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Il laureato: Mennea, atleta unico e insostituibile

Vite, vittorie e medaglie
In questa rubrica, presento brevi storie di atleti olimpici che hanno vinto la loro gara con la vita; persone e volti che raccontano quanto i valori dello sport siano intersecati con i grandi ideali a cui ognuno di noi aspira. Attraverso le biografie di olimpionici di ieri e di oggi, vi invito a percorrere un cammino verso le Olimpiadi del 2024, tirando fuori il meglio da ogni atleta per provare a imitarlo: perché no? 

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di Pamela Fabiano

«Alla fine sono convinto solo di una cosa: che in ogni sport conteranno sempre e solo gli atleti, loro sono gli attori protagonisti, unici e insostituibili». Parlava così, Pietro Mennea, in un incontro-intervista con il giornalista Massimiliano Castellani alcuni anni fa. Si capisce subito di che stoffa era fatto il campione olimpico pugliese. Concreto, mai distratto dalle logiche di potere o istituzionali, convinto che solo gli atleti possono fare la differenza, se concentrati sui loro obiettivi.

Ragioniere e velocista

E concentratissimo lo era davvero Pietro Paolo, nato a Barletta nel 1952. Mentre frequenta ragioneria, dimostra subito un talento e una disciplina fuori dal comune in campo atletico, soprattutto nella corsa. A diciannove anni, in occasione dei Campionati Europei del 1971, conquista un sesto posto nei duecento metri e la medaglia di bronzo nella staffetta 4×100. Da questo momento in poi, la sua carriera sportiva prende il volo: Mennea è alle Olimpiadi a Monaco 1972, dove sale terzo sul podio nella finale dei duecento metri. Gareggia agli Europei di Roma del 1974 quando, davanti al pubblico di casa, Pietro conquista la medaglia d’argento nella staffetta e nei cento metri – dietro al sovietico Borzov che è destinato a diventare il suo storico rivale. Conquista anche la medaglia d’oro nei duecento, la sua specialità preferita.

5 Olimpiadi, 2 primati mondiali, 8 europei, 33 nazionali

Vince, tantissimo e frequentemente, Pietro, anche in molteplici competizioni successive e nel corso di una lunga carriera durata fino al 1988: Nazionali, Europei, Universiadi (studia Scienze Politiche), Olimpiadi. A Città del Messico, alle Universiadi 1979, stabilisce il primato che resterà imbattuto per 17 anni: corre i duecento metri in 19 secondi e 72 centesimi, il che significa record del mondo. Il 1980 è l’anno d’oro, in tutti i sensi: alle Olimpiadi di Mosca, ottiene il primo gradino del podio nei duecento metri. Nella rassegna sovietica, boicottata dagli Stati Uniti, conquista anche il bronzo nella staffetta 4×400. Mennea diventa in Italia “la Freccia del Sud”, l’orgoglio di un Sud Italia che sogna di essere nell’olimpo dei grandi della storia dello sport.

Nel 1981, però, il concretissimo Pietro, annuncia a sorpresa il ritiro, motivato dall’intenzione di dedicarsi allo studio e di terminare il corso di laurea. In realtà, cambia presto idea e già l’anno successivo partecipa agli Europei e ad altre innumerevoli gare e competizioni di altissimo livello, senza però salire sul podio. Il 22 marzo del 1983, Mennea stabilisce un altro record mondiale: quello dei 150 metri, percorsi sulla pista dello stadio comunale di Cassino in 14 secondi e 8 decimi.

Alle Olimpiadi di Los Angeles 1984, diventa il primo atleta al mondo a disputare quattro finali consecutive dei duecento metri, ma l’Olimpiade californiana si conclude senza allori. Il velocista allora decide di ritirarsi dalle competizioni a fine stagione. Mennea, però, ci ripensa di nuovo e, all’età di 36 anni si ripresenta alle Olimpiadi di Seul 1988 dove si ritira al primo turno di qualificazioni e dove viene ricordato per aver avuto l’onore di essere portabandiera, nel corso della cerimonia di apertura.

Una vita dalla parte della verità

Mennea si laurea in Scienze Politiche, ma anche in Giurisprudenza, Lettere e Scienze dell’Educazione Motoria. Detiene record, dunque, anche nel campo dell’educazione superiore! Autore di ventitré libri, dottore commercialista e avvocato, Mennea è stato direttore generale della squadra di calcio della Salernitana nella stagione 1998/1999. Ha insegnato Legislazione europea delle attività motorie e sportive alla facoltà di Scienze dell’Educazione Motoria dell’’Università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti. È stato deputato del Parlamento Europeo a Bruxelles dal 1999 al 2004. Dal 2006, insieme con la moglie Manuela Olivieri, Pietro Mennea ha dato vita a una Onlus, la “Fondazione Pietro Mennea”, che si propone di effettuare assistenza sociale e donazioni economiche a enti di ricerca, caritatevoli, associazioni sportive e istituzioni culturali mediante progetti di carattere filantropico. Sempre insieme con la moglie (avvocato come lui) nel 2010 ha dato vita a una class action per difendere diversi cittadini italiani colpiti dal crac terribile della Lehman Brothers.

Un uomo che ha avuto il gusto per la sfida, per il raggiungimento di obiettivi sempre più grandi: al di là dello sport, ha sempre voluto essere dalla parte della giustizia e della verità. È stato nominato Commendatore all’Ordine al merito della Repubblica Italiana nel 1979 e, nel 1980, Grande Ufficiale Ordine al merito della Repubblica. Troppo giovane, ci ha lasciato dopo una lunga malattia, all’età di 60 anni, il 21 marzo 2013.

Pietro Mennea: velocista italiano

NASCITA: 28 giugno 1952

LUOGO: Barletta (Italia)

MORTE: 21 marzo 2013

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