EditorialiRugby

Sei Nazioni 2025, la prima giornata

di Gigi Marchitelli

Va bene, siamo felici di partecipare al torneo di Rugby più blasonato al mondo. E, va bene, questo è un anno particolare, dove tutte le squadre mettono in campo grandi valori, non solo noi. Però, dopo la vittoria dello scorso anno, speravamo di più da questo Scozia-Italia. Intanto, speravamo di non cominciare in affanno, subendo in pochi minuti due mete belle e pulite. Poi, è vero, l’Italia ha cominciato a carburare e ci ha fatto vedere anche del bel gioco, touche ben fatte, mischie vincenti e ha macinato punti fino a raggiungere gli avversari. Ma sul 19-19, bisognava fare un salto di qualità. E questo forse è quello che sperava il tecnico Gonzalo Quesada, contando sul fatto che il suo “quindici” ha un’età media nettamente inferiore a quella degli avversari. L’Italia, tutto sommato, ha retto bene per 60 lungi minuti. E non è poco rispetto agli ultimi anni. Ma al momento decisivo, invece di prendere il controllo, si è fatta nuovamente sorprendere dagli avversari. 31 a 19 è un risultato onesto, che fotografa esattamente i valori in campo e la bravura di Huw Jones (tripletta personale, uomo del match). La prossima volta, qualunque sia il risultato, bisognerà tenere il campo per 80 minuti.

La prossima volta sarà contro il Galles, altra squadra battuta lo scorso anno, reduce da una feroce sconfitta in Francia (quattro mete nel primo tempo, tre nel secondo per un risultato finale di 43-0). La prossima partita, cioè, incontreremo gli altri candidati al “cucchiaio di legno”. I Red Dragons non sembrano irresistibili, ma potrebbero arrivare a Roma con un surplus di orgoglio e determinazione, quindi attenzione.

La nazionale transalpina ha lavorato negli anni per la crescita del movimento giovanile, ha una “riserva” di un migliaio di atleti di grande livello e si presenta a questo Sei Nazioni con la sua formazione migliore di sempre, supportata inoltre dal miglior rugbista al mondo: Antoine Dupont. La partita chiave del torneo sarà Irlanda-Francia, a Dublino l’8 marzo prossimo. I francesi non vincono in Irlanda dal 2011, ma già in questo primo turno hanno dimostrato, in un torneo molto equilibrato, di essere avanti a tutti. Sono loro il vero ostacolo ai sogni Irlandesi di vincere la coppa per la terza volta di fila (cosa mai successa dall’inizio della competizione, 1883, quando era Home Championship e comprendeva le quattro squadre britanniche: poi allargato a cinque nel 1910 con l’introduzione appunto della Francia e infine giunto alla formula “sei nazioni” nel 2000 con l’Italia).

L’Inghilterra, che ha tenuto sulla corda l’Irlanda per cinquanta minuti, si candida ad essere la mina vagante di questa competizione. Squadra discontinua, non vince il torneo dal 2020 ma è in grado di stare alla pari con chiunque ad ogni partita, fossero anche gli All Blacks (che negli ultimi due incontri l’hanno spuntata con gli inglesi, ma solo di 1 e 2 punti). L’anno scorso gli inglesi impedirono il grande slam (la vittoria del torneo vincendo ogni singolo incontro) all’Irlanda, battendoli. Quest’anno è andata diversamente, ma per buona parte dell’incontro gli Irlandesi sono rimasti sotto, rompendo l’incantesimo e portandosi in vantaggio solo nel secondo tempo. E, anche qui, l’Inghilterra si è dimostrata in grado di reagire, segnando ancora due mete. Il risultato finale, 27-22, anche in questo caso è corretto.

L’Irlanda, insomma, resta la squadra da battere: sarà interessante vedere se qualcuno riuscirà a farlo. Ecco in sintesi la prima giornata del Sei Nazioni 2025. Delusioni tricolori a parte, le dinamiche di quest’anno ci sembrano appassionanti e seguiremo con convinzione i prossimi appuntamenti.

Screenshot

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *