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Empowerment femminile: le istituzioni che lo promuovono nello sport

di Pamela Fabiano

Parlare di “Festa della donna” in occasione dell’8 marzo, lo sappiamo tutti, è riduttivo. L’8 marzo è dedicato – dal 1977 (con la risoluzione 321/142 dell’ONU) – al ricordo di conquiste politiche, sociali ed economiche del genere femminile, in quella che si chiama più propriamente Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle donne. Quindi, non di festa si tratta, bensì di un momento dell’anno in cui facciamo il punto della situazione dei diritti delle donne nel mondo e nei diversi ambiti in cui siamo chiamate a vivere e operare. Per quanto riguarda Sportopolis, ovviamente, l’ambito che ci interessa è lo sport. Quindi, nell’occasione di questa Giornata vogliamo fare una (non esaustiva) riflessione su quanto le istituzioni e gli enti del mondo dello sport promuovono il cosiddetto empowrement femminile.

Empowerment femminile: cos’è

Ma di cosa parliamo esattamente quando diciamo “empowerment femminile”? L’empowerment (o emancipazione) femminile è il potenziamento di sé e della propria capacità di autodeterminazione. È l’incoraggiamento a realizzare il pieno potenziale femminile nel creare opportunità per una partecipazione equa in tutte le sfere della vita di una donna – personale, professionale e sportiva. In questo senso, si tratta di un obiettivo concreto da raggiungere e perseguire e non soltanto di un ideale astratto. Il riconoscimento e il sostegno delle istituzioni a livello globale, pertanto, è molto importate. Le istituzioni più rilevanti a livello sportivo, si stanno facendo molti passi in avanti e la situazione non sembra essere così grave. ma ci sono sempre miglioramenti da fare e promuovere.

Istituzioni che promuovono la presenza femminile nello sport

Diverse entità monitorano il livello di emancipazione femminile nello sport. UN Women, il braccio delle Nazioni Unite che si occupa di donne, combatte da anni contro le discriminazioni di genere e promuove, tra le altre cose, l’uguale accesso alle pratiche sportive per tutti. Women’s Sports Foundation, invece, celebra quest’anno i suoi primi 40 anni di impegno per incoraggiare e rafforzare l’immagine delle donne nello sport. L’ente, fondato nel 1974 dalla tennista Billie Jean King, interviene su politiche pubbliche a favore della partecipazione delle ragazze alle competizioni, per raggiungere il loro potenziale nello sport e nella vita.

Anche il Comitato Olimpico Internazionale si pone come un alleato importante, con la parità di genere fra le sue priorità strategiche. Di recente, il CIO ha dichiarato che le Olimpiadi di Parigi 2024 saranno le prime nella storia a garantire una completa parità di genere fra atlete e atleti: per la prima volta, infatti, gareggeranno donne e uomini nello stesso numero e nelle stesse gare.

E per quanto riguarda l’Italia? La Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) dimostra da anni costante impegno nello sviluppo del calcio femminile a tutti i livelli e si batte per una maggiore rappresentanza femminile nei ruoli dirigenziali.

Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI), infine, ha avviato importanti programmi a favore delle donne nello sport, per garantire un accesso più equo a risorse e opportunità per le atlete nel Paese.

A livello globale e nazionale, tutte queste entità condividono alcuni obiettivi specifici: assicurare che le donne possano prendere parte alle competizioni – amatoriali e professionali – ma anche che sia garantita una loro rappresentanza a livello dirigenziale e che si mantenga un equo livello di competizione e di retribuzione.

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