La tenacia di una donna. La favola di Oksana Masters
Vite, vittorie e medaglie
In questa rubrica, presento brevi storie di atleti olimpici che hanno vinto la loro gara con la vita; persone e volti che raccontano quanto i valori dello sport siano intersecati con i grandi ideali a cui ognuno di noi aspira. Attraverso le biografie di olimpionici di ieri e di oggi, vi invito a percorrere un cammino verso le Olimpiadi del 2024, tirando fuori il meglio da ogni atleta per provare a imitarlo: perché no?

di Pamela Fabiano
Oksana Alexandrovna Bondarchuk – da tutti conosciuta come Oksana Masters – è una canottiera, fondista, biatleta e paraciclista statunitense, di origine ucraina, che risiede a Louisville, Kentucky. Di lei, raccontiamo la forza e la bellezza che l’hanno portata a vincere e ad essere l’atleta statunitense più decorata nella storia delle Paralimpiadi invernali.
Ai Giochi paralimpici estivi di Londra 2012 ha vinto la sua prima medaglia. Ha fatto parte della squadra statunitense di sci nordico alle Paralimpiadi invernali 2014 e alle Paralimpiadi invernali 2018, vincendo due medaglie nel 2014 e cinque medaglie nel 2018, di cui due d’oro. Ha partecipato anche alle Paralimpiadi estive 2016 nel paraciclismo. Nel 2020, a Tokyo vince due ori nel ciclismo e a Pechino 2022 vince un altro oro nella staffetta di sci di fondo misto.
Da Chernobyl alle vittorie paralimpiche
Eppure, ciò che di Oksana ci interessa di più, ai fini di questa rubrica, è il come sia arrivata a tante vittorie, quale spirito la anima e la guida nella sua avanzata verso la gloria olimpica.
La piccola Oksana – leggiamo su Wikipedia – è nata nel 1989 con diverse malattie congenite indotte da radiazioni dovute all’incidente nucleare di Chernobyl, tra cui l’emimelia tibiale (con conseguente diversa lunghezza delle gambe), mancanza di tibie portanti nei polpacci, dita palmate senza pollice e sei dita dei piedi su ciascun piede. Abbandonata per queste disabilità dai suoi genitori alla nascita in un orfanotrofio ucraino, ha vissuto lì fino all’età di 7 anni, quando è stata adottata da Gay Masters, una logopedista americana, non sposata e senza altri figli. “Sapevo dentro di me che avrei trovato una mamma che mi volesse bene!” ha dichiarato Masters.
Dopo essersi trasferita negli Stati Uniti nel 1997, entrambe le gambe di Oksana sono state amputate sopra il ginocchio – la gamba sinistra a otto anni e la gamba destra a 13 anni – quando sono diventate sempre più doloranti e incapaci di sostenere il suo peso. Oksana ha anche sostenuto un intervento chirurgico per modificare le sue dita interne di ogni mano, in modo che potessero funzionare come pollici. Arrivata negli Stati Uniti, dove sua madre lavorava come docente all’Università di Buffalo, si è trasferita a Louisville, nel Kentucky, nel 2001, quando la madre è stata assunta presso l’Università di Louisville,e si è laureata alla Atherton High School nella città nel 2008.
La forza dell’amore materno
La storia della sua carriera è lunga, avvincente e degna di un articolo a parte: una storia fatta di incontri decisivi, cadute rovinose e altrettante riprese dovute a tenacia e coraggio. Una vita sempre accompagnata dalla vicinanza della mamma alla quale Oksana dice: “Mamma non posso ringraziarti abbastanza per il tuo cuore, la tua determinazione, la tua lotta e il tuo amore… grazie per avermi spinto quando ne avevo bisogno, per avermi aiutato a seguire i miei sogni, per aver creduto in me”.
La sua storia di vita ha suscitato parecchio interesse mediatico. È stata nominata da The Guardian tra i dieci atleti statunitensi da seguiree ha posato nuda per l’edizione annuale di Body Issue della rivista ESPN, per dimostrare che la disabilità non va nascosta. Apple l’ha ingaggiata in “Fare la differenza. Un’app alla volta”, un video in cui spiega come è cambiata la sua vita con le app iOS che aiutano a superare i limiti della disabilità.