Sul tetto del mondo
Oro meritato e costruito da Julio Velasco per la nostra nazionale di Volley. Oro mondiale che corona una stagione straordinaria, nata però da un periodo di polemiche e veleni. Ma adesso dobbiamo essere tutti più grandi.
di Gigi Marchitelli
“All’esordio nella Volleyball Nations League 2024 la nazionale italiana femminile è stata superata dalla Polonia 0-3 (26-28, 23-25, 21-25). Le azzurre sono state battute al termine di un match combattuto, nel quale hanno il rimpianto di non essere riuscite a sfruttare nella prima frazione quattro palle set. Nel secondo la Polonia è stata a lungo avanti, l’Italia però non si è arresa e ha sfiorato la rimonta. Nel terzo un lungo break della Polonia ha rotto l’equilibrio, consegnando il match alle biancorosse.
Un ko che ha scatenato il dibattito social, come era facile immaginare, anche perché si trattava del primo impegno “vero” di Julio Velasco come ct. Se da una parte c’è chi invita ad attendere ancora per un giudizio definitivo, ci sono anche coloro che forse non aspettavano altro che un passo falso per rispolverare il recente passato. Ecco allora che in diversi commenti social l’ha fatta da padrone il nome dell’ex ct Davide Mazzanti”.
Così leggiamo su un giornale sportivo del 15 maggio 2024: poco più di un anno fa. Titolo esplicativo:
L’Italia di Velasco stecca all’esordio e c’è già chi rimpiange Mazzanti. Per intenderci: il CT Mazzanti vinse con la nazionale il campionato europeo del 2021 e la Volleyball Nations League nel 2022, ma ottenne solo un deludente terzo posto ai Mondiali di quell’anno. Poi ha perso completamente il controllo della squadra, creando un clima insostenibile e relegando le migliori atlete (non solo Paola Egonu) a ruoli secondari o addirittura escludendole dalla rosa.
Julio Velasco è stato il mago della nazionale di Volley maschile nella sua stagione migliore, 1989-1996, vincendo due mondiali e tre europei, oltre a una quantità di altri tornei. Nel biennio 1997-1998 è il CT della nazionale femminile, senza replicare a quell’epoca i successi ottenuti con la nazionale maschile ma lanciando il vivaio del Club Italia, da cui usciranno le campionesse che vinsero il titolo mondiale nel 2002 in Germania.

Rientrato nel ruolo di CT della nazionale femminile dal 1° gennaio 2024, Velasco ha trovato questa volta una rosa di tutto rispetto: a partire da Paola Egonu, a 26 anni eletta miglior giocatrice dell’anno da Volleyball World, il principale broadcaster della pallavolo mondiale (lo scorso 31 dicembre) e forse la miglior giocatrice di sempre del Volley italiano. Ma tutte, tutte meritano un applauso: dal libero Monica De Gennaro (38 anni, una veterana) all’altra “opposto”, Ekaterina Antropova; da Alessia Orro, nominata migliore giocatrice del mondiale thailandese e fondamentale per l’oro olimpico a Parigi nell’estate 2024 a Myriam Sylla e Anna Danesi.
Sconfitta dalla Polonia nelle qualificazioni, l’Italia di Velasco non si è affatto scomposta: in pochi mesi ha costruito due magnifiche vittorie, alla Volleyball Nations League in Thailandia (giugno 2024) e alle Olimpiadi di Parigi (agosto 2024). Due ori, per cominciare. Con queste premesse, l’Italia si è presentata agli importanti appuntamenti del 2025 come la squadra da battere e una pressione enorme addosso. Ma è riuscita a infilare una tripletta: Giochi mondiali universitari estivi in Germania (luglio, con la nazionale universitaria guidata da Carlo Parisi), Volleyball Nations League (in Polonia, sempre a luglio: seconda vittoria consecutiva) e infine il colpo grosso: il Campionato mondiale appena concluso in Thailandia (unico altro oro per l’Italia: Germania 2002).

