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Pistorius in libertà vigilata. Oltre la sentenza, un’offerta di redenzione

Foto: di Jim Thurston – https://www.flickr.com

Di Pamela Fabiano

“Una pena detentiva lunga non servirà la giustizia e non sarebbe nell’interesse della società. Il recupero è possibile, ma dipenderà soprattutto dall’atteggiamento dell’imputato rispetto alla punizione impostagli. È il candidato ideale per un programma di riabilitazione”. Così scriveva la giudice Thokozile Masipa nella sentenza emessa dalla corte di giustizia sudafricana contro Oscar Pistorius, il 6 luglio del 2016.

Oggi, dopo 13 anni, l’atleta paralimpico colpevole dell’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp è uscito dal carcere ed è stato trasferito agli arresti domiciliari dove rimarrà in regime di libertà vigilata fino al 2029, anno della conclusione della pena.

La storia giudiziaria: l’accusa e la difesa

Una terribile storia di cronaca che ha interessato gli sportivi e, in generale, tutti coloro che seguivano nei primi anni del duemila le vicende umane e sportive del velocista paralimpico più forte di tutti i tempi. Senza entrare nei dettagli della cronaca giudiziaria, è doveroso ricordare che il terribile omicidio avvenne – a detta della difesa di Pistorius – perché l’imputato pensava che un ladro fosse entrato in casa e, essendo senza protesi alle gambe e sentendosi impossibilitato a reagire o difendersi, sparò colpi di pistola avendo sentito qualcuno in bagno. Subito dopo aver capito di aver sparato invece alla sua fidanzata, la trentenne Reeva Steenkamp, fece di tutto per salvarla, anche se invano.  L’accusa, dal canto suo, ha invece sempre sostenuto che l’omicidio fosse volontariamente rivolto verso Reeva a seguito di un litigio. Ad ogni modo, Oscar aveva intenzione di uccidere e uccise, e questo bastò alla giudice per emettere la sentenza di colpevolezza.

La redenzione possibile per tutti, anche per Oscar

Al di là delle conclusioni alle quali ciascuno può giungere in base alla tesi della difesa o dell’accusa, la sentenza del giudice Masipa del 2016 e la scarcerazione di oggi ci parlano di una vicenda dolorosa e di un atto imperdonabile che, però, può volgersi al bene e al servizio della comunità. Riparare, concepire la pena non come condanna fine a se stessa ma come progetto e possibilità di redenzione.

Masipa, giudice impegnata nel rispetto di ogni minoranza e nella lotta alla violenza sulle donne, per la quale nessuno in Sudafrica metterebbe in dubbio integrità e moralità, aveva visto, già nel 2016, il cammino possibile da offrire a Pistorius: “È il candidato ideale per un programma di riabilitazione”. E così accadrà da oggi in poi.

Il sogno di tornare a rivedere in Pistorius un grande atleta

Non sappiamo se Oscar saprà cogliere questa opportunità che gli viene offerta per riprendere in mano la sua vita, seguendo i percorsi riabilitativi previsti. Se riuscirà a far rifiorire la sua anima dopo quanto ha fatto, forse si potrà tornare a rivedere in lui quell’incredibile campione olimpionico che è stato e che ci aveva fatto credere che atleti paralimpici possono davvero competere e – soprattutto – vincere nelle competizioni olimpiche.

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