Chiedere scusa a Giorgia Pellizotti
La squalifica al campionato europeo di ciclocross, la Federciclismo che addebita la responsabilità a Guerciotti, storica azienda nella produzione di biciclette e una ragazzina di 17 anni danneggiata suo malgrado
di Nando Aruffo
ROMA – Nell’ambito del ciclismo, la notizia è stata clamorosa: Giorgia Pellizotti è stata squalificata agli Europei di ciclocross per “bici non conforme al regolamento di gara”. Giorgia ha soltanto 17 anni, è al secondo anno nella categoria juniores, è una promessa del ciclismo e ricorderà a lungo domenica 9 novembre, giorno in cui avrebbe potuto vincere la prova europea di categoria e che si è trasformata per lei in un incubo. Indicata tra le favorite, Giorgia è arrivata quarta.
Quarta: e se avesse vinto? Se fosse arrivata anche seconda o terza? Non ci voglio pensare. Pensare allo smacco che avrebbero subito lei e la nazionale azzurra. Ne ho viste tante, in tanti anni vissuti nel ciclismo ma la squalifica ai danni di una ragazzina supera decisamente la realtà.
Le domande sono tante e si sovrappongono l’una sull’altra: perché una bici viene considerata – parole del ct Pontoni – prima regolare e poi a gara terminata non lo è più? Non c’è nessuno che avrebbe dovuto controllare prima della verifica del commissario di giuria? Perché la Federciclismo si affretta ad addebitare la responsabilità a Guerciotti, l’azienda che fornisce la bicicletta a Giorgia? E perché la Guerciotti, 60 anni di esperienza nel settore, società che ha scritto la storia del ciclocross dovrebbe essere caduta in errore così puerile? La risposta dell’azienda è in un comunicato datato due giorni dopo, martedì 10 novembre Qui riportiamo una delle frasi più significative: “I campionati europei non sono inclusi nella lista delle corse per le quali, attualmente, risulta obbligatorio l’utilizzo di un telaio UCI patented”. E allora, perché il collegio di giuria prima ha consentito a Giorgia Pellizotti di correre e poi l’ha squalificata?
È comprensibile che il commissario tecnico della squadra nazionale di ciclocross, Daniele Pontoni, difenda la Federciclismo. Prima, però, di fronte a una solenne ingiustizia ci saremmo aspettati una mossa eclatante: il ritiro di tutta la Nazionale dal Campionato Europeo come fece, ad esempio, al Velodrome di Marsiglia il 20 marzo 1991 Adriano Galliani. Il Milan giocava la partita di ritorno dei quarti di finale della Coppa dei Campioni con l’Olympique. Al 42’ minuto del secondo tempo si spegne un riflettore, la partita viene sospesa e Galliani vieta al Milan di tornare in campo, appigliandosi al fatto che la partita sia stata sospesa per un intervallo di tempo superiore a quello previsto dai regolamenti dell’epoca (o anche, perché il Milan perdeva 1-0 ed era a pochi minuti dall’eliminazione). Scelta opinabile ma concreta: prima difendo la mia squadra e poi andiamo a discutere. Giorgia Pelizotti, invece, è stata lasciata sola nei suoi 17 anni.
DOMANDE CHE SI RISPONDONO DA SÉ
Chi ha infranto e/o chi ha eventualmente commesso una forzatura del regolamento con la speranza che tutto passasse in cavalleria? Giorgia medesima – ricordiamo, ricordate: è minorenne – era stata informata di correre con la spada di Damocle della possibile squalifica? La mia esperienza mi ricorda che le biciclette vengono affidate una settimana prima dell’avvenimento ai meccanici della Nazionale: hanno verificato, non hanno verificato, si sono visti passare le biciclette sotto gli occhi senza poter intervenire? E le altre azzurre e gli altri azzurri che hanno bici Guerciotti e che hanno corso lo stesso giorno di Giorgia e il giorno dopo come hanno fatto? Una beffa, per Giorgia.
Altra riflessione che riguarda punti UCI, montepremi, classifiche generali di circuiti e risonanza su mass media: se le bici non erano omologate e con quelle gli atleti di Guerciotti hanno corso gare internazionali vincendole, io che sono arrivato secondo devo fare ricorso? Un caos totale.
Non sappiamo come finirà questa storia, se ci saranno responsabili, se si sia trattato di un errore per superficialità, per incompetenza o per malafede; di qualcuno che avrebbe dovuto controllare, parola per parola, i documenti e le biciclette bullone per bullone. Non è nostro costume andare a caccia del/della colpevole.
In tanti anni di sport ho visto meccanici lavorare fino alle tre del mattino per sistemare qualche misura fuori regola; sostituire tubolari che, nel gonfiaggio, uscivano dalla dimensione massima consentita dal regolamento; corridori e calciatori che chiedevano a artigiani di fiducia di confezionare scarpe sulle quali apporre il logo dello sponsor della squadra.
Adesso, sarebbe onesto se colui o colei che ha sbagliato alzasse la manina come nella pallacanestro e dica: ho commesso io l’errore. Ma siamo convinti che ciò non accadrà.
Abbiamo assistito a un rimpallo di responsabilità che non fa onore a nessuno; è stato arrecato un danno enorme a una ragazzina – ribadiamo: minorenne – alla quale qualcuno (o anche qualcuna) dovrà chiedere scusa. È passata una settimana e nessuno (o nessuna) l’ha ancora fatto. Se le scuse arriveranno sarà sempre troppo tardi.
Infine, un’ultima considerazione. Giorgia è figlia di Franco, ottimo corridore professionista dal 2001 al 2018, due vittorie di tappa al Giro d’Italia e nel 2012 campione italiano su strada in linea, poi da sei anni in qua valente direttore sportivo della società Bahrain Victorious. Papà Franco, che pure ha passato e superato momenti bui, saprà sicuramente riportare in alto il morale della figlia Giorgia che aveva soltanto quattro anni quando vinse il campionato italiano vinto dal papà con l’Androni di Gianni Savio. Ecco: le faccia vedere la foto di quel podio, il filmato di quella vittoria, l’impegno che c’è stato nei due anni precedenti quel successo. Giorgia, già campionessa d’Italia nella categoria Allieve nel ciclocross, si è ripetuta a luglio scorso nella prova di cross country, ha vinto il titolo europeo nel mixed team relay di mountain-bike e quest’anno ha vinto cinque (più un secondo posto) delle otto gare internazionali cui ha partecipato. Può superare papà Franco, il futuro è con lei. Buona strada, Giorgia.
I risultati del Campionato Europeo di Ciclocross – Middelkerke 2025
DSQ = Disqualified (squalificata)
Il comunicato FCI in data 8 novembre 2025 ore 20,25:
PRECISAZIONE DELLA FEDERAZIONE RIGUARDO LA SQUALIFICA DELL’ATLETA GIORGIA PELLIZOTTI
Middelkerke – In riferimento alla squalifica dell’atleta Giorgia Pellizotti in occasione dei Campionati Europei Ciclocross per bicicletta non conforme, la FCI tiene a precisare che è completamente estranea all’operazione di validazione dei telati da sottoporre all’omologazione UCI. Operazione che avviene in via autonoma da parte delle singole aziende costruttrici.
Per saperne di più: l’articolo di Michele Gaiffi su Quibicisport.it






(foto Alessio Pederiva)
