizionali ed in quelle del nuoto in acque libere e salvamento), pentathlon moderno, pesi, pugilato, scherma, sci alpino, taekwondo, tiro a volo, tuffi e rugby. I tecnici sportivi delle Fiamme Oro operano anche un attento monitoraggio delle potenzialità agonistiche dei giovani per poi permettere loro di praticare, ad alti livelli, una disciplina agonistica all’interno delle strutture della Polizia di Stato.
- Garantite agli atleti un futuro nel vostro corpo al termine della carriera?
L’implementazione delle Sezioni Giovanili sul Territorio Nazionale, il potenziamento del settore paralimpico e la gestione diretta di impianti sportivi della Polizia di Stato permette un agevole reimpiego, all’interno dello stesso Gruppo sportivo, di atleti che giungono al termine della loro carriera agonistica.
Peraltro, la presenza di molteplici specialità all’interno della Polizia di Stato (cinofili, tiratori scelti, nuclei operativi, stradale, ferroviaria, postale, ecc.) abbinata alla possibilità di una fattibile progressione di carriera, dovuta ai concorsi interni, fa si che la maggior parte degli ex atleti scelgano di essere impiegati nei compiti istituzionali propri della Polizia di Stato. Il loro impiego nelle attività di polizia giudiziaria, di prevenzione ovvero di tutela dell’ordine pubblico ha sempre testimoniato l’alto grado di efficienza che un ex atleta può garantire grazie alle qualità che lo caratterizzano (disciplina, prontezza di riflessi, equilibrio, capacità di autocontrollo, ecc.).
- Vi occupate di molti sport, perché questi e non altri?
Ad oggi, il Gruppo sportivo della Polizia di Stato conta ben 48 discipline sportive. La scelta di praticare alcune discipline rispetto ad altre, è collegata anche a determinati progetti che vengono portati avanti con il Coni e con le Federazioni sportive nazionali per incrementare lo sviluppo ed il tasso di qualità di una specifica disciplina. Peraltro, il nostro Statuto ed il Protocollo tra il Ministero dell’Interno ed il Coni, contemplano l’impegno della Polizia di Stato al supporto delle discipline olimpiche.
- Dai campioni allo sport amatoriale, ai giovani: qual è attività sul territorio?
Come sopra detto, le Fiamme Oro sostengono lo sviluppo e la promozione delle attività sportive rivolte al territorio, con particolare riferimento alle attività sportive dirette ai giovani, mettendo a disposizione risorse finanziarie, umane ed infrastrutturali. La realizzazione di Sezioni Giovanili in contesti territoriali difficili, permette di far praticare del sano sport a diversi utenti, che prescindere dalla competizione agonistica, esaltando la dimensione educativa dello stesso sport.
Le strutture sportive della Polizia di Stato si sono aperte al territorio grazie alle Fiamme Oro, e sono divenute dei poli sportivi di riferimento per i territori. La gestione diretta degli impianti sportivi della Polizia di Stato, affidata alle Fiamme Oro, è stato anche uno strumento per avviare corsi sportivi di base diretti ai dipendenti ed ai loro famigliari residenti nel territorio ove insiste l’impianto sportivo. Più attività sportiva per i dipendenti vuol dire anche più prevenzione contro le specifiche patologie legate all’attività istituzionale dei poliziotti.
- Giochi Olimpici di Tokyo: lei è favorevole al rinvio?
Sono favorevole allo svolgimento dei Giochi Olimpici di Tokyo a patto che ci siano tutte le condizioni di sicurezza per gli atleti, per gli addetti ai lavori e per i residenti. Mettendomi “nei panni” dell’atleta penso allo stato emotivo, alla preparazione fisica e mentale raggiunta nell’arco del quadriennio caratterizzati da duri allenamenti; ciò non di meno, non posso non pensare al pericolo derivante dal fenomeno epidemiologico che ci sta cambiando la vita.
- Quali risultati si aspetta dai suoi atleti di vertice per i prossimi appuntamenti Europei, Mondiali e Giochi Olimpici?
Intanto mi aspetto che si possa tornare a gareggiare normalmente. Questo vorrebbe dire che ci siamo messi alle spalle l’epidemia in atto. Dai miei atleti mi aspetto sempre il massimo impegno sia in termini agonistici che comportamentali. Hanno la fortuna di rappresentare l’Italia e la Polizia di Stato, in tutto il mondo.
- Qual è la maggiore soddisfazione (anche non legata al risultato sportivo) che le ha regalato un suo atleta?

La maggiore soddisfazione è sicuramente legata al fatto che l’atleta comprenda, fino in fondo, la sua appartenenza alla Polizia di Stato ed ai valori identitari propri di questa Forza di polizia. L’essere atleti della Nazionale Azzurra, importanti testimonial dello sport italiano ed indossare una divisa, comporta delle responsabilità per gli stessi atleti che diventano, anche inconsapevolmente, dei punti di riferimento per i nostri giovani. Spesso ho apprezzato i comportamenti dei mie atleti quando sono stati improntanti al rispetto delle regole, del fair play anche in presenza di situazioni che hanno compromesso il risultato sportivo.
Ricordo sempre con piacere l’atteggiamento del pugile Roberto Cammarelle al quale venne “scippata” la medaglia d’oro relativa alla finale dei pesi super massimi svoltasi ai Giochi Olimpici di Londra 2012. In quell’occasione, nonostante il verdetto palesemente contrario all’andamento della gara, favorevole al nostro atleta, Cammarelle si dimostrò altamente rispettoso delle regole e delle Istituzioni sportive, accettando il risultato con pacatezza e senza esternazioni eclatanti.
- Nel 2021 lei sarebbe contento se…
Se tutto tornasse alla normalità, anche per lo sport.