Il volley mondiale parla italiano
Dopo la vittoria in Thailandia delle azzurre di Julio Velasco, anche la nazionale maschile allenata da Fefè De Giorgi porta a casa il titolo mondiale, vincendo nelle Filippine.
di Gigi Marchitelli
Dopo il trionfo delle azzurre in Thailandia, la squadra azzurra maschile è arrivata a Quezon City, Filippine, da Campione iridato (ha vinto il titolo nel 2022 in Polonia) e dal 12 al 28 settembre ha difeso con successo il titolo mondiale dopo aver già conquistato il secondo posto nella Volleyball Nations League in questa stagione. Vediamo il percorso non semplice che ha portato a questo risultato.
Il sorteggio ci ha assegnato al girone F con Algeria, Belgio e Ucraina. E proprio contro il Belgio, nella fase a gironi, l’Italia viene sconfitta al tie break, perdendo così la possibilità di essere la prima classificata nel girone e trovandosi nella scomoda posizione di chi deve vincere tutti gli altri incontri per qualificarsi. Se mettiamo nel piatto anche gli infortuni (il più grave, quello dello schiacciatone Lavia che si è rotto due dita in allenamento e nemmeno è partito) le probabilità dell’Italia erano davvero poche, a quel punto. Oltretutto la Nazionale aveva dato segnali contrastanti in Nations League, dove da una parte aveva ottenuto un ottimo secondo posto (miglior risultato dal 2004, quando ancora si chiamava World League) ma dall’altra proprio contro la Polonia si era sciolta dopo un solo set in maniera preoccupante (0-3), dando da pensare sull’unità di un gruppo che, almeno in campo, aveva smarrito quella coesione che aveva contraddistinto le sue vittorie. Ma la sconfitta contro il Belgio è stata solo uno dei tanti colpi di scena di questo mondiale, che ha visto uscire varie squadre di prima fascia, come il Giappone, il Brasile (nonostante due vittorie) e la Francia campione olimpica.

L’Italia almeno passa il turno e otto giorni dopo ritrova il Belgio e lo supera agevolmente: 3-0. A questo punto c’è una semifinale che vale il torneo, quella contro la Polonia (che l’Italia ha battuto nella finale del 2022). Tre set combattuti, vinti dall’Italia con margine minimo, ma che hanno dimostrato l’organizzazione, la compattezza e la caparbietà della squadra italiana. E arriva la finale, quella vera, contro la Bulgaria. La Bulgaria è tornata tra le grandi dopo un decennio in cui la sua competitività era crollata. L’ha fatto da assoluta outsider, senza particolari aspettative. Certo, si trovava dalla parte del tabellone più agevole, a maggior ragione dopo l’eliminazione del Brasile, ma era comunque difficile pronosticare un simile exploit, scandito da una clamorosa rimonta nei quarti contro gli Stati Uniti dopo essere andata sotto 0-2.
Una nazionale che si è retta sull’esuberanza di due fenomeni come i fratelli Nikolov, 39 anni in due: al palleggio il 18enne Simeon, alzatore estroso che ama velocizzare il gioco ma anche attaccare in prima persona, poi il 21enne Alexander, un funambolo che da tre anni gioca alla Lube Civitanova. C’è anche unpo’ d’Italia nella Bulgaria: allenatore è l’ex CT dell’Italia Gianlorenzo “Chicco” Blengini.
Ma, anche cedendo un set, l’Italia non molla e chiude senza arrivare al tie break: 3-1. Non è stata la partita più brillante del mondiale, ma in finale l’Italia ha potuto mettere sul piatto una maggior esperienza e una prepotenza dal servizio inedita nella storia recente.
Nel giro di tre settimane l’Italia del volley si è presa tutto. Il 7 settembre la Nazionale femminile ha conquistato il secondo mondiale della sua storia, poi il 28 settembre è stata la volta di quella maschile guidata da Fefè De Giorgi, che ha bissato il titolo del 2022. È il punto esclamativo al lavoro di un movimento che da diversi anni sta dominando nelle competizioni giovanili, ma soprattutto è la conferma del valore di questo ciclo, inaugurato nel 2021 dopo le Olimpiadi di Tokio.
Un gruppo rinnovato e ringiovanito, tornato subito ai vertici della pallavolo mondiale e che come peggior risultato nei grandi tornei ha un quarto posto negli ultimi Giochi Olimpici. È un successo frutto della costanza di rendimento, impareggiabile anche per i principali competitor, la Francia (che ha sì vinto le ultime due Olimpiadi, ma nel mezzo ha “bucato” tanti appuntamenti, compreso questo mondiale in Asia, terminato già alla fase a gironi) e la Polonia, che dal 2022 ha disputato 5 finali ma ha vinto “solo” un europeo e due VNL, una competizione comunque accessoria rispetto a mondiali, olimpiadi ed europei.
Fefè De Giorgi, che da giocatore ha fatto parte della “generazione dei fenomeni” vincendo tre mondiali, oggi festeggia il secondo titolo vinto da allenatore: dopo la doppietta europea maschile-femminile del 2021, l’Italia si è ripetuta sul palcoscenico mondiale. Per trovare un dominio simile nella pallavolo bisogna tornare agli anni ’50 e ’60, quando l’Unione Sovietica vinse sia con la maschile che con la femminile nel 1952 e nel 1962.
