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Addio 2020, anno di pazzia

di Gaetano Borrelli

Epistolario di fine anno 2020 tra Maria e Salvatore: Juventus-Napoli da rigiocare, Gattuso al posto di Ancelotti, Sarri e Higuain incompresi, la Coppa Italia come compensazione, la sentenza della Corte Federale del CONI. Quante discussioni!

Caro Salvatore,

(foto da news.direttagoal.it)

ormai abbiamo assistito alla giornata finale di campionato almeno per questo anno. A differenza tua io aspetterò con ansia la ripresa, anche perché spezzatino o non spezzatino io mi sono comunque divertita. Anche perché, checché tu ne dica, se ami il calcio ami anche delle piccole varianti, come quelle che sono avvenute questo anno. Oddio lo stadio senza pubblico non è un granché. Il pericolo che una partita non si giochi all’ultimo per il Covid nemmeno mi piace. Il non poter andare al bar per vedere la partita nemmeno mi va bene, ma tutto il resto continua a piacermi.

Hai visto l’ultimo botto dell’anno in materia di calcio? No? Lo sapevo, te lo dico io: giustizia è fatta! Mi riferisco la sentenza della Corte Federale del CONI che ha annullato altre due sentenze e ha stabilito che la partita Juve-Napoli si deve giocare e che anche il punto va ridato. Io sono certo che abbiano fatta la cosa giusta anche perché, come si diceva una volta, i punti si fanno in campo non in un tribunale, come si era preteso di fare e allora va bene così, certo che questo anno ne sono successe di cose. Lo scudetto alla Juve come cosa logica e ripetuta, la Coppa Italia al Napoli, anche abbastanza prevedibile, le solite figure di merda in Europa, anche queste abbastanza prevedibili e poi tutte le polemiche arbitrali che una macchina, il Var, non è riuscita ad eliminare, ma forse è meglio così.

Ma ci pensi come il calcio sia sempre di più lo specchio della società? Noi diciamo sempre che in Italia esiste una gerontocrazia, come fatto negativo, ma poi il Milan compra uno svedese quarantenne e si ritrova primo e l’Inter un terzino anzianotto, dicono, utile per giocare bene in Europa. Certo bisogna dire che il gioco non è granché ma giocando così spesso non si può pretendere di più, ma adesso con le feste finalmente si riposeranno e vedrai che campionato arriverà nel 2021 Covid permettendo.

Nel frattempo fa Buon Anno

Maria

Cara Maria,

ma dai, neanche a fine anno ti sfugge una botta di sincerità! Ma di quali piccole varianti parli? Qui ci sono tante di quelle varianti che a quelli onesti, direi mediamente onesti, viene il dubbio che tutto sia stato deciso prima che le partite si giocassero. Lo spezzatino è una cosa orripilante e giustamente inculca il dubbio che le partite siano disposte in modo da favorire qualcuno. Parli del pubblico? Ma del pubblico le Società se ne fottono perché i soldi veri non arrivano dal pubblico ma da altre parti, tipo la pubblicità o le televisioni. Anzi, se poi succedono casini le società sono considerate responsabili e ci rimettono pure.

Ma poi in un Paese malato ti sembra normale che l’unica giustizia rapida sia quella del calcio? Poi rapida si fa per dire se consideriamo la “importanza” del contendere, figurati, la partita tra Juve e Napoli. E per una cazzata simile ci sono voluti tre gradi di giudizi con sospetti su tutto e su tutti, con interventi di eminenti giuristi e, come si diceva una volta, importanti giureconsulti, termine che se lo dici a un tifoso vero ti da un calcio nel culo e si offende perché la scambia per una parolaccia. Però un poco di cose mi hanno divertito, come la storia di Sarri e di Higuain.

Il primo lo prendono per unire il bel gioco alle vittorie: lui vince ma alla Juve non piace il personaggio e allora seppur vincente lo mandano via. Al secondo gli fanno fare un pellegrinaggio e diventa il massimo del non desiderato ma alla fine lo debbono tenere. E che è? Altro che stile Juve! Poi dicono che la Coppa Italia sia stata vinta dal Napoli solo per compensazione delle disavventure con l’allenatore più vincente del mondo: Ancelotti che è stato sostituito da un operaio del pallone, Gattuso che, evidentemente, sa fare meglio del nobile decaduto.

Mi fa ridere il paragone tra l’Italia i vecchi del pallone e quelli che, ad esempio, fanno ricerca o insegnano. Nel primo caso sono vecchi di 40 anni, nel secondo caso, a 40 anni sei considerato un pubescente. E allora il tuo non è un paragone ma un “paraustiello” che sarebbe in lingua napoletano un paragone improprio.  Su una cosa sono d’accordo: lo spettacolo non è un granché, ma, tranquilla, non lo sono nemmeno i tifoni. Ciononostante ti voglio bene e allora Buon Anno, Marì e che il tuo più grande desiderio si possa avverare e io lo so quale è!

Salvatore   

Foto di copertina da ilbianconero.com

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