Olimpici olimpioniciParigi 2024

Parigi 2024: lo sport come potente veicolo di cambiamento sociale

Vite, vittorie e medaglie
In questa rubrica, presento brevi storie di atleti olimpici che hanno vinto la loro gara con la vita; persone e volti che raccontano quanto i valori dello sport siano intersecati con i grandi ideali a cui ognuno di noi aspira. Attraverso le biografie di olimpionici di ieri e di oggi, vi invito a percorrere un cammino verso le Olimpiadi del 2024, tirando fuori il meglio da ogni atleta per provare a imitarlo: perché no? 

Da sinistra: Simone Biles, Shelly-Ann Fraser-Pryce e Rikako Ikee (foto da Wikipedia)

di Pamela Fabiano

Con la chiusura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, come promesso, la nostra rubrica “Olimpici olimpionici” giunge al termine. Abbiamo raccontato storie di atleti del passato e del presente che hanno vinto la loro gara con la vita; persone e volti che incarnano i valori dello sport che anche noi possiamo provare a imitare e dai quali possiamo farci ispirare per promuovere un cambiamento sociale necessario e auspicato.

In questo breve articolo, presentiamo alcuni degli atleti che riteniamo più significativi e che hanno segnato una svolta a Parigi 2024 per motivi che vanno oltre le mere performance sportive, ma per il loro impegno sociale e la capacità di ispirare le persone.

Simone Biles e Shelly-Ann Fraser-Pryce: salute mentale e maternità

Uno degli atleti più notevoli in questo senso è stata Simone Biles, la grande ginnasta americana. Già riconosciuta come una delle migliori ginnaste di tutti i tempi, Biles ha usato la sua piattaforma per affrontare questioni di salute mentale. Durante le Olimpiadi di Tokyo 202, Biles decise di ritirarsi da diverse competizioni per concentrarsi sul proprio benessere mentale, un atto che ha ricevuto enorme attenzione mediatica e ha stimolato un dibattito globale sulla pressione psicologica che gli atleti affrontano. Per Parigi 2024, ci si aspettava che Biles non solo tornasse in campo, ma continuasse a essere una voce influente sulla salute mentale, influenzando così positivamente la percezione pubblica di questi temi.

E così è stato. Biles ha vinto un oro dietro l’altro nella gara a squadre (insieme a Carey, Chiles, Lee e Hezly Rivera), nell’all-around e nel volteggio, ed è arrivata alla trave e al corpo libero senza che ci fossero grandi dubbi sul fatto che avrebbe stravinto anche lì. Non ha deluso le aspettative, mostrandosi in grandissima forma, ma le gare sono state molto più combattute e imprevedibili del previsto. Biles è sorprendentemente caduta dalla trave ed è uscita più volte dal tappeto durante il corpo libero: un tipo di sbavatura che solitamente non le si vede fare, visto che anzi i suoi atterraggi sono una delle cose che rendono perfette le sue esecuzioni. Eppure, non si è abbattuta. Ha continuato a credere di farcela, insieme alle sue compagne dalle quali – ha dichiarato – ha ricevuto grande forza emotiva.

Un altra atleta di grande rilievo è stata la velocista giamaicana Shelly-Ann Fraser-Pryce. Considerata una delle donne più veloci del mondo, Fraser-Pryce è anche un’icona di resilienza e determinazione. Dopo essere diventata madre, ha continuato a gareggiare a livelli altissimi, sfidando le consuetudini e dimostrando che la maternità e il successo sportivo non sono mutualmente esclusivi. Il suo esempio è stato particolarmente potente in un contesto in cui molte atlete si sentono costrette a scegliere tra carriera sportiva e famiglia. Fraser-Pryce rappresenta, quindi, non solo un modello di eccellenza atletica, ma anche un simbolo di empowerment femminile. Dopo Parigi 2024, all’età di 37 anni, ha dichiarato di volersi ritirare dalle competizioni e di dedicarsi completamente alla sua famiglia.

Rikako Ikee e Marcus Rashford: vittoria sul cancro e sostegno ai più fragili

Nel nuoto, un nome che ha risaltato è stato quello di Rikako Ikee, la giovane nuotatrice giapponese di 23 anni. Nel 2019, a Ikee era stata diagnosticata una leucemia, una notizia che ha sconvolto il mondo dello sport. Tuttavia, con una forza straordinaria, non solo è riuscita a sconfiggere il cancro, ma è anche tornata a competere ai massimi livelli. Per Ikee, partecipare alle Olimpiadi di Parigi 2024 ha rappresentato molto più di una semplice competizione: è stato un messaggio di speranza e di rinascita, un esempio vivente di come la determinazione e il coraggio possano superare qualsiasi ostacolo.

In un contesto diverso, ma altrettanto significativo, troviamo Marcus Rashford, attaccante del Manchester Utd e della nazionale inglese. Anche se il calcio non è tradizionalmente uno degli sport più seguiti alle Olimpiadi, Rashford ha usato la sua fama per influenzare cambiamenti significativi nel Regno Unito, proprio a ridosso delle Olimpiadi. Durante la pandemia di COVID-19, Rashford aveva lanciato una campagna di successo per garantire che i bambini delle famiglie più fragili avessero accesso a pasti gratuiti. Il suo impegno sociale ha portato alla creazione di programmi di sostegno alimentare duraturi. Per molti nel Regno Unito, Rashford non è solo un atleta, ma un vero e proprio eroe sociale.

Olimpici olimpionici che ispirano e trascinano

Simone Biles, Shelly-Ann Fraser-Pryce, Rikako Ikee, Marcus Rashford sono solo alcuni degli esempi di come lo sport possa essere un potente veicolo di cambiamento sociale. Essi non solo hanno ispirato per le loro prestazioni sportive, ma soprattutto per i loro atti di coraggio, resilienza e impegno verso cause che trascendono il mondo dello sport.

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