Alvise De Vidi: determinazione è la parola chiave

Ci sono molte storie ispiratrici di atleti paralimpici italiani che hanno raggiunto traguardi eccezionali, superando sfide personali e dimostrando grande determinazione e spirito di squadra. Ve ne racconteremo alcune, per evidenziare quanto lo sport sia un potente strumento di inclusione, motivazione e cambiamento sociale.
di Pamela Fabiano
Alvise De Vidi è nato il 30 aprile 1966 a San Biagio di Callalta, in provincia di Treviso. E’ un ex atleta paralimpico italiano che ha gareggiato principalmente nella categoria T51 delle corse in carrozzina, da fine anni ’80 ai primi anni del 2000.
Raccontiamo la sua storia perchè De Vidi è stato un vero campione. Con sei Paralimpiadi e 14 medaglie, è uno degli atleti italiani più rappresentativi e significativi. Disabile in seguito a un tuffo sbagliato all’età di 17 anni, ha cominciato a pensare allo sport agonistico dopo una conversazione con ragazzo in un centro di riabilitazione. In una intervista rilasciata anni fa ha raccontato che quel ragazzo cambiò il corso della sua vita: «Sei giovane – mi disse – perché non fai attività sportiva?». Alvise conosceva poco del mondo sportivo, e tornato a casa da quel centro di riabilitazione, si informa e dopo solo un mese era in piscina, per fare sport e mettersi testardamente alla prova con allenamenti e gare.
Caparbietà e determinazione per raggiungere un obiettivo
E dopo qualche mese, scoprì l’atletica leggera, perché dove si allenava, a Cittadella, la piscina era adiacente al campo di atletica: «vedevo ragazzi arrivare con queste carrozzine un po’ strane sul tetto della macchina e mi sono incuriosito». Comincia coì una storia in discesa, fatta di gare e di vittorie, e in salita allo stesso tempo, per la caparbietà e la determinazione nel voler raggiungere il massimo. Dopo la vittoria dell’argento a Sydney 2000, dice: «Non è stato sempre semplice perciò quando sono arrivato, e ho visto che ero arrivato secondo, ho detto: cavolo, ho vinto la mia sfida personale. Non era tanto una sfida contro i miei avversari, ma era una sfida di dire: Nessuno ci credeva, io ho fatto vedere che potevo fare, per me stesso prima, qualcosa di buono».
Si può vivere una vita bella, dignitosa, vivace e piena
Alvise ha partecipato a 6 Paralimpiadi in due sport, dunque, nuoto e atletica leggera e in entrambe le specialità ha vinto medaglie: 15 in totale, di cui sette d’oro. La sua prima partecipazione è stata alle Paralimpiadi estive di Seoul nel 1988, dove ha gareggiato nei 25m farfalla classe 1A, vincendo la medaglia d’oro; nonostante la medaglia d’oro, comunque, Alvise ha sempre prediletto l’atletica. Negli stessi Giochi ha partecipato a sette gare su pista, dai 100 ai 1500 m, comprese entrambe le staffette, e proprio nella 4 × 100 m ha vinto la medaglia di bronzo. Alle Paralimpiadi estive del 1992, a Barcellona, ha gareggiato nei 100m, 400m, 800m e 1500m vincendo il bronzo negli 800m.
Le Paralimpiadi estive del 1996 si sono rivelate l’anno di maggior successo, quando ha vinto le medaglie d’oro nei 400m e negli 800m, l’argento nei 1500m e ha gareggiato nella maratona. Alle Paralimpiadi estive di Sydney 2000 ottiene altri successi, difendendo la medaglia d’oro negli 800m e vincendo altre medaglie d’oro nei 1500m e nella maratona, oltre all’argento nei 400m e al bronzo nei 200m.
Le Paralimpiadi estive del 2004 ad Atene sarebbero state le sue ultime, ma è riuscito a difendere il suo titolo nella maratona e a vincere il secondo bronzo consecutivo sui 200m.
La storia di Alvise è particolarmente significativa perchè mostra che si può vivere, nonostante una lesione molto alta come la sua, in maniera bella, dignitosa, vivace, piena, e questo credo sia il risultato più importante che ha ottenuto nella sua trentennale e gloriosa carriera.