L’Italia effettivamente è arrivata in Thailandia con una consapevolezza nuova, ma in questo Mondiale ha dovuto soffrire per battere prima il Brasile in semifinale (una specie di finale anticipata, dato il valore della squadra carioca), poi la Turchia in finale, entrambe al tie break.
Se in semifinale le azzurre hanno dato vita a una gara epica contro il Brasile per la qualità degli scambi e della fase break, in finale sono state dominate dalla Turchia nei due set persi, il secondo e il quarto, mostrando una difficoltà inedita nel murare e difendere le centrali Erdem e Gunes, oltre all’opposta Vargas, probabilmente la migliore in campo. Ma bisogna ricordare che la finale è stata preceduta dall’impegnativo incontro con il Brasile, che ha quasi prosciugato le risorse fisiche e mentali delle nostre atlete, oltre a causare due distorsioni alla caviglia per Orro e Fahr.
Anche una partita eccelsa non è bastata al Brasile per superare l’Italia, il che ci racconta qualcosa di nuovo sulla durezza di questo gruppo e sulla capacità di rimontare gli svantaggi. A meno di 24 ore dalla maratona da 135 minuti con il Brasile, l’Italia è tornata in campo per affrontare la Turchia, alla prima finale mondiale della sua storia. Una rivalità recente, quella tra le due squadre, che si è accesa grazie all’ascesa prepotente del movimento turco prima con i club poi con la Nazionale, capace di conquistare nel 2023 VNL ed Europeo anche grazie all’allenatore dell’Imoco Conegliano, Daniele Santarelli (marito di Monica De Gennaro). Turchia che ha giocato una grande partita, difendendo e ricostruendo più di quanto ci si potrebbe aspettare dalla sua formazione: l’Italia è arrivata al quinto set apparentemente stremata e invece mette a segno cinque azioni senza nessuna rigiocata, da 30 secondi scarsi: è come se la Nazionale avesse spremuto tutte le energie residue, quasi dimenticando le difficoltà degli altri parziali, per trovare la compostezza e gli angoli giusti necessari a chiudere una partita che avrebbe potuto vincere soltanto così, considerati i problemi in cambio palla e in contrattacco. «In questi due anni abbiamo fatto uno step mentale incredibile», ha detto Danesi «Andare sotto di due punti al tie break dovrebbe farti tremare le gambe. Noi invece siamo rimaste solide».
Le giocatrici che abbiamo citato sono le pietre miliari di un ciclo che in quattro anni ha vinto qualsiasi cosa: dopo l’Europeo del 2021, sono arrivate 3 VNL, ma soprattutto l’oro olimpico e quello mondiale, che non arrivava da 23 anni. Nella Nations League di un anno fa, l’Italia ha anche aperto una striscia di 36 vittorie consecutive in partite ufficiali che rappresenta un record per la Nazionale femminile.
Julio Velasco aveva poco o nulla da dimostrare, eppure ha accettato l’incarico della Federvolley: lo scorso anno ha allenato per restituire serenità e compattezza al gruppo, in quest’estate invece ci ha messo la faccia, compiendo anche scelte impopolari. Con lui la Nazionale è diventata un’eccellenza nel muro difesa e nel contrattacco, è diventata meno Egonu dipendente e più squadra. Grazie a questo successo è diventato campione del mondo sia con la nazionale femminile sia con quella maschile, assumendo una statura epica non solo nella pallavolo ma in tutto il panorama sportivo.
“Decidete voi cose fare, ma fatelo convinte, come sapete fare”: fiducia e consapevolezza di sé e del proprio valore, resilienza e capacità di andare avanti punto per punto. Queste le qualità che Velasco è riuscito a infondere nella Nazionale di Volley femminile e che hanno portato ai risultati migliori di sempre. Questa è l’Italia sportiva che ci piace.