Cagliari, scelta di vita
Un saluto a Gigi Riva
di Gigi Marchitelli
Aveva un tavolo riservato al ristorante Stella Marina di Montecristo, gestito dai gemelli Giacomo e Valentino Deiana, nel quartiere storico Marina in pieno centro a Cagliari. È andato lì quasi tutte le sere, per un quarto di secolo, dal 1994 al 2019 e nessun altro poteva sedersi lì. Stasera Giacomo ha messo su quel tavolo cinque rose. Pur essendo lombardo si sentiva sardo per il suo essere taciturno, per l’attaccamento al territorio e per il fatto di reagire spesso a modo suo. Ma a Cagliari e alla Sardegna, tutta, ha dato molto: un solo scudetto ma di quelli pesanti, che si ricordano nel tempo e tante soddisfazioni in campo, con il Cagliari e con la Nazionale, nonostante gli incidenti. Poi, la fedeltà a quella terra in cui si specchiava, fino a rinunciare a un miliardo di lire, a tanto arrivava la Juventus pur di portarselo a Torino. E negli anni ’70 un miliardo di lire erano bei soldi: non molti rinunciano ai soldi, a tanti soldi, per degli ideali e per i sentimenti. Per questo Gigi resta, per tutti i sardi, un eroe.
Insomma, non si può parlare di Gigi Riva – mancato lunedì 22 gennaio 2024, all’età di 79 anni, a causa di un malore – senza parlare della Sardegna. Anche Riccardo Milani, che lo scorso anno gli ha dedicato un bellissimo film documentario, “Nel nostro cielo un rombo di tuono”, se n’è accorto e ha dovuto adeguarsi.
Ecco, per ricordare Gigi Riva bisogna giocare su due registri. Quello del suo talento, del sinistro micidiale di cui i numeri ci danno un’idea: miglior marcatore assoluto nella storia del Cagliari, 208 gol in 378 presenze. 35 goal in 42 presenze in Nazionale, miglior marcatore nella storia della Nazionale. Uno dei pochi (sei) capaci di segnare quattro goal nella stessa partita in Nazionale. Tre volte capocannoniere della serie A, tre volte capocannoniere in Coppa Italia. Un talento smisurato, una macchina da goal perfettamente capace di finalizzare al meglio gli sforzi di tutta la squadra.
E poi c’è il lato umano, il suo sentirsi sardo, la riservatezza, la perenne sigaretta, ma anche lo spendersi per per gli altri. Per esempio, il “Centro Sportivo Gigi Riva”, da lui fondato con i figli Mauro e Nicola, è stata la prima scuola calcio in Sardegna. Da questo vivaio è uscito tra gli altri Nicolò Barella, oggi all’Inter e in Nazionale.
Implacabile in campo, silenzioso ma allo stesso tempo buono e generoso nella vita: “Una persona squisita”, ricorda chi lo ha conosciuto da vicino.
“Rombo di tuono” è andato ora a reclamare quel pallone d’oro che in vita non gli fu assegnato ma che certamente la sua storia e il suo talento gli hanno fatto guadagnare.
P.S. L’articolo l’ho scritto a caldo, lunedì 22 gennaio, a sera. Oggi, 23 gennaio, l’ho integrato con le notizie e le testimonianze ascoltate nella trasmissione “Tutta la città ne parla” su Rai Radio3. Che la radio dedicata alla cultura apra a un personaggio dello sport è un avvenimento, dice Nando, il nostro direttore. E ci racconta appunto che Gigi Riva non è stato solo un calciatore.
